Esplosione in raffineria, Ancona in tilt

Esplosione in raffineria, Ancona in tilt Alba di terrore nella sala pompe: ustionati in modo grave 2 operai, rischi per l'ambiente Esplosione in raffineria, Ancona in tilt Bloccati per alcune ore l'aeroporto, la ferrovia e VAdriatica ANCONA Un forte boato, poi altri due meno potenti. Sono le 5.37 di ieri mattina quando dalla raffineria Api di Falconara Marittima si alzano fiamme di 50 metri. Investono due operai che lavoravano alla manichetta della pompa del serbatoio 232. Ettore Giuliani, 38 anni, è in condizioni disperate al Centro grandi ustionati dell'ospedale Bufai ini di Cesena. Meno grave il compagno di lavoro, Mario Gandolfi, ricoverato a Roma. Illeso un terzo operaio che era con loro. • L'incendio si è sviluppato nella zona cosiddetta del parco «Silv», nella sala pompe di trasferimento dalla raffineria al deposito nazionale. Due le fasi dell'incidente, secondo le prime ricostruzioni: dispersione di benzina da una pompa - dieci metri cubi, secondo i vigili del fuoco - con formazione di una nuvola gassosa. Poi qualcosa, non ancora identificato, ha provocato l'innesco, seguito da una deflagrazione e da una serie di altri inneschi. Le fiamme hanno inve- stito i due dipendenti, poi si sono estese alla sala pompe e agli impianti di trasferimento del greggio. il doppio piano di emergenza interno ed esterno - è subito scattato. E alle 7.50 l'incendio era già domato. Fino alle 9, però, ci sono stati ritardi sulla linea ferroviaria Bologna-Ancona e all'aeroporto di Ancona. Lo stabilimento è stato isolato per un raggio di due chilometri e una cinquantina di residenti sono stati allontanati qualche ora per precauzione. Secondo una prima valutazione, l'incendio non dovrebbe aver sprigionato emissioni tossiche nell'aria perché i fumi derivano dalla combustione di benzina, che non è tossica. I vigili del 11 >cò hanno definito «da manuale» il ni odo in cui ha funzionato il piano di emergenza della raffineria, ma questo giudizio non ha ridotto il numero né llntensità delle polemiche. Lo scoppio di ieri è un nuovo anello nella catena di incidenti - l'ultimo è stato, lo scorso 26 gr gno, un inconveniente al serbatoio TK63 - che sottolineano la difficile convivenza, se non addirittura l'incompatibilità, tra la raffineria e il territorio. L'Api - Anonima Petroli Italiana - fa capo alla famiglia Brachetti Peretti. Lo stabilimento di Falconara si estende su una superficie di 65 ettari e, pur essendo la prima raffineria a essersi adeguata alla legge Seveso e a essersi data un piano di emergenza, resta pur sempre, come dicono gli abitanti della zona «una bomba innescata in casa». Inoltre la linea ferroviaria le passa proprio in mezzo. E ieri due treni sono passati proprio poco dopo l'incendio, prima che la Prefettura facesse scattare autonomamente il blocco della ferrovia, che l'Api non aveva ritenuto necessario. (r. cri.] La protesta degli abitanti: «Viviamo con una bomba innescata in casa» Mattina d'inferno alla periferia di Ancona per l'incendio nella raffinerìa di Falconara

Persone citate: Brachetti Peretti, Ettore Giuliani, Mario Gandolfi

Luoghi citati: Ancona, Cesena, Falconara, Falconara Marittima, Roma, Seveso