I valdesi tiepidi sull'Anno Santo
I valdesi tiepidi sull'Anno Santo I valdesi tiepidi sull'Anno Santo Pier Paolo Benedetto Che fatica il dialogo tra cattolici e protestanti! Basta una parola per mettere in crisi intere stagioni trascorse a sminuzzare la sapienza teologale alla ricerca di granelli di unità. Figuriamoci in che impasse si va a finire quando sulla soglia del millennio nascente le parole che dividono sono più d'una, nel nostro caso tre: Giubileo, Anno Santo, Indulgenza. Parole grondanti storia, sangue (vero), anatemi. Ferite che non rimarginano tanto facilmente. Ce ne siamo accorti anche ieri nell'incontro tra l'arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti, presidente del segretariato Cei per l'ecumenismo e il pastore Paolo Ricca, teologo e da decenni autorevole delegato al dialogo con i cattolici. Incontro informale (il Sinodo non affronta il problema) ma non sterile: ognuno difende le posizioni ma lo fa con garbo. Anche il tono conta e Ricca sottolinea che si parla di Giubileo ed Anno Santo «con rispetto» e che a differenza di un tempo, neppure tanto lontano, «il linguaggio si è addolcito, si è fatto più fraterno». Mons. Chiaretti (segue il Sinodo da tre giorni) ricorda i passi comuni affrontati e risolti: la traduzione interconfessionale della Bibbia, la traduzione ecumenica del Vangelo di Giovanni, il Testo comune sui matrimoni interconfessionali. Ammette: «Il Giubileo rischia di diventare un'ombra anziché un momento di grazia». Ed aggiunge: «Quanto poi al tema scottante dell'indulgenza vi invitiamo a prendere sul serio il travaglio della Chiesa cattolica e il quadro molto rinnovato della sua prassi penitenziale». Ma la Federazione delle chiese evangeliche in Italia in un documento ribadisce che mescolando Giubileo e Anno Santo con tutto il bagaglio celebrativo connesso, la Chiesa romana ripropone «temi che pensavamo ormai accantonati dal dialogo ecumenico». Si tratta di un disagio configurato «come "scandalo teologico", che porta tutte le chiese evangeliche italiane a rifiutare qualunque invito che si inquadri nell'ambito delle manifestazioni dell'Anno Santo». Però, però... Paolo Ricca dice che la «fatale centralità di Roma e del Papa» nonché il trionfalismo celebrativo dell'avvenimento, pur costituendo ostacoli gravi al dialogo, non devono interferire in settori dove l'incontro con i cattolici sta dando nuovi frutti. In fondo, il Giubileo è un episodio, un incidente di percorso (si può dire?): l'itinerario di riconcializione ha per centro l'incontro comune con Gesù Cristo che per la fortuna delle chiese cristiane, da due millenni, è il riferimento primario. Sempre attorno alle tematiche ecumeniche, il Sinodo ha raccolto due proposte, una riguarda il dialogo con le Chiese pentecostali («ala marciarne del cristianesimo contemporaneo» le ha definite Ricca); l'altra, il reciproco riconoscimento fra le Chiese che praticano il battesimo dei bambini e quelle di area battista che praticano esclusivamente il battesimo degli adulti. Il Sinodo discute oggi dell'ecumenismo «Ma siamo inflessibili sulle indulgenze»
Persone citate: Chiaretti, Gesù, Giuseppe Chiaretti, Paolo Ricca, Pier Paolo Benedetto, Ricca
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