Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi Un loltore ci scrive: «In risposta a quanto affermato dal lettore Appendini, mi risulta che la strada Bardonecchia-Sommeiller, secondo quanto riferitomi da un generale degli alpini in pensione, sia stata costruita non dai nostri avi ma dai prigionieri austriaci della prima guerra mondiale. «Sono daccordo sulla necessità di una maggiore manutenzione della strada. L'ideale sarebbe metterla in condizioni di essere percorsa da ciclisti professionisti in modo da inventarsi una classica estrema della salita che darebbe risonanza intemazionale alla zona». Andrea Bucci Una lettrice ci scrive: «Giorni fa son andata con la mia famiglia in una piscina "in" nelle colline del Torinese. Fin qui, voi penserete, nulla di strano. Ma ecco il fatto: all'ingresso oltre al normale biglietto di entrata mi sono state chieste 1000 lire per ogni membro della famiglia, per una tessera associativa. Senza battere ciglio ho pagato e all'interno ho scoperto una zona "vietata a chi non è socio". «Credendomi socio ho cercato di entrare nella suddetta zona ma non mi è stato permesso. Ho quindi chiesto spiegazioni ma non mi sono state date. «A questo punto mi chiedo: a cosa servirà mai questa fantomatica "tessera associativa"?». Segue la firma Una lettrice ci scrive: «Mentre tento di salire su un tram della linea 18 alla fermata di p.zza Carducci, appena appoggiato il piede sulla pensilina si chiude improvvisamente la porta incastrandomi la caviglia tra la pensilina e la porta del tram. Devo ringranziaie una donna appena scesa dal tram che mi ha vista in quella pericolosa posizione: ha avvertito il conduttore impedendogli di partire e di trascinarmi con tutte le conseguenze, essendo impossibilitata a liberare il mio piede. Dopo aver aperto la porta ed essere riuscita a sabre sul tram con la caviglia dolorante, il conduttore mi ha assalita verbalmente non avendo capito il rischio che ho corso e senza preoccuparsi delle mie condizioni! Conclusioni: sono qui con la caviglia contusa e delusa della maleducazione di chi dovrebbe invece avere un po' più di umanità sul lavoro». Michela Feis Una lettrice ci scrive: «Professoressa di ruolo nella scuola secondaria superiore, insegno dal 1992, pur risiedendo a Torino, in un ridente centro del Canavese di cui, dopo sette anni di 90 km quotidiani, inizio a cogliere con più.difficoltà l'innegabile grazia. «Saranno le levatacce, l'insufficienza dei mezzi di trasporto, il costo della benzina, il rischio dello stare aggrappati al volante sotto pioggia e neve, dentro buio e nebbia, ma que¬ st'anno ho davvero sperato nel trasferimento. «"Hai perso di nuovo? Ma come si fa a vincere a questo gioco?", mi chiede mio figlio davanti al Provveditorato. Ho un bel spiegargli che ciascuno dei partecipanti ha un punteggio e chi ha più punti vince, perché segue una regola anche a me poco chiara. Porto un esempio: io ho 70 punti e, in caso di vittoria, vorrei insegnare in una certa scuola di Torino; il mio avversario ha 50 punti e, pur insegnando già a Torino, aspira alla stessa scuola dei miei sogni. «Vince lui perché già lavora a Torino. Vince lui con 20 punti in meno. Vince perché già sui posto. E i punti non contano. «"Gioca in casa", osserva mio figlio. Ma, oltre a precisare che Torino è la mia casa giacché da anni e generazioni ci abito, mi sovviene che i punti assegnati da chi gioca in trasferta vanno in classifica e, anzi, valgono il doppio. Esiste qualcuno che sappia spiegarmi il motivo per cui le regole degli insegnanti paiano meno logiche di quelle dei giocatori di pallone?». Segue la firma Una lettrice ci scrive: «Mio marito ed io siamo inquilini di un alloggio di camera e cucina sito alla periferia di Torino. Paghiamo L. 620.000 al mese, senza le spese. Abbiamo un contratto "Patti in deroga" 4+4. Più di una volta i nostri proprietari ci hanno chiesto soldi in nero poiché, dicono, non ce la fanno più ad affrontare le spese. Noi non abbiamo mai ceduto e ci è stato detto che l'alloggio sarà venduto e noi, di conseguenza, sfrattati. Certo... se pagassimo i proprietari non si vedrebbero costretti a vendere;.. Io però mi chiedo questo: se è vero, come lamentano i proprietari di alloggi, che non ce la fanno più ad affrontare le spese e le tasse e si vedono costretti a ricorrere a certi espedienti, ma allora perché deve essere penalizzato l'inquilino che è il meno abbiente e quindi il più facile da ricattare?». Segue la firma «Quella strada è stata costruita dai prigionieri austriaci» - «Ma non basta avere la tessera per essere soci?» - «Dopo la caduta il tranviere mi ha sbeffeggiata» - «Strano gioco dei punteggi» - «Siamo ricattati»

Persone citate: Andrea Bucci, Carducci, Michela Feis

Luoghi citati: Torino