Palazzo ia fiamme, muore un vigile di Lirio Abbate
Palazzo ia fiamme, muore un vigile Distrutto un edifìcio di undici piani, il soffitto è crollato su una squadra di pompieri Palazzo ia fiamme, muore un vigile L'ombra del racketper il rogo di Palermo Lirio Abbate PALERMO Per sette ore le fiamme hanno avvolto due palazzoni nella zona residenziale di Palermo. Tre degli undici piani di un edificio sono crollati addosso a una squadra di vigili del fuoco che era intervenuta per spegnere le fiamme. Uno dei pompieri è morto, mentre altri 18 sono stati trasportati in ospedale. Cinquanta famiglie sono adesso senza una casa, e la stabilità di due palazzi di 14 piani è incerta. L'incendio si è sviluppato ieri poco dopo le 13 nei magazzini di un negozio di giocattoli di via Monte Pellegrino, già distrutto dalle fiamme il 16 agosto, e ha paralizzato un quartiere a ridosso della fiera campionaria e alle pendici di monte Pellegrino. Non vi e certezza sulle cause che hanno provocato le fiamme, non si esclude la mano della mafia. Negli ultimi 11 giorni nella zona sono divampati tre incendi che hanno polverizzato aziende, causando danni per alcuni miliardi. Gli investigatori seguono, comunque, anche l'ipotesi di truffa all'assicurazione. La polizia ieri ha fatto evacuare più di 120 famiglie dai palazzi vicini e fino alle 19 i soccorritori sono stati impegnati a domare le fiamme che attaccavano gli edifici attigui e i serbatoi di un distributore di carburante. La squadra dei vigili del fuoco ha dovuto aprire un varco nei magazzini dell'edificio, dove c'era il deposito di giocattoli. E' stato allora che si è udita una sorda esplosione. 11 corpo basso dell'edifìcio e il suo primo piano sono crollati in una nube di fumo nero, tutto questo settore della costruzione è stato avvolto da fiamme altissime. Si è udita una serie di boati, probabilmente l'esplosione di bombole del gas degli appartamenti avvolti dalle fiamme. Per un attimo si è temuto che l'intero edificio venisse giù, esplodendo. Un vigile del fuoco è scampato miracolosamente alla morte. Era impegnato con la squadra che stava «picconando» un muro per poter agevolare il passaggio dell'acqua e racconta di un «improvviso, imponente scricchiolio, la sensazione netta che stesse per venire giù tutto». «Istintivamente - racconta - ho fatto un balzo indietro e sono riuscito a guadagnare l'aria prima che una "montagna" investisse i miei compagni». Una piramide di fumo densissimo e nero avvolge il quartiere. Il comandante dei vigili del fuoco, Emanuele Carano, impegnato sul campo a coordinare le operazioni, apprende da un cronista che uno dei suoi «ragazzi» è morto. Gli è accanto il sindaco Leoluca Orlando. Il dirigente per un attimo sembra vacillare alla notizia, ma è solo un attimo. Subito urla all'autista di un autobotte: «Forza con quell'acqua». Il vigile del fuoco morto è Nicola Billitteri, deceduto a causa dei traumi causati dal crollo dei tre piani. I compagni lo hanno estratto dalle macerie. Il cadavere è stato trasferito nell'obitorio del vicino ospedale Villa Sofia. Nello stesso ospedale sono stati medicati 12 pompieri. Altri 4, lievemente intossicati, sono stati dirottati al Civico e ricoverati in osservazione. Due i vigili del fuoco trasferiti all'ospedale Cervello: uno è stato subito dimesso, l'altro è Vincenzo Galluzzo, che è stato operato d'urgenza per uno squarcio all'addome. Le sue condizioni sono gravi. Le condizioni degli altri colleghi, intossicati o travolti dai detriti, non sono preoccupanti. Su disposizione del questore Antonio Manganelli sono state sentite tutte le persone in grado di riferire sulle modalità in cui l'incendio è divampato per la seconda volta nello stabile di via Monte Pellegrino. «Ritengo opportuno - ha detto Manganèlli - che tutto venga chiarito e subito, anche se pensare a un incendio doloso provocato dal racket, alle ore 13,05, a saracinesche appena abbassate, è arduo. La nostra indagine non scarterà comunque a priori alcuna ipotesi». Sulle modalità dell'incendio qualcuno nutre dubbi. Racket del pizzo o truffa ai danni dell'assicurazione? Per il procuratore di Palermo Pietro Grasso, «qualsiasi ipotesi è buona, prima di ricevere una relazione tecnica, ma allo stato mi sembra che possa trattarsi di un disastro colposo». Grasso ha voluto vedere di persona ciò che è successo: «Sono qui - ha aggiunto anche per testimoniare la solidarietà della magistratura alla città, alle 50 famiglie che hanno perduto la casa, alle decine di commercianti rimasti senza lavoro per i danni subiti dai loro esercizi». Le indagini, negli uffici della squadra mobile, sono cominciate nel pomeriggio ascoltando Salvo, figlio di Nicola Licata, proprietario del negozio, con annesso deposito di giocattoli, da dove è ripartito l'incendio. Secondo indiscrezioni, Salvo Licata avrebbe detto di aver notato le fiamme mentre con i periti dell'assicurazione stava inventariando i danni del precedente incendio nel «corpo basso» annesso al palazzo e prospiciente su via Don Orione, dove l'azienda contava di riprendere l'attività, in attesa del ripristino del settore principale del negozio, affacciato invece su via Monte Pellegrino. L'incendio scoppia in un negozio di giocattoli che era già stato danneggiato alcuni giorni fa In ospedale 18 feriti 1 testimoni: «Abbiamo sentito tanti scoppi» Cinquanta famiglie restano senza casa m ,S A sinistra, il rogo scoppiato ieri pomeriggio a Palermo in una zona residenziale. A destra, un vigile del fuoco ferito viene soccorso
Persone citate: Antonio Manganelli, Emanuele Carano, Leoluca Orlando, Nicola Billitteri, Nicola Licata, Pietro Grasso, Salvo Licata, Vincenzo Galluzzo
Luoghi citati: Palermo
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