Nasce la contro-lega, si chiama Futuro Nord

Nasce la contro-lega, si chiama Futuro Nord Ieri a Brescia il secondo decisivo vertice in casa di Vito Gnutti, presenti Domenico Cornino e il veneto Ceccato Nasce la contro-lega, si chiama Futuro Nord «A settembre le convention dei movimenti regionali lì puntiamo anche ad avere gruppi in Parlamento» Giuseppe Sangiorgio BRFCCIA Nasce «Futuro Nord», movimento «federalista» tenuto a battesimo, ieri a Broscia, nella casa del senatore Vito Gnutti. Intorno al tavolo, in un'intonsa giornata di lavoro, oltre all'ospite, il deputato piemontese Domenico Cornino e il senatore di Vicenza, Giuseppe Ceccato, tutti fuoriusciti dalla Lega, espulsi, o quanto meno allontanati, per contrasti con il gran capo Umberto Bossi. E mentre quest'ultimo annuncia che gli Stati generali del Carroccio si svolgeranno, dal 3 al 5 settembre, in terra subalpina, in quoll'Acqui Terme di cui è sindaco Bernardino Bosio, incaricato, dopo la «defenestrazione» di Cornino, a guidare il Piemonte «padano», l'ex capogruppo dei deputati a Montecitorio, con Gnutli e Ceccato, definisce tempi e modi di «Futuro Nord». Soggetto politico che, a dire di Cornino, avrà una decina di deputati e altrettanti senatori, i quali, a Roma, si batteranno per dare «autonomia, libertà e responsabilità alle popolazioni del Nord e del Centro Italia». Il movimento prenderà forma da una serie di convention «territoriali», previste fra il 15 e il 30 settembre, che, al termine del percorso, coinvolgeranno 13 regioni: dalla Valle d'Aosta all'Umbria, dal Friuli alle Marche, dal Veneto alla Toscana. Entro ottobre, infine, si svolgeranno le assise confederali che diventeranno l'atto ufficiale di fondazione. Gnutti, Ceccarelli e Cornino, ieri a Brescia, hanno messo a punto una prima bozza del «manifesto» di «Futuro Nord», considerando, almeno per ora, «marginale-» il discorso delle alleanze. Eccone i temi che saranno discussi nelle convention: il federalismo come «unica possibilità democratica e non violenta di superamento del centralismo italiano, da rendere concreto attraverso una fase costituente». Quindi il riconoscimento «di un'Europa politica dei popoli, anche attraverso un confronto con altri movimenti europei che sappia valorizzare le diversità». Non c'è traccia di «secessione», in queste prime «affermazioni» che bene o male si pongono in diretta concorrenza con ì Lumbard di Bossi. Anche se Cornino lo nega. «La Lega - dice - non ha nulla da temere, non le saremo antagoni- sti. Anzi, personalmente spero che abbia un brillante futuro». Un fatto, però, sembra smentirlo: l'altra sera in Consiglio comunale a Mondovi, cittadina della provincia di Cuneo a pochi chilometri da Morozzo, suo paese d'origine, sei dei sette eletti nel Carroccio, compreso il sindaco Riccardo Vaschetti, hanno abbandonato la Lega Nord e Umberto Bossi. Fedele al Senatur è rimasta soltanto una amministratrice. Il gruppo consiliare dei fuorusciti, non avendo ancora ricevuto le indicazioni emerse ieri a Brescia, per ora, si chiama «Piemont». Ma le eventuali perdite, dovute al passaggio di «militanti» da Bossi al nuovo gruppo, dopo le espusioni e il conseguente «strappo» di luglio, saranno, come detto, valutate a porte chiuse il 3 e 4 settembre ad Acqui Terme, durante gli Stati generali del Carroccio, che saranno conclusi, questa volta pubblicamente, domenica 5, dallo stesso Umberto Bossi. Domenico Cornino, espulso dalla Lega, sta fondando «Futuro Nord"