Zorro beffa anche le Guerre Stellari di Lorenzo Soria

Zorro beffa anche le Guerre Stellari Si firma con una «Z» e tiene Hollywood sotto scacco scaricando su Internet i maggiori successi Zorro beffa anche le Guerre Stellari Caccia alpirata che mette online i flint appena usciti Lorenzo Soria LOS ANGELES E' stata l'estate di «The Matrix» e di «Austin Powers», dell'attesa per il nuovo film di Stanley Kubrick e della sorpresa per il successo di «The Blair Witch Project», 60 mila dollari per produrlo e incassi che potrebbero andare oltre il quarto di miliardo di dollari. Ma se non ci ha fatto sopra un brutto sogno nel corso della notte, quando poi si risveglia la mattina il presidente dell'associzione che raccoglie i produttori e gli studios di Hollywood, Jack Valenti, ha sempre in testa Zorro. Non il film dell'anno scorso con Anthony Hopkins e Antonio Banderas ma un misterioso hacker che cosi, tanto per provare che se vuole ci riesce come e quando vuole, scarica copie di film pirata su Internet e che, come provocazione, si fa chiamare Zorro. E mica scarica roba vecchia, il nostro Zorro digitale. «The Blair Witch Project» era disponibile online mesi prima del debutto nelle sale cinematografiche. Di questi tempi si possono vedere «Eyes wide shut» e «Austin Powers», e tutti gli altri successi dell'estate. E nonostante un esercito di cyberavvocati mobilitati dalla LucasFilm per fermare le copie pirata dell'ultimo «Guerre stellari», la sera della prima newyorchese era già online e adesso ha la singolare distinzione di essere il film più ricercato da chi decide che non c'è ragione di pagare i soldi per il biglietto al cinema quando lo stesso prodotto e' disponibile gratis senza lasciare la propria scrivania. «Il fatto che i film possano venire digitalmente disseminati su Internet rappresenta un serio problema», sostiene Gordon Radley, amministratore delegato della casa cinematografica di George Lucas. Un processo roso possibile da MPEG, un formato per comprimere i file digitali e la cui sigla sta per «Motion Picture Experts Group». Prima di comprimerlo e di digitalizzarlo in files da 5-600 megabytes, occorre avere il film e qui ci sono due strade. A volte i pirati riescono ad ottenere una copia da qualcuno dentro uno studio o da un proiezionista. Spesso si accontentano di un complice che entra in una sala con una videocamera e registra ciò che appare sullo schermo. Basta dunque avere il software per leggere un file MPEG e tutto ciò che occorre, a questo punto, è la pazienza. Con un modem normale, scaricare un film come «Guerre Stellari» può richiedere anche 3 giorni. Ma per chi ha le linee superveloci e collegato alla rete via cavo, bastano 30-60 minuti, anche perché i pirati hanno trovato un involontario alleato in Bill Gates e nel suo Windows Media Player, software che consente di ridurre la dimensione di un filmo di migliorarne la qualità dell'immagine. Scaricare un film su un computer è insomma relativamente semplice. E con grande rabbia e frustrazione di Valenti e dei boss degli studios si tratta di un'opzione la cui conoscenza non è più ristretta a una casta ristretta di persone. «La pirateria nella musica è ancora una cosa grossa», spiega «Space Rogue» , nome di battaglia del fondatore di «Hacker Network News», «Ma quelli veramente alla moda scaricano film». Per cercare di formare «Z» e gli altri suoi colleghi è intervenuta anche l'Fbi, che sinora non ha avuto grande fortuna. «Non abbiamo ancora fatto alcun arresto», ammette George Grotz, l'agente cui è stata affidata la missione. Anche perché invece che nella World Wide Web i film vengono scari¬ cati nell'underground di Internet, migliaia di «Chat channels» che garantiscono l'anonimato e noti con la sigla Ire, Internet Relay Chat. Spesso si accede ai siti solo per invito e una volta dentro occorre un passaparola. Valenti passa dunque giornate sempre più amare. Già senza Internet la pirateria costa agli studios sui 250 milioni di dollari negli Usa e dai due ai tre miliardi a livello internazionale. Mancava solo la pirateria digitale e Valenti non ha dubbi. «Se non facciamo qualcosa, diventa una valanga e il nostro business scomparirebbe». E che cosa può realisticamente fare? «Non lo so», continua. «E' come la testa di Medusa: tagli un serpente e ne spuntano due, una lotta senza fine». Valenti teme che quella del cinema faccia la fine dell'industria musicale, fattasi prendere in contropiede dalla diffusione di dischi e musica via Internet. Ma nel fronte del cinema ci sono già delle divisioni. La Artisan, la casa di distribuzione che ha fatto il colpaccio con l'acquisto dei diritti per «The Blair Witch project», nega di avere disseminato apposta il film via Internet per creare attesa. Ma dopo il successo di quel film, il presidente della società, Mark Curdo, ha dichiarato che una volta risolti problemi dei diritti e degli introiti ritiene che il cyberspa zio potrebbe rivelarsi un allea to e non un nemico. E' accaduto nel mondo della musica, dove le Case musicali, alla fine, hanno accettato di stabilire uno standard e di usare Inter net a loro vantaggio. Potrebbe accadere anche in quello del cinema, «Z» e compagni permettendo. Inutile lo sforzo della LucasFilm che aveva mobilitato i suoi cyber-avvocati: l'hacker ha colpito la sera della prima Il film rivelazione dell'anno, «The Blair Witch Project» è stato riprodotto mesi prima del lancio anche l'Fbi indaga ■JliSUNI WS| the iSU Nevyj Miuiùsofl Iriteinel Éxploiei jj £te Modifier Visuafea V* &tt«W 2 4 i 1 a ii a d * a "«6 m lixfetfo Z Avanti * Tetrnino Aggbma Pagina Ceica Pfcfefiti Qonotogw Cartas , Atutto Posta Stampe miziale icheimo efettionica i j Indkizzo [|6] htlp//www isonews com/ i®WÌp7/ur;.imdb.c inastarti! 1 S3 0 fa W li ^jPosiaalifoin... i [ jjjj^j Àiea internet |^Ì[iS0NEW... £)PERMIRET...| ^Passeg | ^PlaytrtgbyH...| jpjp 1332 Qui accanto una scena di «Guerre Stellari»: la sera della prima newyorkese il film era già in rete. In alto, Cruise e Kidman nel film di Kubrick subito scaricato su Internet

Luoghi citati: Hollywood, Los Angeles, Usa