«D'Aiema difenda Scognamiglio» di Ugo Magri

«D'Aiema difenda Scognamiglio» I/EX CAPO DELLO STATO «ECCO CHI HA AVUTO MERITI NELLA VICENDA BARALDINi» «D'Aiema difenda Scognamiglio» Cossiga: Diliberto? Un bel ragazzotto intervista Ugo Magri PRESIDENTE Cossiga, ha sentito che cosa dice D'Alema sul caso Baraldini? «No, non l'ho sentito perché mi trovo a Dubrovnik, in Croazia, ospite del presidente Tudjman». Ha detto: non mi spiego tutte queste polemiche sul comportamento di Diliberto. «Lo comprendo. Un presidente del Consiglio ha il dovere di difendere i membri del suo governo». Caso chiuso, allora? «Aspetti. Mi auguro che adesso D'Alema difenda con altrettanto vigore il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, bersaglio di polemiche non meno dure sulla vicenda dei para». Ha avuto l'impressione che a Scognamiglio sia mancata la solidarietà del governo? «E' così. Ma penso che sia solo questione di tempo. Una volta rimesso piede a terra dopo settimane di navigazione, cosa che dà sempre un certo turbamento, D'Alema per prima cosa doveva difendere un ministro di sinistra, visto che lui stesso è uomo di sinistra. Ora certamente egli • troverà il modo per difendere anche un ministro di centro come Scognamiglio, che si batte per una causa di ben altro spessore: la dignità delle forze armate in questo Paese». Ma lei di Diliberto che cosa pensa? «Cosa vuole che pensi. Era un bel ragazzotto della buona società cagliaritana, con grande successo nell'ambiente delle studentesse, che naturalmente faceva il comunista». Questo anni fa. Ma oggi? «Sostanzialmente è rimasto un bel ragazzotto». Non sia così severo... «Io vorrei vederlo accogliere le domande di grazia presentate dai brigatisti rossi, invece di andare a fare il belloccio con la Baraldini! Perché a differenza sua, io sono per chiudere la fase del terrorismo in Italia, mentre per lui è molto più facile chiudere la stagione del terrorismo negli Stati Uniti...». In fondo è stato solo un gesto di cortesia verso l'anziana madre della Baraldini. «Allora il ministro Guardasigilli abbia il coraggio di essere altrettanto cortese verso le mogli, le madri, le sorelle dei terroristi italiani in carcere. Perché Diliberto (la voce di Cossiga, da ironica, si fa dura n.d.r.) non va a consolare i genitori della Ligas? E perché, trovando per strada un vecchio compagno dell'Azione Cattoli¬ ca come Toni Negri, non lo abbraccia pubblicamente?». Lei lo farebbe, Presidente? «Io l'ho fatto, anche se non convoco per questo le tivù. E poi, parliamoci chiaro: Diliberto non c'entra nulla con la liberazione della Baraldini. S'immagini quanto gli americani se ne fregano di lui...». Di chi è il merito? «Del ministro della Difesa». Di Scognamiglio? «Suo e del presidente del Consiglio. Perché la Baraldini ce l'hanno data come riconoscimento della nostra partecipazione leale alla campagna del Kosovo». Uno scambio politico? «Ma certamente! In quanti hanno chiesto la Baraldini, me compreso? Tanti. E ci hanno sempre sbattuto la porta in faccia. Senta, domani (oggi per chi legge, ndrì andrò in Bosnia per rendere onore, tra gli altri, ai nostri uomini della Folgore che con le loro missioni ci hanno dato il prestigio necessario per ottenere indietro la Baraldini. Poi le dirò che questa signora mi è molto antipatica». E perché? «Si comporta da star. Meglio: da piccola comparsa di un tragico film americano. Adesso la eleggeranno anche. Ma perché non eleggono una delle tante ragazze trascinate nel gorgo del terrorismo italiano? Ora cambiamo soggetto, la prego...». Parliamo di Bertinotti, che può diventare un partner della maggioranza alle prossime regionali. «Io mi auguro che Bertinotti, invece di fare il tardo epigono del comunismo, diventi il