«Non cercavamo uno scoop»

«Non cercavamo uno scoop» «Non cercavamo uno scoop» Don Sciortino: lettera pubblicata perché aveva un risvolto umano Gian Paolo Dimezzano Il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, persona serenissima anche in questi momenti temporaleschi, non accetta di passare per nemico del calcio, dopo la denuncia indiretta, da parte del suo settimanale, di una partita falsata da un suo attore a prò della squadra avversaria: «Abbiamo pubblicato la lettera del giocatore pentito soprattutto per il suo risvolto umano. Però sembra che il calcio non debba mai venire disturbato, sia sacro a priori. Specie se di esso si occupa un non addetto, sempre e intensamente, ai lavori, come in questo caso». Don Sciortino firma implicitamente, quale direttore da tre settimane, i «colloqui col padre», in attesa di firmarli esplicitamente fra qualche numero. Le righe di commento sono sue, anche se la stesura materiale può essere di qualcun altro (comunque non si tratta di don Gianfranco Ravasi, un illustre collaboratore). Sue anche queste parole, che sono un commento al commento suo ed ai commenti astiosi di altri, specie nel d dl ili i i mondo del giornalismo sportivo: «Famiglia Cristiana ha presentato in quella stessa rubrica casi eccezionali di vita, vita ordinaria e vita straordinaria, cesi tremendi e sublimi, nella piena indifferenza dei più. Se presenta il caso di un calciatore pentito, dopo tutti i doverosi riscontri sull'autenticità della lettera, subito viene accusata di invasione di campo, godendo di un'attenzione dura, severa, chirurgica». E magari viene accusata di caccia spregiudicata allo scoop da parte di chi forse è gran maestro proprio in questo esercizio, intanto che viene pure accusata di collusione con il Vaticano per togliere le domeniche al pallone da parte di chi ignora tutto dei rapporti a lungo tesi fra Santa Sede e giornale dei Paolini. Sciortino dice ancora: «Nello stesso numero dove la rubrica dei "colloqui col padre" espone il problema morale del giocatore, abbiamo offerto - concomitanza casuale, niente di strumentale, ogni settore del giornale ha i suoi tempi di confezione, diciamo pure la sua autonomia - al campionato che prende il via la copertina e un servizio ampio, completo, con interviste a Del Piero della Juventus, Galliani del Milan, Garilli del Piacenza, con interventi di un preparatore atletico ed uno psicologo, oltre che con i discorsi canonici sui problemi generali del pallone e par p gppticolari delle squadre. Questo perché ci piace il calcio, vogliamo bene al calcio, riconosciamo la sua immensa valenza presso le masse, e proprio per questo lo desideriamo pulito, bello della bellezza che lo ha. fatto amare». Don Sciortino rileva lo stesso tipo di irritazione che accompagnò la rivelazione dello scandalo del Totonero: anche allora tanta stampa specializzata gridò alla profanazione del tempio, salvo poi allinearsi nel proclamare che il tempio puzzava. «E adesso aspettiamo decisioni eventuali della magistratura ordinaria o di quella sportiva, o di tutte e due insieme. Comunque nella risposta è precisato che l'eventuale gestione del pentimento non deve essere nostra, ma di chi s'è pentito». In serata sia il caporedattore centrale, Fulvio Scaglione, sia il responsabile dell'ufficio stampa, Mauro Broggi, hanno ribadito che non sarà reso noto il nome del calciatore e neppure qualsiasi altro particolare che lo possa rendere riconoscibile o possa portare all' individuazione del campionato al quale si riferisce la vicenda. «Il calcio reagisce se i non addetti si intromettono in questo mondo» Don Antonio Sciortino