Schroeder vara da solo i tagli alle pensioni di Emanuele Novazio

Schroeder vara da solo i tagli alle pensioni La trattativa sembrava ancora aperta. Furibonda anche l'ala sinistra del partito del Cancelliere Schroeder vara da solo i tagli alle pensioni Aumenti congelati per due anni, i sindacati annunciano battaglia Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO «Non vedo alternative all'aggancio delle pensioni all'inflazione, non c'è spazio di manovra», riassume Gerhard Schroeder mentre - al termine della prima seduta a Berlino del governo che ha approvato il piano di austerità per i prossimi tre anni, e quando la trattativa con i sindacati sembrava ancora aporta - si avvia su un bus a due piani alla scoperta di una città che ammette di «conoscere pochissimo», ma nella quale farà di tutto per «restare a lungo». «I tagli e il congelamento per due anni degli aumenti alle pensioni sono medicine amare, ma non possono essere evitati se si vuole risanare i conti pubblici», fa eco al Cancelliere il ministro delle Finanze Hans Heichel, diventato in pochi mesi una figura chiave del governo ma considerato dalla sinistra del partito poco più a destra di Helmut Kohl. Lo «spazio di manovra» che alla vigilia il capogruppo socialdemocratico Peter Struck aveva fatto intravedere ai sindacati, dunque, non si è aporto: voci insistenti, ieri, parlavano di un durissimo attacco di Schroeder a Struck, le cui intenzioni mediatrici sarebbero state definite «una catastrofe» dal Cancelliere. A niente è servito l'appello alla «comprensione» per le scelte obbligate del governo lanciato dal ministro del Lavoro Riester, ex numero due dell'«IG Metallo. Il primo esecutivo a guida socialdemocratica dopo 16 anni di ora Kohl è in rotta di collisione con il sindacato e l'ala sinistra del partito, che l'accusa di tradire le promesse elettorali e di farsi beffe della giustizia sociale: «premiando a senso unico le imprese» con tagli fiscali, ma danneggiando gravemente i lavoratori c i disoccupati (del pacchetto fanno parte anche tagli ai sussidi per i senza lavoro). «I prossimi mesi saranno caldi per Schroeder», promettono le associazioni di categoria, che annunciano «durissime proteste»: nel mirino del governo ci sono anche i «Beamte», i funzionari legati da particolari vincoli allo Stato (il giuramento, il divieto di scioperare, la garanzia di non venire licenziati) e più in generale i dipendenti pubblici. Il piano Eichel prevede che anche i loro stipendi siano agganciati per due anni all'inflazione. Oltre a creare fortissime tensioni a sinistra e nei Laender che lamentano un aggravio delle spese, il piano di risparmi (tagli per 30 miliardi di marchi nel 2000, 12,8 dei quali legati all'approvazione di leggi specifiche che richiedono dunque una maggioranza solida) provoca aspre proteste negli ambienti militari. Se saranno varate le riduzioni annunciate (3 miliardi e mezzo di marchi nel 2000, 20 miliardi entro il 2003 nonostante le resistenze del ministro della Difesa Scharping), commentano alti ufficiali, «la capacità d'intervento dell'esercito sarà compromessa». La tensione è altissima, nella Bundeswher: per la prima volta nella storia della Repubblica Federale, l'As¬ sociazione dei militari (250 mila aderenti) annuncia una protesta di piazza. Si svolgerà l'I l settembre a Berlino e ci si aspetta la partecipazione di almeno 5000 soldati di ogni grado, parola d'ordine: «Ci spediscono in guerra e subito dopo ci prendono a calci nel sedere». Commenta il presidente dell'Associazio¬ ne, Bernhard Gertz: «1 soldati considerano i tagli al bilancio militare un grave atto di sfiducia, il governo ha messo l'esercito con le spalle al muro». Al di là delle proteste, resta una pesante incognita politica. Se Schroeder e Eichel non saranno capaci di mediare, il pacchetto varato ieri dal governo ri- schia di essere bocciato. Almeno al «Bundesrat», la Camera delle regioni alla quale spetta in molti casi l'ultima parola: la sinistra socialdemocratica orfana di Lafontaine e rappresentata dal suo successore alla guida della Saar, Klimmt, minaccia di respingere il piano se Schroeder non cederà sulle pensioni. Previsti drastici risparmi anche nelle spese militari: dopo la missione in Kosovo c'è tensione altissima nella Bundeswehr II Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder con la moglie . Doris si concede ai fotografi davanti alla sede della nuova Cancellerìa a Berlino tornata capitale della Germania Il duro scontro con il sindacato sulle pensioni ha fatto precipitare la sua popolarità al punto più basso dalla vittoria elettorale

Luoghi citati: Berlino, Germania, Kosovo