IL FACHIRO AZZURRO di Gian Paolo Ormezzano

IL FACHIRO AZZURRO IL FACHIRO AZZURRO Gian Paolo Ormezzano T ELE-EMERSO felice- mente dalle veglie d'ar- mi per un inizio del campionato di calcio speziaro anche dallo scandalo, Fabrizio Mori livornese ha vinto per l'Italia dell'atletica il titolo mondiale dei 400 ostacoli, la prova che chiede il rachitismo insie iù i me più tecnico ed animalesco. Bisogna saltare, correndo, delle barriere, saltarle volitando con pre pcisione, mentre il debito di ossigeno si fa tremendo, l'acido lattico tortura i muscoli, il rettilineo finale si fa terribile salita. Normalmente la visione delle anormali sofferenze di questi ostacolisti è galleria dell'orrore, masochismo atletico, sadismo giornalistico. Mori, che non è neanche un iperdotato, è andato invece in scivolata verso la vittoria, verso la felicità neanche troppo pirotecni- ca. Sembrava clic un filo lo tirasse 11 vincere contro il prono stico, il (ilo di una peraltro ben datata tradizione italiana nella specialita, quella dei Morale e dei Frinolli (ora suo consigliere). L'atletica ci ha fatto sapere che gli italiani, uomini e donne, sanno anche soffrire comecerti stranieri figli della dispei dl razione 0 del ricco orgoglio, che i mandolinisti sanno essere maratoneti. Ecco, questo Mori è un sediili d i guito, in una disciplina da pista dove Berruti è stato un sublime precursore disincantato e Mennea un lungo lampo artistico e revanscistico. Si è autopromosso tutto il giorno - una novità con tanti mini-spot televisivi: "Tifatemi, corro alle 21" ha detto Mentre Mori vinceva la brava Lazio segnava in supercoppa: per fortuna (di chi stava televisionandosi la Lazio) che ci sono le registrazioni. CALCIATORE PENTITO Tutti a caccia del nome Indagano tre Procure A PAGINA 11

Persone citate: Berruti, Fabrizio Mori, Frinolli, Mennea, Mori

Luoghi citati: Italia, Lazio