«Niente togli alle pensioni nella Finanziaria» di Raffaello Masci

«Niente togli alle pensioni nella Finanziaria» Ma per questo la manovra potrebbe lievitare a 17.500 miliardi. G-10, altro allarme previdenza «Niente togli alle pensioni nella Finanziaria» Amato: non prima del2000 Raffaello Masci ROMA «Non ci saranno tagli alle pensioni nella legge Finanziaria». La frase viene pronunciata dal ministro del Tesoro Giuliano Amato a Canberra, nel corso di una delle conferenze che il ministro-professore sta tenendo in Australia su invito dell'Università del Nuovo Galles del Sud. In Italia quella frase ha prodotto due effetti di grandissima rilevanza: il primo è sulla finanziaria medesima, e il secondo sulle controversie interne al sindacato, sempre in materia previdenziale. Il primo. La succitata Finanziaria, proprio per effetto di quei tagli che non ci saranno, potrebbe essere non più di 15 mila miliardi ma di almeno 17 mila e cinquecento. Non c'è, beninteso, alcuna conferma ufficiale per questa cifra, ma il consigliere del Tesoro Paolo Onofri non nascondo cho la mancanza dei previsti tagli pensionistici «determinerà un giro di vite su altre voci di spesa» anche se «su quali, è ancora tutto da valutare». Resta poi sempre valida l'ipotesi di spostare l'intera materia previdenziale nd una legge delega da inserire in un collegato. E ieri, parlando al meeting dell'Amicizia di Riminii il ministro dell'Industria Horsani, ha voluto chiamare il governo fuori dal clamore delle voci che si rincorrono in questi giorni, affermando che «una posizione chiara dell'esecutivo sulla previdenza, verrà espressa solo a settembre quando si aprirà il confronto sul welfare». Fin qui il primo effetto quello più politico - alle parole di Amato, Quanto al secondo, va a toccare nel vivo il dilemma che su questa materia dilania il sindacato. Com'è noto, i rappresentanti dei lavoratori hanno fissato con il governo una revisione del sistema pensionistico ogni tre anni, e la prossima cadrebbe nel 2001. Da quella scaden¬ za Cisi e Uil non vorrebbero scostarsi, mentre la Cgil - nella persona del suo leader Cofferati - si è detta disponibile a trattare sulla proposta di Veltroni per un passaggio rapido al sistema contributivo per tutti. Ora, l'assicurazione di Amato ha ridato forza alla posizione di Cofferati: «Adesso si potrà parlare di pensioni non in uria logica di tagli ma di una riforma di ampio respiro» ha detto il responsabile per il Lavoro dei Ds Alficro Grandi (ex sindacalista Cgil). Ma se la cosa sembra aver tranquillizzato Grandi (o forse Cofferati) non ha fatto lo stesso effetto su altri leader sindacali: non solo Uil e Cisi restano ferme sul loro punto (niente ritocchi prima del 2001), ma anche dentro la Cgil gli animi sono divisi. Due segretari confederali di alto peso come Walter Cerfeda e Giampaolo Patta, hanno detto di non pensare affatto ad una ipotesi generalizzata di passaggio al contributivo, e quindi hanno preso le distanze da Cofferati, in attesa di un chiarimento che i vertici del sindacato dovrebbero avere il 22 settembre. Una proposta salomonica tra le anime divise della sinistra, è venuta da un nume tutelare della medesima, come Armando ( :< issili la, il quale ha trovato una soluzione levantina secon¬ do cui «di pensioni si può anche parlare, ma nessuna decisione dovrà poi essere presa prima del 2001». E lo stesso ministro del Lavoro Cesare Salvi ammette che «non ci corre dietro nessuno, e il 2001 non è poi così lontano». Ovviamente l'opposizione guarda a tutta questa contesa come ad una manfrina inconcludente, e mentre Casini (Ccd) o Urso An) sono convinti che il centrosinistra, dopo tanto acclamare, non farà nulla perché schiavo dei ricatti sindacali, il senatore di Forza Italia Luigi Grillo spinge il cuore oltre l'ostacolo, proponendo un salto netto verso la privatizzazione del sistema previdenziale. Ma mentre le dispute fervono, un documento del G-10 segnala che la popolazione italiana (insieme a quella giapponese) invecchia vertiginosamente: tra dieci anni - dice - la generazione del baby-boom nata dell'immediato dopoguerra raggiungerà l'età pensionabile e, se per quella data non sarà messa mano al sistema previdenziale, il peso dei nuovi pensionati sulla finanza pubblica sarà insostenibile. E uno studio dell'Ordine dei Commercialisti rinforza l'allarme: già oggi il 20% delle pensioni sono pagate dalla fiscalità generale. I soldi stanno veramente finendo. Paolo Onofri ti ministro del Tesoro Giuliano Amato

Luoghi citati: Australia, Canberra, Galles, Italia, Roma