Epidemia di nonnismo di Chiara Carenini

Epidemia di nonnismo Le denunce dopo la morte di Emanuele. Ieri l'incontro dei senatori con i commilitoni del giovane para Epidemia di nonnismo la Commissione di Vigilanza a Pisa Chiara Carenini PISA Sette volte, sette. Sette denunce che oggi pesano più del tempo in cui sono state fatte. Sette denunce, da gennaio ad agosto, di episodi di violenza avvenuti tutti nella casenna pisana della Folgore. Mentre a Bolzano, in una caserma dell'esercito, la denuncia di 4 caporali degli Alpini ripete come un'eco quel brutto neologismo che è «nonnismo». Si comincia da qui, ò il decimo giorno dalla morte di Emanuele Scieri, 26 anni, il siracusano che voleva diventare un para e ora invece riposa al centro della cattedrale di Siracusa, in attesa di essere sepolto. Decimo giorno, ore 10,10: la commissione Difesa del Senato entra alla caserma Gamerra accolta dal generale Enrico Celentano, comandante della Folgore, e dal generale Luciano Forlani, capo delle forze operative di proiezione. Nelle mani dei membri della Commissione, c'è un foglietto scritto a mano, con la descrizione di sette episodi di violenza contro 15 reclute. Un dossier ai minimi termini ma efficace. Sette denunce. Che portano il Verde Semenzato a dire: «All'interno della Folgore la violenza viene considerata normale, il nonnismo viene accettato anche da chi lo subisce. Sembra anzi che goda di un certo consenso da parte di tutti perché considerato educativo». Il senatore Lorenzo Forcieri, Ds, dopo il minuto di sosta sul piazzale di cemento dove si è schiantato Emanuele e l'incontro con i quattrocento para della scuola nella sala del cinema, dice: «Nel¬ l'assemblea ci siamo parlati con franchezza e abbiamo capito che questi ragazzi respingono una loro presunta criminalizzazione perché si considerano ragazzi che fanno il loro dovere. E credo che abbiano ragione - dice Forcieri -, così come credo che non possa venire in mente a nessuno di sciogliere la Folgore. Sono idee estremistiche che favoriscono la chiusura e l'arroccamento». Idee che Semenzato però ribadisce, mentre Cossutta chiede la rimozione del generale Enrico Celentano. Le parole dei para e dei senatori si intrecciano nella grande sala del cine¬ ma, dove i soldati fanno intuire che qui «la sfinge» (restare seduti a lungo senza poggiare la schiena alla spalliera della sedia) o le flessioni sulle braccia caricati dell'attrezzatura da lancio sono una forma di autodisciplina. Parole che si aggiungono a quelle che i commilitoni del soldato morto hanno detto anche oggi al magistrato pisano Giambartolomei, che prosegue nelle audizioni dei giovani para. Tra questi è stato sentito, di nuovo, Stefano Viberti, l'ultimo ad aver visto vivo Emanuele. Siracusa di prepara a chiuder¬ si domani, in omaggio «al giovane figlio di questa città» come ha detto il presidente di Confcommercio Roberto Mazza, «del para che torna a casa» come ha detto ieri il colonnello Bortolini salutando il feretro del giovane. E mentre i Popolari chiedono l'audizione del ministro Scognamiglio in commissione Difesa del Senato, mentre i giovani comunisti di Massa invitano gli organizzatori a sospendere il previsto concerto della Folgore nel centro città, mentre il presidente della commissione Difesa uscendo dalla Gamerra invoca maggiori fondi per la Difesa per pagare gli straordinari del personale di comando e aumentare i controlli nelle caserme di sera, mentre tutti dicono tutto, c'è ancora chi si chiede: come è successo, perché è successo. Perché Emanuele è salito su quella scala, perché da quella scala è caduto, perché nessuno l'ha cercato quando si sono accorti che mancava. Perché Emanuele è morto: questa è la risposta che adesso aspettano tutti. A Bolzano sotto inchiesta quattro caporali degli Alpini responsabili di soprusi ad una giovane recluta Oggi saracinesche abbassate a Siracusa per i funerali del soldato Emanuele Scieri, 26 anni, il paracadutista morto per una caduta in caserma dieci giorni fa

Luoghi citati: Bolzano, Pisa, Siracusa