Sessanta caccia russi alla Cina

Sessanta caccia russi alla Cina Sessanta caccia russi alla Cina La fornitura contro V«egemonismo» della Nato Luoyan-Shen PECHINO La tensione strategica in Asia ieri ha fatto un altro pericoloso passo in avanti rinsaldando la collaborazione miliatare tra Russia e Cina. Mosca venderà a Pechino 60 moderni cacciabombardieri Su-30 per circa 2 mihardi di dollari. E' il più' grande affare concluso tra i due vicini dopo la vendita negli anni scorsi di 48 Su-27. Non sono ancora chiari i tempi della consegna, ma certo anche con questa nuova flotta di apparecchi di concezione moderna, Taiwan, l'isola che Pechino considera una provìncia ribelle, continua a mantenere la superiorità area nello Stretto. La sua flotta aerea composta di 426 apparecchi, tutti modernissimi tra cui Mirage 2000 francesi e F-16 americani, è superiore ai quasi 3000 caccia da attacco a terra in dotazione all'aviazione cinese. Oltre 2000 di questi velivoli sono di concezione vecchia, degli anni '50 e '60, e volano a vista, con poca moderna elettronica di bordo. Lo sforzo di ammodernamento dell'esercito cinese è però molto importante e continuerà in futuro. Fonti di Hong Kong riferivano ieri che la Cina vuole costruire due portaerei per il 2009. Secondo fonti diplomatiche esse potrebbero essere di dimensioni ridotte, come l'Italiana Garibaldi, e saranno usate per il pattugliamento e il controllo dello stretto di Taiwan e per missioni nelle isole Spratley, contese con altri cinque Paesi. Ma per navigare con una portae- rei, aggiungono esperti militari, ci vogliono dai 10 ai 15 anni di esperienza. Tale esperienza oggi è quella che manca ai piloti dei 48 Su-27 e agli equipaggi dei cinque sottomarini della classe Kilo consegnati dalla Russia alla Cina. Aerei e sottomarini oggi sono per lo più nelle basi. Più significativo oggi è il gesto diplomatico russo. Per anni Mosca, che pure nel 1996 aveva venduto 30 Su-30 all'India, aveva rifiutato di consegnarli alla Cina. Oggi il superamento di questo antico veto strategico da parte della Russia sembra un passo nella direzione del grande fronte strategico tra Mosca, Pechino e New Delhi proposto l'anno scorso dall'allora pre¬ mier russo Evgheni Primakov. Mosca mira anche a comprarci la fiducia commerciale cinese, visto che da anni cerca di convincere Pechino a investire nello sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas siberiano. Inoltre, tra Russia e Cina esistono comuni preoccupazioni strategiche, anche se la Cina è sempre attenta ai suoi rapporti con gli Usa. Russia o Cina sono preoccupate per l'espandersi della politica «egemonica» della Nato. Molti circoli militari di Pechino sono ancora convinti che il bombardamento dell'ambasciata cinese a Belgrado del 7 maggio sia slato intenzionale. Tali preoccupazioni sono state per ora sopite dalla reazione moderata degli Usa davanti alla crisi scoppiata tra Cina e Taiwan a luglio. Gli Usa hanno infatti definito provocatorie - e ne hanno preso le distanze - le dichiarazioni del presidente di Taiwan Leo Tenghui, che il 9 luglio affermava di volere con Pechino relazioni analoghe a quelle tra Stati. La testimonianza di un migliore clima tra Cina e Usa viene in questi giorni dalle aperture sempre più schiette verso l'Organizzazione mondiale del commercio (Wtol. Gli Usa vogliono un rapido ingresso cinese nel Wto, ma le trattative si sono interrotte dopo il bombardamento dell'ambasciata. Martedì' il quotidiano finanziario di Pechino parlava dell'inizio di un disgelo nelle relazioni con Washington, e un giornale di Hong Kong riferiva dell'arrivo a Pechino per l'inizio di settembre di una delegazione americana. E Pechino decide di costruire due portaerei Saranno pronte entro il primo decennio del Duemila per pattugliare lo Stretto di Taiwan ■~r;N' J0ikj $8bJS y'fgjjjltv^ ^.'^ppSfe. i&J^NsT tf'jijk jH II rafforzamento dell'alleanza russo-cinese e stato sancito dalla decisione presaal recente vertice in Tagikistan tra E Its in e Pechino60 modernissimi cacciaSU-30

Persone citate: Leo Tenghui, Primakov