Le Procure d'Italia a caccia del pentito

Le Procure d'Italia a caccia del pentito Alba, Roma e Torino indagano sulla partita di calcio denunciata nella lettera a Famiglia Cristiana Le Procure d'Italia a caccia del pentito Ma l'ex udinese Calori protesta: sospetti infami, è un sopruso ROMA Sull'Anonimo pentito piombano le procure di mezza Italia, ciascuna convinta di avere i titoli per agire: quella di Alba perché 11 si stampa Famiglia Cristiana, che ha pubblicato la lettera da cui parte quest'altro scandalo del calcio; quella di Roma, perché vi ha sede la Federcalcio, in teoria il soggetto più colpito da un illecito che inquina il football; quella di Torino, perché il dottor Guariniello vuole far confluire quest'altro filone nell'inchiesta che dovrebbe moralizzare il calcio e nella quale già compaiono casi di corruzione. Ma non c'è procuratore, oggi in Italia, che non possa aprire un fascicolo e attribuirsi questo caso vagamente nauseabondo e sicura- mente popolare: «La verità - spiegano negli uffici romani - è che fino a quando non si conoscerà la partita incriminata, tutte le procure potrebbero sentirsi autorizzate a indagare». Il problema è che una così massiccia mobilitazione potrebbe non portare a nulla: l'Anonimo resta anonimo e non tira aria perché esca allo scoperto dopo il polverone. Per la legge dell'89 che prevede il reato di «frode nelle competizioni sportive», l'autore della lettera rischierebbe una re¬ clusione da tre mesi a due anni e il pagamento di una multa da 5 a 50 milioni «se il risultato della competizione è influente ai fmi dello svolgimento dei concorsi pronostici e scommesse regolarmente esercitati»: una pena che si accompagnerebbe all'inevitabile e lunghissima squalifica dai campi di calcio. Sul tavolo del sostituto procuratore Vincenzo Roselli, il magistrato che ha avviato l'indagine preliminare a Roma, per ora ci sono alcuni articoli di giornale e la lettera pubblicata da Famiglia Cristiana: dal settimanale cattolico si fa sapere che né il direttore né i redattori e collaboratori sono stati interrogati dalla magistratura (si era parlato di una convocazione in mattinata da Guariniello) e che gli uffici milanesi non sono stati perquisiti. Alla pressoché scontata richiesta di acquisizione della lettera sarebbe stato contrapposto un rifiuto. I magistrati tuttavia potrebbero imporre ai giornalisti di produrre la lettera, ignorando il segreto professionale, perché, in base all'articolo 200 del Codice di procedura penale, è un elemento indispensabile per arrivare alla prova del reato. Pare che questa sarà la linea di Guariniello, sebbene il magistrato smentisca. Il caso dell'«importantissima partita» venduta dal calciatore pentito ha scatenato reazioni preoccupate e la caccia al colpevole. Il ministro Melandri ha scritto una lettera al presidente del Coni, Petrucci, perché si facciano «tutti gli sforzi possibili per assicurare la genuinità e il regolare svolgimento di tutte le competizioni sportive». Il presidente della Federcalcio, Nizzola, ha ribadito che il calcio chiede soprattutto chiarezza e, sulla strada per Montecarlo, si è fermato a colloquio con il procura¬ tore della Repubblica di Alba, Luigi Riccomagno, che ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Chiede che sia fatta piena luce, anche il leader del Movimento diritti civili, Corbelli. Ma l'unica dichiarazione che si attende è la confessione pubblica dell'anonimo che renderebbe giustizia anche ai suoi colleghi che sono stati tirati in ballo. Tra questi Alessandro Calori, ex difensore dell'Udinese e oggi del Perugia, due squadre sulle quali si sono riversate le chiacchiere per la partita di ritorno dello scorso anno, vinta dagli umbri in Friuli. «L'anno scorso mi hanno fatto passare quattro mesi d'inferno con il doping - ha detto il giocatore - per poi chiedermi scusa mezz'ora dopo. Adesso viene fuori questa cosa. Basta con questi sopnisi». Ir. sci Il calciatore: «Dopo i mesi d'inferno per il doping, ed ero innocente, adesso c'è questa cosa. Non posso accettarla» Un'immagine di delusione nel calcio. I recenti fatti dimostrano che dietro a una sconfitta possono esserci veleni e sospetti

Persone citate: Alessandro Calori, Guariniello, Luigi Riccomagno, Melandri, Nizzola, Petrucci, Vincenzo Roselli