«Il Kosovo senza serbi è quasi pronto»

«Il Kosovo senza serbi è quasi pronto» Ad Orahovac gli albanesi continuano a bloccare le strade di accesso alle truppe russe della Kfor «Il Kosovo senza serbi è quasi pronto» Amara denuncia dell'Alto commissariato dell'Onu Inorici Badurina ZAGABRIA «Russi, no grazie». Con centinaia di trattori, camioncini, autocarri e automobili gli albanesi di Orahovac continuano a bloccare le strade di accesso alla città per impedire l'arrivo delle truppe russe della Kfor. I soldati russi dovrebbero prendere il posto del contingente olandese che attualmente controlla questa regione del Kosovo, ma la popolazione di Orahovac a maggioranza albanese non ne vuole sentir parlare. «1 mercenari russi hanno preso parte a molti massacri compiuti dai miliziani serbi a Orahovac. I russi sono amici dei serbi e noi non li vogliamo» ripetono i rappresentanti della delegazione albanese che da duo giorni sta trattando con il comandante del contingente olandese della Kfor, colonnello Ton Van Leon. «Gli albanesi sostengono che i russi sono slati coinvolti nelle sanguinose stragi avvenute nella zona, mentre noi cerchiamo di spiegare loro che le truppe di Mosca stanno contribuendo a ristabilire l'ordine nel Kosovo. Dobbiamo convincerli ad avere fiducia nei russi». Alla domanda se verrà usata la forza per rompere la protesta albanese il colonnello Van Loon ha risposto negativamente. «Per noi è importante costruire un rapporto di fiducia con la gente di Orahovac, e la fiducia non si costruisce con la forza». Il comandante olandese ha poi fatto l'esempio della vicina località di Malisevo dove i russi sono stati accolti senza grandi problemi dagli abitanti albanesi. Ma Orahovac è molto più grande. Oltre agli albanesi vi vivono anche i serbi che sarebbero felicissi-. mi di vedere i soldati russi in città. Un centinaio di loro si sono radunati ieri con le bandiere jugoslave per salutare l'arrivo del battaglione russo. Mentre il blocco continua da Mosca arrivano le prime reazioni: «Si tratta di una provocazione programmata e ben organizzata, di una sfida aperta alla comunità internazionale in diretto contrasto con le risoluzioni del consiglio di sicurezza dell'Onu» afferma un comunicato del ministero degli Esteri russo. Oggi riprenderanno le trattative con la delegazione albanese. Ma il problema più grave del Kosovo rimane la pulizia etnica, questa volta a danno-dei serbi. A denunciare l'incessante esodo dei serbi è l'alto commissariato per i profughi dell'Onu. «Presto non ci saranno praticamente più serbi nella regione» ha dichiarato il portavoce Chris Janowski. Secondo le stime di questa agenzia nel Kosovo resterebbero solo 30 mila serbi, mentre a detta di Belgrado 195 mila sarebbero fuggiti in seguito alle minacce di rappresaglia da parte degli albanesi. «Oggi sono stati evacuati 28 anziani da Prizren. Tutti erano terrorizzati ed hanno chiesto di essere trasferiti in Serbia» ha detto Janowski aggiungendo tuttavia che la maggior parte dei profughi serbi ha agito di testa sua, scappando dall'atmosfera di terrore instauratasi nel Kosovo malgrado l'impegno delle forze di pace della Nato e dell'Onu di garantire la sicurezza a tutti i cittadini. A Pristina sono arrivati ieri il ministro degli Esteri tedesco Fischer e quello francese Vedrine. In un incontro con il leader dell'Uck Hashim Thaqi, i due ministri hanno sottolineato la sua responsabilità nel rispettare l'accordo internazionale che prevede un Kosovo multietnico e democratico. «L'Uck deve contribuire al miglioramento della sicurezza delle minoranze serba e zingara e al rispetto dei luoghi di culto» hanno detto Fischer e Vedrine. Ma anche ieri sette serbi sono rimasti feriti in due diversi attentati dinamitardi a Gnjilane, città controllata dal contingente americano. Gli ordigni sono scoppiati in una videoteca e in un'abitazione privata. E il capo dell'amministrazione civile dell'Onu nel Kosovo il francese Bernard Kouchner ha rilanciato l'idea di costituire dei cantoni dove trasferire la popolazione serba per proteggerla meglio dalle vendette degli albanesi. «Non siamo favorevoli a cantoni permanenti, ma se dovessimo istituirli temporaneamente siamo pronti a prenderli in considerazione» ha detto Kouchner accogliendo la proposta formulata nei giorni scorsi dal leader della comunità serba kosovara Momcilo Trajkovic. Un ragazzino di Orahovac partecipa alla dimostrazione contro i russi della Kfor