«L'Aids è figlio dell'antipolio, ecco le prove» di Fabio Galvano

«L'Aids è figlio dell'antipolio, ecco le prove» Il virus sarebbe accidentalmente passato all'uomo in Congo attraverso le colture in cellule renali di scimpanzè «L'Aids è figlio dell'antipolio, ecco le prove» Lunga ricerca di uno scienziato inglese. La casa farmaceutica nega Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Che il virus dell'Aids sia stato trasmesso all'uomo dalle scimmie africano è ormai fuori dubbio. Ma improvvisamente si riaccende il dibattito sulle modalità di quel passaggio, con un libro in cui lo scienziato Edward Hooper conclude otto anni di ricerche rilanciando un'ipotesi già ventilata (e scartata) nel 1992: che il virus Hiv sia passato all'uomo alla fine degli Anni 50 in quello che era allora il Congo Belga, nel corso di un programma sperimentale di vaccinazione antipolio. Il vaccino, egli sostiene, ora stato prodotto in colture che utilizzavano cellule renali degli scimpanzè; e lì sarebbe stata superata la barriera fra le specie. Il suo studio è destinato a suscitare polemiche e anche, forse, ritorsioni; perché il Wistar Institute di Filadelfia, che produsse quel vaccino e svolse quegli esperimenti, ha sempre reagito con fermezza e messo a tacere i suoi accusatori, costringendo per esempio la rivista «Rolling Stone» a ritrattare i termini delle sue rivelazioni. Ora Hooper afferma che gli alibi della casa farmaceutica fanno acqua. Primo fra tutti quello secondo cui nelle colture del vaccino si orano utilizzate cellule di scimpanzè asiatici, immuni dal virus Siv (l'equivalente «scimmiesco» dell'Hiv). Nel centro di ricerche congolese di Lindi, quartier generale dell'esperimento che portò a 900 mila inoculazioni (e, si dice, a 50-100 casi di Aids), l'autore del nuovo studio ha trovato chi ricorda bene l'attività di quegli anni, e afferma che negli esperimenti si utilizzavano anche scimpanzè locali. C'è poi la vicenda del «marinaio di Manchester», David Carr. E' l'uomo che morì nel 1959 per quello che sarebbe successivamente stato additato come il primo caso di Aids. Aveva viaggiato molto in Africa, era stato anche nel Congo. Ma era tornato in Inghilterra nella prima metà del 1957, qualche mese prima che avessero inizio gli esperimenti del Wistar Institute. L'Aids, cioè, sarebbe già esistito. Al marinaio e a quella mancata coincidenza di date si era appellato l'istituto por dimostrare che non ci potesse essere alcun legame fra l'Aids e l'attività a Lindi. Ma l'«alibi del marinaio» non tiene. Perché è ora provato che l'uomo non morì di Aids e che l'epidemia è successiva. Al contrario, afferma Hooper nel suo libro, ci fu una stretta correla¬ zione fra l'uso di quel vaccino dal 1957 al 1960 e le successive epidemie di Hiv-1, il principale virus dell'Aids. Senza contare che il primo caso conosciuto di Hiv c contenuto in un campione di tessuto proveniente da Léopoldville, successivo al 1957. Hooper afferma che il dottor Hilary Koprowski, che condusse quegli esperimenti, ha sempre fornito dati contrastanti sul tipo di scimmie impiegate. Una conclusione elementare? Non proprio. Come osserva il giornale inglese «Independent», resta da spiegare come un vaccino somministrato per via orale abbia trasmesso il virus dalla scimmia all'uòmo, quando è noto che la propagazione del virus Hiv è difficile (anche se non impossibile) per via orale. Alcuni esperti, inoltre, affermano che il passaggio possa essere avvenuto già pri¬ ma del 1957, in modo «naturale»; come è accaduto - probabilmente attraverso la caccia alla scimmia - per il successivo Hiv-2. Altre zone in cui il vaccino era stato sperimentato l'Europa dell'Est, per esempio non hanno registrato epidemie di Aids. ' Clayton Buck, vice direttore del Wistar Institute, dice da Filadelfia di essere disposto a una prova decisiva, fornendo campioni di quel vaccino originale a un laboratorio indipendente affinchè stabilisca se ci sono tracce del Siv, il virus delle scimmie. «Finora - ha tuttavia precisato - non abbiamo trovato nessuno che sia disposto a farlo». Ma il libro di Edward Hooper è destinato ad accrescere le pressioni sulla casa farmaceutica. Quei test, ora, si dovranno fare; la minaccia di querele non basta più.

Persone citate: Clayton Buck, David Carr, Edward Hooper, Hilary Koprowski, Hooper

Luoghi citati: Africa, Congo, Europa Dell'est, Filadelfia, Inghilterra, Londra, Manchester