Chavez sbarra il Parlamento
Chavez sbarra il Parlamento L'opposizione denuncia: è un golpe. Durissimi scontri in piazza Chavez sbarra il Parlamento Isuoi sostenitori cacciano i deputati CARACAS Violenza e duri scontri a Caracas tra gli oppositori del governo, scesi in piazza per difendere una delle domocrazie più antiche dell'America Latina, e i sostenitori del presidente Hugo Chavez. Gli incidenti si sono verificati davanti alla sede del parlamento: sono almeno 35 i feriti. Sostenitori e avversari della «rivoluzione chavista» si sono affrontati davanti al parlamento, il cui ingresso era stato sbarrato, e dove deputati e senatori dei partiti tradizionali (Ad, Copei e Progetto Venezuela) hanno cercato di sfidare il decreto di «emergenza legislativa» emesso dalla costituente. Corpi scelti della polizia e dell' esercito sono intervenuti con lacrimogeni e idranti per dividere le fazioni e sgomberare la piazza. «Stanno dissolvendo il Parlamento, lasciandolo in mutande - ha protestato con i giornalisti Jorge Olavarria, uno dei pochi membri dell'opposizione nella costituente - e dicono che non è successo nulla». Gli ha fatto eco il deputato del Copei Cesar Perez Rivas, per il quale «siamo davanti ad un colpo di stato che Chavez ha affidato al suo braccio politico», l'assemblea costituente. La tensione è rimasta alta, nonostante l'intervento della conferenza episcopale che ha riunito le parti per tentare una mediazione. «Tutti vogliamo un cambiamento - ha detto il segretario della conferenza, monsignor Hernan Sanchez Porras - ma dobbiamo raggiungerlo con calma». Il presidente Chavez si è rivolto alla popolazione per televisione sostenendo che «i veri golpisti sono sempre gli stessi», quelli che «per 40 anni sono stati i protagonisti della corruzione nel paese». «Le manifestazioni - ha aggiunto sono nuli'altro che una provocazione, preparata da tempo». Egli ha poi sottolineato che l'assemblea costituente «ha natura primigenia, superiore ai poteri dello stato». Nello stile deciso e radicale che gli è proprio, Chavez ha detto che «il mondo intero deve benedire i venezuelani che sono stati capaci di intraprendere un cammino pacifico e democratico per uscire da una situazione gravissima, dantesca, di povertà e fame». Il capo dello Stato ha elogiato il comportamento della Corte suprema che, di fronte all'emergenza giuridica decretata dalla costituente, ha accettato di sospendere la sua attività. «Non vogliamo finire - ha proseguito - come Colombia e il centroamerica, che hanno sofferto decenni di guerre fratricide». La violenza è stata scatenata dalla decisione di limitare drasticamente i poteri del parlamento presa dall'assemblea costituente dominata dai seguaci del presidente Chavez. Malgrado ne fosse stata di fatto decretata la chiusura, i deputati dell'opposizione hanno cercato di entrare nella sede del Congresso per tenere una seduta e i sostenitori del presidente hanno tentato di bloccare l'accesso. I segnali della crisi sono arrivati una settimana fa dalle dimissioni del presidente della Corte suprema per protesta contro la decisione dell'assemblea di attribuirsi ampi poteri sul sistema giudiziario. In aprile la più alta istanza giudiziaria aveva decretato che l'assemblea si sarebbe dovuta limitarsi a riscrivere la costituzione Ma Chavez, un ex para che nel 1992 tentò un colpo di Stato, ha fatto in modo che intervenisse sugli altri organi: la sua tesi è che solo in questo modo sarà possibile sradicare la corruzione. Chavez, ex comandante dei pa rà, protagonista di un fallito colpo di Stato nel 1992 e poi eletto in modo democratico lo scorso di cembre, ha dichiarato «morte» le istituzioni che per 40 anni hanno governato il Venezuela. Nonostante le proteste dell'opposizione e la crisi economica, il presidente man tiene un forte consenso nel Paese e la sua linea politica, basata sulla lotta alla corruzione, promette nuovi colpi di scena. Dopo gli incidenti di ieri esponenti di spicco del governo e del parlamento hanno esortato i citta dini a mantenere la calma. Il ministro degli Esteri José Vicente Rangel ha cercato di minimizzare la crisi e difeso l'operalo dell'est; cutivo e di Chavez: «Quello in corso in Venezuela è un processo democratico che mira a restituire legittimità alle istituzioni e non a distruggerle. Sono già state di strutte» ha dichiarato. (e. st. Il Presidente ribatte «I veri responsabili di un colpo di Stato sono quelli al potere da 40 anni» Duri scontri ieri a Caracas tra i sostenitori dell'opposizione e i seguaci del presidente Hugo Chavez La polizia è intervenuta in modo pesante con idranti e bombe lacrimogene per allontanare i manifestanti dalla piazza del Parlamento Il governo ha invitato il Paese alla calma
Luoghi citati: America Latina, Caracas, Colombia, Venezuela
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