Ammainabandiera nello spazio

Ammainabandiera nello spazio Gloria delTUrss e umiliazione della Nasa, la stazione spaziale era entrata in orbita il 19 febbraio 1986 Ammainabandiera nello spazio Tornano a terra gli astronauti della Mir Giulietta Chiesa corrispondente da MOSCA All'età di tredici anni e mezzo, dopo aver percorso 77 mila giri, e aver avuto nientemeno che 1700 «abboccamenti», rimarrà sola, orfana, abbandonata. Si sta parlando non di una bambina un pò trasgressiva o stramba, ma della stazione spaziale russa, alla quale venne dato il nome di «Paco», la «Mir». Oggi l'ultimo equipaggio salirà a bordo della navicella Sqjuz e si staccherà dalle 130 tonnellate di alluminio, di cavi, di macchinari e motori che era stato mandato in orbita poco prima della mezzanotte di quel lontano, lontanissimo 19 febbraio 1986. Forse per sempre. Forse. Secondo i programmi la vecchia signora dovrebbe essere pian piano, forse per non farla soffrire troppo, immessa in un'orbita più bassa, poi più bassa ancora, fino a che non comincerà a incontrare, metro dopo metro, sempre piti molecole d'aria, che ne freneranno la velocità, fino a che finirà per cadere - si spera - nelle acque dell'Oceano Pacifico, stella cadente fuori stagione, nei primi mesi dell'anno 2000. Il suo destino sembra segnato: dalla vecchiaia in primo luogo. La garanzia era già abbondantemente scaduta al quinto anno, quando l'Unione Sovietica si spense come un fìammife- ro bruciato. Ma i russi, che vennero dopo i sovietici, non vollero staccarsi da quel simbolo, che ricordava loro come erano stati grandi. E poi è vero che si chiamava «Mir», ma era servita a tante cose, anche molto militari, a guardare dall'alto, per esempio, quello che facevano gli altri. Era entrata in servizio, la «Mir», tre settimane dopo il gran disastro del «Challenger» americano, quello che saltò in aria con sette astronauti. E il pubblico degli Stati Uniti, che aveva assaporato la grande vittoria nella gara per la conquista della Luna (dopo avere tremato per il primo sputnik sovietico, per il primo cane sovietico, per il primo uomo sovietico, per la prima donna sovietica nello spazio) ricominciò a chiedersi chi era primo e chi era secondo. Terzi non ce n'erano. La rivista «Jane's Spaceflight Directory» scrisse allora che i sovietici erano avanti agli americani di dieci «quasi spa- ventevoli» anni. Esagerava, ma non troppo. Gli «shuttle» erano di gran lunga più perfezionati delle «Sqjuz», ma i sovietici avevano una stazione spaziale orbitante in permanenza, potevano fare esperimenti, su uomini e cose, che gli americani non potevano.. Poi l'Urss crollò e sorse il problema di come finanziare quell'impresa. Soldi non ce n'erano più. Gli ultimi quattro anni sono stati un tentativo dietro l'altro dell'agenzia spaziale russa di trovare qualche finanziatore, non importa se russo o straniero. Ma non se ne sono visti, o quelli che si sono visti sono stati «incoraggiati» a desistere dagli Stati Uniti. Nel 1997 i primi guasti veri e propri dentro la stazione, un incendio, un computer fuori uso. Poi una collisione con un cargo di rifornimento, poi il sistema di depurazione, poi quello di riscaldamento. E si è cominciato a dire, a scrivere, che la «Mir» stava diventando pericolosa per i suoi stessi equipaggi. Ma soprattutto è sorto un progetto alternativo: la stazione spaziale internazionale. Dove chi comanda saranno gli americani, ma ai russi sarà riservato un angolino e sono state assegnate commesse per milioni di dollari per costruirne alcuni importanti pezzi. Che senso ha, dunque, tenere in orbita un rottame, quando tra qualche anno ce ne sarà una nuova, di stazione spaziale, per giunta «internazionale»? E' questo, insieme alla mancanza di soldi, che farà scendere in basso la «Mir» fino a farla cadere. Forse. Perchè molti, in Russia, sono ancora di avviso contrario. Molti negano che la «Mir» sia troppo vecchia e non possa vivere ancora. Oggi i due cosmonauti russi scenderanno a Terra, ma le luci a bordo della «Mir» non le spegneranno. Anche loro pensano che sarà molto bello stare in una nuova stazione orbitante, ma che ci sarà una differenza grande: che dovranno chiedere permesso prima di entrare. E sarà per sempre. La struttura perderà quota lentamente e finirà nel Pacifico all'inizio del 2000 Conclusione inevitabile dopo la fine dei finanziamenti e la nascita di un progetto alternativo internazionale Ma ormai era un rottame obsoleto TRIDICI ANNI DI RECORD I INCIDENTI B20 febbraio 1986: icio in orbita !| 18 luglio 1990: armeggiato il rivestimento termico. Per ripararlo, gli astronauti restano sette ore fuori dalla Mir: è il record di passeggiate nello spazio P 27 e 30 agosto: fallisce l'aggancio alla Mir della navetta-cargo «Progress m-24», che porta viveri 6 apparecchiature ■ 2 settembre 1994: riesce l'aggancio della «Progress m-24», ma viene fatto a mano 8122 marzo 1995: torna a Terra l'astronauta Valeri Poliakov, stabilendo il record di permanenza nello spazio: 438 giorni. Sarà battuto solo oggi con il rientro di Avdeyev: 742 giorni H 29 giugno 1996: 10 shuttle americano «Atlantis» si aggancia alla Mir. E' l'inizio della collaborazione spaziale Usa-Russio 11 23 febbraio 1997: incendio a bordo per un candelotto di ossigeno difettoso Wk 4 marzo 1997: va persa la navetta-cargo «Progress» per un guasto al sistema automatico di aggancio ■4 aprile 1997: aria irrespirabile per un guasto ai termostati R25 giugno 1997: collisione con la «Progress», la Mir va in tilt • 17 luglio 1997: black-out della Mir, un membro dell'equipaggio sconnette per errore un cavo La «Mir» era stata programmata per rimanere in orbita 5 anni, invece ha resistito più di 13 Ha ospitato 106 cosmonauti russi e 63 stranieri I guasti sono stati 1500 gli esperimenti scientifici 19.000

Persone citate: Avdeyev, Giulietta Chiesa, Russio, Valeri Poliakov

Luoghi citati: Mosca, Russia, Stati Uniti, Unione Sovietica, Urss, Usa