Lafontaine italiano e faccia definitivamente la scelta della socialdemocrazia europea». In concreto? «In concreto si iscriva ai Ds, che poi è l'unico vero partito socialdemocratico in Italia, e lì faccia la corrente di sinistra. Io non avrei nulla da obiettare. Anzi direi: benvenuto. Almeno avremmo nella sinistra una persona garbata, intelligente e simpatica mentre ci sono tanti poco intelligenti legati al passato peggio di lui». Ma se Bertinotti rifiutasse il ruolo del Lafontaine italiano, lei sarebbe disposto a reimbarcarlo nella maggioranza? «In quel caso, non riuscirei a capire perché cadde il governo Prodi. Il quale avrebbe ragione a parlare di discriminazione personale nei suoi confront i». E mvece? «Invece si trattò di una divergenza reale sulla politica economica, sulla Finanziaria...». A proposito di Finanziaria. E' d'accordo con il giro di vite sulle «pensioni d'oro»? «Queste sono cose provinciali! Come la storia dell'assegno al Capo dello Stato... Ma lei lo sa che abbiamo il presidente della Repubblica peggio retribuito in Europa? Lo sa che i membri di un'Authority prendono più di lui? Una vergogna». La Banca d'Italia... &Lasci stare. Alla Banca d'Italia le pensioni sono alte perché se le pagano. Il problema delle pensioni è ben altro. L'aveva affrontato con coraggio il presidente del Consiglio, ma gli hanno tagliato le gambe». Chi taglia le gambe a D'Alema? «Non certo io. Da me ha totale sostegno. E francamente cominciano a darmi ni nervi le cene e le colazioni in cui si parla del dopo D'Alema». Quali cene e colazioni? «Quelle in cui il menù fisso è: "D'Alema, poverino, si è tanto indebolito. Come faremo a cacciarlo via? E chi di noi lo sostituisce?". Io non ci sto, ho altri progetti». Il mitico centro? Per ora di centri ne esistono quattro o cinque... «Sono d'accordo con Mattarella: ce ne può essere uno solo. E il centro-sinistra deve capire che si vince al centro, non a sinistra, tantomeno all'estrema sinistra. Sennò facciamo un favore a Berlusconi». A proposito del Cavaliere, dica la sua ricetta sulla par condicio. «Semplicissima: in materia di propaganda televisiva, adottiamo la legislazione tedesca, o francese, o britannica. Ne prendiamo una, la traduciamo e la applichiamo. Punto e basta. Non dirà Berlusconi che in quei Paesi c'è un regime illiberale...». E sul conflitto d'interessi? «Idem: copiamo le norme americane. E fissiamo la ineleggibilità di chi controlla società televisive». Il Cavaliere sarebbe disposto a vendere le sue tivù? «Non le deve mica vendere a me. Le regali ai suoi figli, ne ha quattro. Può fare un trust a loro favore, e lui si mantiene l'onesto per vivere». L'onesto per vivere? «Sì: visto che possiede 19.900 miliardi, se la passerebbe decorosamente lo stesso». fi ^Adesso vorrei vedere il nostro Guardasigilli accogliere le domande di grazia presentate dai brigatisti rossi invece di andare a fare il belloccio con Silvia... E perché non abbraccia Toni Negri? lo l'ho fatto, ma senza le tv Comunque gli americani se ne fregano di lui ej jj fi Spero che Bertinotti diventipresto ilLafontaine italiano: si iscriva aiDs, scelga la socialdemocrazia e fondi la corrente di sinistra del partito tf bj a io non lavoro per tagliare le gambe a D'Alema, e cominciano a darmi un certo fastidio i pranzi e le cene organizzati per decidere chi andrà al suo posto jp sp responsabile della Difesa è stato oggetto di polemiche troppo dure sulla vicenda deipara p vj Il leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti. In alto , Francesco Cossiga e.^nelle foto a sinistra i dall'alto in basso, Silvia Baraldini, il ministro Carlo Scognamiglio. il premier D'Alema e il ministro Diliberto

Luoghi citati: Croazia, Europa, Italia, Kosovo, Stati Uniti