Polli alla diossina, primo «sì» all'Italia di Gabriele Beccaria

Polli alla diossina, primo «sì» all'Italia Bruxelles cede e convoca per settembre il Comitato degli scienziati europei per l'alimentazione Polli alla diossina, primo «sì» all'Italia «Da rivedere i limiti consentiti» Gabriele Beccaria ROMA Quanta diossina ci dev'essere nel pollo servito a tavola? L'Europa lo stabilirà tra una ventina di giorni o, meglio, lo stabilirà una seconda volta. La prima decisione, infatti, non è piaciuta all'Italia e Bruxelles ha accettato di rivedere la «dose». Dal cosciotto alla diossina al roast-beef di «mucca pazza», insieme con le bistecche agli ormoni e le verdure geneticamente manipolate, il cibo è ormai un'emergenza di Stato. La nuova puntata dello scandalo che dal Belgio ha terrorizzato milioni di consumatori è stata fissata per metà settembre, quando un gruppo di «saggi» - raccolto nel Comitato scientifico europeo per l'alimentazione umana - si pronuncerà sulla soglia accettabile di Pcb, vale a dire sul livello dei policlorobifenili, i composti tra i cui derivati c'è la diossina. L'ha annunciato ieri il portavoce della Commissione europea, smentendo di fatto un altro braccio della burocrazia di Bruxelles - il Comitato veterinario dell'Ue - che aveva stabilito il limite di veleni in 200 nanogrammi per grammo di grasso. Fin dal 6 agosto, giorno di quel contestatissimo via libera, l'Italia aveva protestato, sostenendo che non si teneva conto del parere del team di scienziati indipendenti riuniti nel Comitato per l'alimentazione umana. E ieri l'ha spuntata. L'obiettivo del prossimo meeting - ha spiegato il senatore dei Verdi Athos De Luca - «è ottenere la riduzione a 100 nanogrammi». Il taglio è considerato indispensabile anche dalla Federazione delle associazioni ambientaliste europee, che in Italia si è fatta sentire attraverso Legambiente. «La decisione del Comitato veterinario cozza fortemente con la pericolosità sanitaria della diossina», ha accusato il direttore, Francesco Ferrante, elencando le macabre conseguenze dell'accumulo della sostanza incriminata nell'organismo: cloracne, cancro, disturbi dell'apprendimento, diminuzione degli ormoni sessuali maschili, diabete, alterazioni del sistema immunitario. Una mezza vittoria, per ora. Incrinata, tuttavia, da un altro, possibile scandalo. La Commissione europea ha infatti chiesto alle autorità belghe di conoscere i chiacchierati test condotti su alcuni prosciutti danesi e su im campione di carni suine olandesi: anche loro (come i famosi polli) sarebbero clamorosamente fuori legge, perché le analisi rivelerebbero concentrazioni elevate di Pcb, più di quelle imposte sugli stessi prodotti esportati dal Belgio. «Se le autorità belghe dispongono di tali risultati devono comunicarli alla Commissione e agli Stati membri, ricorrendo anche alla procedura europea d'urgenza», ha ammonito il portavoce dell'Ue, precisando che la questione non è mai stata presentata al Comitato veterinario. Si attendono quindi nuove notizie dal ministro della Sanità belga, Magda Aelvoet, se- condo il quale nei prosciutti la concentrazione di Pcb oscilla tra 241 e 247 nanogrammi. Sebbene quei prodotti non fossero destinati al mercato belga, ma a quello statunitense, dove sono stati bloccati alla frontiera, il segnale è evidente: dimostrare che i proble- mi non sono soltanto «made in Belgium», ma ben più estesi. In Italia, intanto, alla linea dura si intreccia un'idea di Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Commissione agricoltura della Camera: rendere riconoscibili al consumatore gli alimenti «sani», cioè a basso (o a zero) contenuto di Pcb. Per questo, ha chiesto ai ministri della Sanità, dell'Agricoltura e dell'Industria di lanciare un'iniziativa di sostegno per i produttori che accettano di produrre alimenti esenti da diossina o, comunque, con limiti più bassi di quelli stabiliti dalì'Ue. Un'indagine conoscitiva sulla sicurezza alimentare è già stata chiesta dal deputato verde Anna Maria Procacci, mentre la Confagricoltura boccia il raddoppio dei livelli di Pcb: «E' una decisione che non fornisce certo un contributo positivo a ripristinare la fiducia dei consumatori e che ci si augura possa essere rivista dal Comitato scientifico europeo». Appuntamento (e nuove prevedibili polemiche) a settembre. I Verdi: «Si deve dimezzare la soglia nelle carni da 200 a 100 nanogrammi» Legambiente accusa «L'accumulo della sostanza nell'uomo provoca il cancro» Sull'Ue pesa lo scandalo dei polli alla diossina provenienti dal Belgio

Persone citate: Alfonso Pecoraro Scanio, Anna Maria Procacci, Athos De Luca, Francesco Ferrante, Magda Aelvoet, Polli, Verdi Athos