«Perdono per Alessandro»

«Perdono per Alessandro» Esclusa l'ipotesi di un complice l'uomo, processato per direttissima, rischia 7 anni «Perdono per Alessandro» Oggi a Roma ifunerali delpiccolo ROMA Oggi i funerali di Alessandro, domani, con la convalida dell'arresto da parte del gip, il processo per direttissima di Bita Panoaiot: per le forze dell'ordine è «uri caso virtualmente chiuso». Un complice forse c'è, ma è difficile che sarà accusato di favoreggiamento: domenica scorsa - è stato accertato dai carabinieri del Casilino - c'era solo una persona all'interno dell'auto pirata, li così per Paolo l'errare, il pm che coordina le indagini, l'unico colpevole è l'albanese in carcere da ieri per aver falciato con la sua Hiuw il piccolo Alessandro. L'accusa è omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata fuga: rischia sette anni di carcere (che, per la gente, sono troppo pochi). Ma la «caccia all'uomo» non è finita. Il padre di Alessandro non perdona e «Torre Angela non dimentica», recita una scritta apparsa su un muro vicino al luogo dell'incidente. Che, però, fa a pugni con un'altra, proprio in via Alberghetti: «Giustizia è stata fatta». Gualtiero, alle porte di Koma, spaccato nelle reazioni ma non nei problemi. Criminalità, droga, mancanza di tutto ed è per questo che ora l'omicidio di Alessandro si è trasformato in un «attacco» contro gli stranieri. Albanesi, zingari, rumeni tutti assediati. La comunità più numerosa è proprio quella albanese: più di duemila persone concentrate nel quadrante che comprende 'Por Hella Monaca, Torre Angela, la Borghesiana e Vermicino. «Certo che siamo in rivolta - dice Antonio, che nei giorni scorsi faceva parti» delle ronde alla ricerca dell'assassino - e non smetteremo fino a quando il quartiere non tornerà ad essere nostro». «Cercare la vendetta privata è un segno di inciviltà», replica il comandante dei vigili urbani dell'ottavo gruppo Antonio Di Maggio, dal quale è partita la segnalazione (si parla del carrozziere) ai carabinieri. Non bastano quindi le lacrime di Bita per placare la sete di vendetta della borgata. «Vorrei chiedere scusa al padre - ha detto ieri tra le lacrime l'albanese -, anche se so che non servirebbe. Domenica ero solo in auto e non gareggiavo con nessuno». E ancora: «Sono uscito da una curva e mi sono trovato davanti la bicicletta, non ho potuto evitarla ma non mi sono nemmeno accorto che avevo investito due bambini». A raccogliere le confessioni del pirata è stato l'avvocato Gianluca Riitano, che ora cerca soprattutto di difendere la posizione del suo assistito: «Bita non è coinvolto in un giro di prostituzione, fa il fornaio, se fosse legato alla malavita avrebbe goduto di facili appoggi. Inoltre non è vero che aveva le valigie pronte. E' un bravo ragazzo, è scappato solo per paura». Ma per il colonnello del reparto operativo dei carabinieri Vitto¬ rio Tornasene «la sua è una testimonianza confusa. Vogliamo capire se è vero che si sia fermato, in questo caso la sua posizione cambierebbe leggermente». L'ultimo filone delfindagine è rivolto alla parte «tecnica»: i carabinieri del Cis hanno verificato che sulla Bmw 520 c'erano anche impronte del pneumatico della bicicletta. Intanto, oggi, non si piangerà solo il bambino di Torre Angela. Mercoledì notte è morto anche Emanuele Battisti, che il 22 luglio, proprio vicino a quel quartiere, in sella al suo motori¬ no fu preso in pieno da una Ford Fiesta con il conducente che si diede alla fuga. «Per Alessandro si sono mobilitati tutti, per noi nessuno», è lo sfogo del fratello Fabio. La madre: «Non perdonerò mai chi l'ha ucciso». E un'altra auto pirata ha colpito tra le stradine di Torre Angela il giorno prima la morte di Alessandro: alle 9 del mattino, investendo una signora anziana. Forse anche lì extracomunitario il guidatoro. Oggi al funerale del bambino saranno ricordate anche queste «vittime silenziose». (gio. iam.l Un altro bambino e un'anziana uccisi per strada, «ma di loro nessuno parla» L'arresto di Bita Panoaiot. l'albanese che ha confessato di aver travolto e ucciso il piccolo Alessandro a Torre Angela

Luoghi citati: Cis, Roma