Pirati alla conquista delle rotte d'oro di Francesco Grignetti

Pirati alla conquista delle rotte d'oro LA NUOVA SFIDA IN MARE E SULLA TERRA Pirati alla conquista delle rotte d'oro Un esercito di navi superveloci, mezzi blindati e radar retroscena Francesco Grignetti ROMA |L generale che comanda la ■ Guardia di Finanza, Rolanfldo Mosca Moschin, l'aveva detto: «Gli interessi in gioco sono enormi. Si sta alzando il livello dello scontro». Era appena qualche giorno fa, mattina di Ferragosto. Nel salone d'onore del Viminale il generale era seduto accanto al ministro dell'Interno Rosa Russo Jervolino e spiegava la natura del nuovo contrabbando: «Un fenomeno delinquenziale di grande pericolosità sociale, economica, finanziaria e fiscale, in grado di turbare l'ordine e la sicurezza pubblica». Il ministro annuiva e confermava. Sono davvero lontani i tempi di Rino Formica, quando si discuteva di legalizzare tutto, dare un patentino ai contrabbandieri, almeno chiudere un occhio. E la Finanza può dire un corale «l'avevamo detto noi» che il contrabbando è pericoloso, apre rotte illegali, è palestra di malavita. Un giorno sono le sigarette e liquori, poi clandestini, o armi, o droga. Domani chissà che cosa potrebbe essere. Ma che le rotte del contrabbando fossero diventate ben altra cosa dall'immagine romantica del passato si era capito anche quando esplose lo scandalo del questore Forleo, accusato di aver ucciso un contrabbandiere sparandogli da un elicottero. Forleo negava. Ma anche diceva: «Lì c'è una guerra e voi non vi rendete conto». Una guerra con i suoi soldati e le sue tattiche militari. Spaventa infatti la nuova fisionomia del contrabbandiere. «Ha acquistato una mentalità balcanica - spiegano i finanzieri e se un tempo, quando veniva individuato, abbandonava il carico e scappava, ora è lui che cerca lo scontro». Il guaio è che il contrabbandiere si è attrezzato all'altezza. A forza di frequentare porti albanesi e montenegrini, vere e proprie isole della Tortuga che stanno a pochi chilometri dalle nostre coste, i contrabbandieri si sono convinti che possono contendere la strada alle forze di polizia. Che possono vincere la sfida sia in mare che in terra. Ricorrono alla tecnologia, quindi. Così usano scanner sofisticati per intercettare le comunicazioni della polizia, organizzano centrali radar nelle masserie pugliesi per tenere sotto controllo i movimenti delle flotte regolari, usano cellulari e walkietalkie per tenersi in contatto tra loro. Probabilmente pagano qualche spia per tenersi informati sui movimenti nei porti. E ricorrono alla forza. In mare, si sono attrezzati con scafi ad altissima velocità, i fuoribordo Supercorbelli, che mettono in seria difficoltà le motovedette della Finanza. Possono fare due o anche tre viaggi tra Puglia e Montenegro. A terra, nel Sud della Puglia, tra Brindisi e Lecce (nella fascia più a Nord lavorano gli scafisti di Valona che portano clandestini) hanno un'organizzazione efficientissima di garagisti, scaricatori, autisti di camion, vedette e scorte. Un dato su tutti: nel corso dei primi sette mesi di quest'anno, solo per reati legati al contrabbando, sono state denunziate 17 mila persone, di cui 853 arrestate. Sequestrati 749 tra mezzi navali e terrestri. La tecnica ormai è nota: arrivano gli scafi in porticcioli secondari, la squadra scarica il carico in 10-15 minuti, si formano dei convogli e comincia la corsa contro tutto e tutti. Fanno saltare le barriere dei caselli autostradali. Lanciano come arieti delle jeep modificate con rostri e blindature arrangiate, ma terribilmente efficaci. Mandano all'ospedale ogni notte qualche finanziere. Nel 1998, gli speronamenti sono stati 69 e i finanzieri feriti 51 ; nei primi mesi di quest'anno 33 gli speronamenti e 15 i finanzieri in ospedale. La guerra gji aveva creato molti problemi. Così la penultima rotta del contrabbando veniva in Italia da Cipro, saltando l'Adriatico. E' stato il momento più nero per gli scafisti a vantaggio dei traghettatori. In quella fase, tra il 1995 e il 1997, i grandi re del contrabbando hanno comprato addirittura dei piccoli «ferry-boat», in gergo «navi ro-ro», per far sbarcare convogli di Tir belli e pronti. E' accaduto a Brindisi, con la nave traghetto «Brave»: a bordo aveva quattro camion zeppi di sigarette che venivano dal porto turco di Izmir. Ma è accaduto anche nel piccolo porto napoletano di Baia con le navi «Baskarnas» e «Anteo», partite dal porto greco di Kalamata. E nel porticciolo francese di Le Perthus era il 1996 quando bloccarono tre autoarticolati carichi con tre tonnellate di sigarette. Provenienza, la solita Larnaka. «La guerra ha certamente determinato una contrazione del traffico illecito - spiegava sempre il comandante Mosca Moschin - ma la fine delle ostilità ha segnato la massiccia ripresa dell'attività degli scafi¬ sti sulla costa pugliese». I viaggi dei traghetti turchi e ciprioti, infatti, da qualche tempo hanno lasciato il campo agli scafisti montenegrini. Perché per un trafficante è molto più facile, ed economico, fare arrivare il carico di sigarette in un deposito di Bar, in Montenegro, dopo una serie di giravolte tra società di comodo e porti compiacenti. Poi aspettare la notte. E lanciare i rapidissimi Supercorbelli verso Lecce. Soprendente è come la Puglia sia diventata la porta non solo dell'Italia, ma di tutta l'Europa. Una pattuglia della Finanza ha sequestrato proprio ieri un carico di «Regal», sigerette destinate al mercato inglese, che in Italia nessun fumatore comprerebbe mai. Dall'Italia, insomma, partono convogli di «bionde» per la Francia e per tutto il Nord Europa. «La rimozione dei controlli alle frontiere interne ha reso la Puglia una conveniente porta di ingresso nell'Unione europea anche per le organizzazioni che operano in ambiti territoriali lontani», diceva sempre Mosca Moschin. Così ora abbiamo puntati addosso anche gli occhi di Bruxelles. «Hanno ormai una mentalità balcanica e non fuggono più, ma cercano lo scontro con mezzi sempre più high tech» LE «OPERACI DELLE FIAMME GIALLE iwb ^ SEQUESTRI Dl SIGARETTE (Kg) 1.692.151 908.560 SEQUESTRO MEZZITERRESTRI 1911 1107 SEQUFSTRO MEZZI NAVALI 83 43 PERSONF. DENUNCIATE $2.469 24.521 PERSONE ARRESTATE 1813 1104 SPERONAMENTISUBITI 69 39 MILITARIFERITI 51 20 SEQUESTRO MEZZI CONTRABBANDIERI 74 37 BLINDATI Un'automobile dei contrabbandieri Il generale Rolando Mosca Moschin

Persone citate: Baia, Forleo, Mosca Moschin, Rino Formica, Rolando Mosca Moschin, Rosa Russo Jervolino