Berlusconi: matto chi ci accusa

Berlusconi: matto chi ci accusa Berlusconi: matto chi ci accusa Ancelotti: chi sa la verità, vada dai magistrati La lettera dell'anonimo pentito diventa oggetto di discussione per il calcio. C'è compattezza di pareri e soprattutto un certo scetticismo. Parola ai milanisti tricolori. Tutti si sentono estranei alla vicenda a iniziare dal presidente Berlusconi: «Non so che dire, può darsi che si sia verificato, speriamo di no. Certamente non riguarda nulla che possa avere in qualche modo una lontana parentela con una cosa meravigliosa che si chiama scudetto. Mi è spiaciuto molto che nel dare la notizia certi tg abbiano fatto vedere le immagini del Mi lai i che non ha nulla a che vedere con questa cosa. Se c'è qualcuno così matto da pensare che il Milan, che ha come presidente Berlusconi, che è il leader della maggioranza reale del Paese, possa soltanto immaginare di ricorrere a certi mezzi, dovrebbe essere ricoverato in manicomio». L'Avvocato Agnelli, presidente onorario della Juve, è perentorio: «Abbiamo già tanti problemi in Italia, non andiamo a cercarcene altri di artificiali. Per me il calcio è pulito». Per Ancelotti, allenatore bianconero, «se questo personaggio è sicuro di ciò che ha affermato, deve uscire allo scoperto e denunciare tutto alla magistratura». Inzaghi è d'accordo: «Bisogna ca- Eire quanta verità ci sia in ciò che a detto. Se questa persona ha davvero qualcosa da dire esca dall'anonimato e denunci tutto alle autorità». E Rampulla: «Non credo agli eroi. Se questo giocatore aveva qualcosa da denunciare perché ha aspettato tanto? I personaggi un po' strani non mancano neppure nel nostro mondo». Men- tre il vicepresidente Bottega con tono sibillino dice: «Dietro l'anonimato si nascondono tante cose». Insorge anche la Torino granata. Dice Lentini: «Non mi piace chi prima fa un gesto e poi si pente mettendo nei guai anche chi non c'entra. Piuttosto, questo pentito doveva denunciare subito chi tentava di corromperlo, e non farlo dopo nell'anonimato». Gli fa eco Mondonico: «Grazie ai pentiti ci sono cose positive e cose negative. Come per tutti i pentiti, anche nel calcio è bene che si faccia luce. Ma, prima di giudicare, la gente deve aspettare Va fine del caso». Durissima la presa di posizione di Capello: «Se c'è un peccatore deve esserci anche un tentatore. E questo va condannato in maniera ancora più dura». Tesi condivisa da Udine, dopo l'ipotesi che la partita truccata potesse essere Udinese-Milan o Udinese-Perugia. Dice il dg Marino: «Venga fuori il nome del corrotto pentito, ma soprattutto quello del corruttore. Non abbiamo nulla da temere, ci rifiutiamo di credere che un nostro giocatore abbia potuto vendere una partita e abbiamo dubbi addirittura sulla veridicità della lettera. Ad ogni modo, anche se queste illazioni rispondessero a verità, la nostra società sarebbe parte lesa. Per questo auspichiamo'che al più presto il magistrato competente intervenga e faccia luce». E Pozzo junior, il figlio del presidente friulano, afferma: «Non si sa neppure se sia un giocatore di A. Non vedo perché ci chiamino in causa, non ci sono elementi per farlo». Infine Batistuta. Per il campione argentino «è tutto un bluff. Se 3uel giocatore aveva davvero venuto una partita mai lo avrebbe raccontato in giro. E' uno che vuol farsi della pubblicità». Berlusconi e il dg Marino Capello vuole una pena severa per il corruttore

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