Una trappola per il ladro di cellulare

Una trappola per il ladro di cellulare In manette Una trappola per il ladro di cellulare Stava per andare a casa, con le borse della spesa. Frutta, verdura, pane e scorte per la settimana. Pesanti borsoni di plastica che si era trascinata su e giù per Porta Palazzo tutta la mattina. A un certo punto lo dorma - R. A., torinese quarantenne - ha avuto come un presentimento: quando ha controllato nella borsetta, il telefonino non c'era più. Dopo qualche attimo di comprensibile smarrimento, la donna si è ripresa, e ha fatto un tentativo. Entrata in una cabina, ha chiamato il suo numero, anche solo per sentire la voce del ladro e poter dirgliene quattro. E in effetti ha avuto ragione: dopo qualche squillo, ha sentito rispondere una voce straniera, dall'inflessione indubbiamente africana. «Quel telefonino è mio, devi restituirmelo. Tanto con una telefonata lo blocco e non lo puoi più usare». Dall'altra parte, la voce sconosciuta abbozza un'improbabile difesa: «Io non ho rubato, io l'ho comprato. Ma se lo vuoi, mi dai 200 mila e te lo porto». La donna finge di stare al gioco: «Ok, va bene. Ti do i soldi, ma ho bisogno di quel cellulare. Lì dentro ci sono tutti i miei numeri. Dimmi dove ci possiamo vedere». L'extracomunitario dà appuntamento per il pomeriggio, in una via del centro. Ma al rendezvous, oltre alla signora, si presentano anche i carabinieri. Mohammed Moktar, marocchino di 29 anni, clandestino, viene arrestato per tentata estorsione.

Persone citate: Mohammed Moktar