«Fed, tassi in su contro l'inflazione» di Zeni

«Fed, tassi in su contro l'inflazione» Passa dal 5 al 5,25% la remunerazione dei Fed Funds. Lo sconto al 4,75. Improbabile un altro rialzo a breve «Fed, tassi in su contro l'inflazione» Wall Street, dopo un nuovo record, chiude invariata Armando Zeni Mll ANO Cresce dello 0,25% il costo de denaro americano. Nessuna sorpresa, l'aumento dei tassi su Fed fund era ormai dato per scontato dai mercati è ieri nella sua riunione di mezza estate l'organismo monetario della Federai Reserve ha puntualmente deciso il rialzo dal 5% al 5,25% della remunerazione dei Fed fund. Tutto come previsto. Semmai, la sorpresine è stata la decisione di aumentare anche il tasso di sconto (dal 4,50% al 4,75%) che negli Stati uniti non lia l'importanza che ha nei paesi europei: contano soprattutto i tassi dei fondi federali. Dunque, Alan Greenspan, il presidenti; della Fed ha mantenuto le sue promesse: tener sotto controllo l'inflazione mandando un segnale al mercato. Ma proprio a confermare (pianto fosse scontata e poco traumatica questa decisione, ecco la tenuta di Wall Street, termometro sensibilissimo degli umori del mercato. Nessun crollo, giusto uno scivolone- di 00 punti pochi minuti dopo la diffusione della notizia seguito da un parziale recupero (ha poi chiuso a un soffio dai massimi, -0,15% a quota 11.283,3). Regge Wall Street. E anche le Borse europee, attentissime alla reazione del mercato Usa, tutto sommato se la sono cava- ta anche se per lunga parte della giornata hanno navigato a vista. E non tanto perchè l'esito della riunione del Fomb fosso imprevedibile, al contrario, ma piuttosto perchè impegnate tutte a capire meglio le strategie della politica monetaria statunitense. L'interrogativo, in pillole, era più o meno il seguente: si tratta dell'ultimo ritocco dei tassi Usa dopo quello di l'ine giugno, una sorta di salvagente protettivo per evitare la ripresa di una forte spinta inflazionstica negli States? Oppure il monitoraggio della Fed continuerà a farsi sentire e a ottobre, alla prossima riunione del Fomb, potrebbe arrivare un'ulteriore stretta? Ebbene, anche se è difficile ipotecare il futuro, ieri sera la Fed ha dato una prima risposta positiva confermando che il corso monetario resterà «neutrale», in altre parole che dopo la stretta di ieri (e la precedente di fine giugno) che dovrebbero diminuire il rischio inflazione un'ulteriore rialzo dei tassi a ottobre (prossima riunione del Fomb) sembra difficile. E' quello che sperava Wall Street (e gli altri mercati) che teme innanzi tutto un periodo di incertezza da qui a ottobre. Certo, per le decisioni future molto dipenderà dai ritmi di crescita dell'economia americana a vantaggio delle due aree mondiali che stanno dando segnali sempre più vistosi di ripresa, Giappone ed Europa. Ma per quanto importanti siano le condizioni delle economie mondiali, tutti gli analisti concordano nel sostenere che a determinare il corso della politica monetaria della Federai Reserve sarà sempre l'andamento della congiuntura interna. Più volte, anche recentemente, il presidente Greenspan ha confermato l'intenzione della Fed di impedire la formazione di squilibri, ribadendo che il corso della politica monetaria statunitense dipenderà dagli sviluppi che si verificheranno in tre settori cruciali: l'espansione del Pil, l'andamen- to dei prezzi, l'evoluzione del mercato del lavoro. E su questo scenario si è concentrata ieri Wall Street che dopo un lunedì da record, quasi che gli eventuali provvedimenti del giorno dopo non la riguardassero, ha vissuto un martedì di cautela, altalenante, con previsioni da grande ribasso (prima della partenza) e poi un'apertura in ribasso ma non come temuto (-0,31%) seguita da giù e su che, pur segnalando la nervosa attesa della grande Borsa via via che l'ora della riunione del Fomb si avvicinava, non hanno causato nessun crollo. Poi i sessanta punti persi dal Dow Jones all'annuncio del rialzo dei tassi e quindi il parziale recupero proprio grazie alla conferma di Greenspan sulla neutralità del corso menetario che, a detta di molti analisti, allontana il rischio di una nuova stretta a ottobre. E così, grazie alla tenuta della Borsa newyorkese, è potuto succedere che a metà pomeriggio anche le Borse europee, che fino a quel momento avevano viaggiato con il freno a mano innestato proprio per le previsioni di forte ribasso a Wall Street, hanno ripreso fiato per la tenuta di New York e se qualcuna, come Londra (-0,11%) e Zurigo (-0,6%), ha limitato le perdite, altre sono addirittura passate in positivo come Francoforte ( + 0,41 %), Parigi ( +1,18%) e Milano ( + 0,41%) dove l'indice Mibtel è riuscito a superare il massimo raggiunto a fine '98. Ma, per la cronaca, Piazza Affari ieri è stata sostenuta soprattutto dalla corsa al titolo Generali ( + 5,65% coll'1% del capitale passato di mano) dopo le voci di una possibile Opa da parte della francese Axa con riflettori puntati anche sull'attuale maggior azionista di Trieste, Mediobanca ( + 3,78%), impegnata sempre secondo queste voci di mercato a blindare il controllo sulla compagnia con fusioni che potrebbero coinvolgere Fon diaria o Ina. UN ANNO m TASSÌ A AAA AAA A _______ BREVE 10N60 BREVE LUNG0 BREVE LUKG0 BREVE LUNG0 AGOSTO 5,50 5,33 0,75 1,47 4,93 4,80 7,74 5,54 SETTEMBRE 5,35 4,80 0,55 1,05 4,96 4,53 7,47 5,10 OTTOBRE 5,10 4,52 0,58 0,86 4/49 4,49 7,20 4,98 NOVEMBRE 5,19 4,84 0,62 0,92 3,93 4,43 6,97 4,91 DICEMBRE 5,07 4,65 0,62 1,47 3,35 4,04 6/44 4,49 GENNAIO 4,82 4,71 0,67 1,86 3,16 3,93 5,89 4,26 FEBBRAI0 4,82 5,00 0,52 2,03 3,11 4,06 5,51 4,40 MARZO 4,84 5,22 0,24 1,77 3,07 4,28 5,36 4,65 APRILE 4,60 5,18 0,17 1,64 2,70 4,13 5,26 4,49 MAGGIO 4,84 5,58 0,14 1,40 2,60 4,31 5,31 4,77 GIUGNO 5,04 5,89 0,12 1,65 2,66 4,65 5,16 5,02 LUGLIO 5,15 5,78 0,13 1,70 2,69 4,95 5,14 5,20 -

Persone citate: Alan Greenspan, Greenspan

Luoghi citati: Europa, Francoforte, Giappone, Londra, Milano, New York, Parigi, States, Stati Uniti, Trieste