Lo mina Allianz sul cammino della Deutsche

Lo mina Allianz sul cammino della Deutsche Due anni di colloqui, poi l'offensiva di Bruer, che sogna un nuovo tipo di banca universale Lo mina Allianz sul cammino della Deutsche Si trattaper Dresdner, ma la compagnia vuol restareprimo azionista Carlo Bastasin inviato a FRANCOFORTE Festeggiando il 4 giugno scorso la fusione della sua banca con l'americana Banker's Trust, il numero uno della Deutsche Bank, Rolf Breuer, volle dare un segno di disponibilità culturale: al ricevimento fuori Francoforte si brindò a birra, ma birra americana. Se riuscirà a guidare in porto la fusione con la super-rivale Dresdner Bank, pur non prima del 2000, Breuer avrà bisogno di ben altri margini di compromesso per tenere unita! quella che sarà probabilmente la maggiore banca del mondo. Non si tratterà solo di unire due universi paralleli e ostili che da decenni si fanno concorrenza dai vicini grattacieli del Taunusanlage a Francoforte, ma di modificare il ruolo della banca e dei suoi rapporti con le imprese e di soddisfare gli. interessi del primo azionista della Dresdner Bank, il colosso assicurativo Allianz. Secondo indiscrezioni, Breuer dovrà garantire ad Allianz di rimanere primo azionista anche del nuovo megagruppo e di essere il terminale di tutte le attività di bancassicurazione in Germania e quindi, probabilmente, di ottenere il controllo delle attuali attività assicurative di Deutsche. Il primo sondaggio concreto sulla fusione avvenne due anni fa, proprio quando Breuer prese il posto di Hilmar Kopper al vertice della prima banca tedesca. A un colloquio con l'allora j direttore finanziario di Allianz Breitpohl fece seguito una richiesta di disponibilità a Dresdner. Allora però Dresdner voleva acquisire la Banque National de Paris e rifiutò l'approccio. A distanza di due anni, la situazione è cambiata: fondendosi con Paribas, Bnp è ora troppo grande per essere comandata da Francoforte, mentre Dresdner continua ad avere problemi di redditività (è solo la 20a banca europea per capitalizzazione) ed è esposta al rischio di scalate ostili. Non a caso oggi è proprio Dresdner a spingere per una fusione, tenendo aperta l'alternativa di Hypovereinsbank (per la quale ieri si ipotizzava il .matrimonio con Commerzbank). Breuer è preoccupato per l'inefficienza dell'attività bancaria al dettaglio e ha fuso la rete degli sportelli con la Bank-24 fondata da Deutsche nel '94 per l'online banking. A metà luglio Breuer spiegò che avrebbe lasciato utilizzare i servizi online anche a istituti rivali in cambio di quote nel loro capitale: «Ciò può portare al distacco dell'attività al dettaglio o alla fusione con altre banche - disse Breuer - oggi d'altronde le banche discutono ipotesi che solo un anno fa non stavano al mondo». Proprio questa sembra la strada scelta per cooperare con Dresdner. Gli analisti di Francoforte ieri osservavano che «la fusione delle reti di sportelli ha senso solo come primo passo per una fusione completa». Nonostante il rialzo dei 5% dei titoli delle due banche i dubbi sulla riuscita dell'operazione sono ancora forti: in una fusione Dresdner cesserebbe di fatto di esistere e non è chiaro che cosa succederebbe delle imprese che se ne servono come «banca di casa», spesso rivali di quelle servite da Deutsche Bank. Una fusione però consentirebbe al nuovo gruppo enormi risparmi, quasi uno sportello su due potrebbe essere tagliato. Se da un lato le conseguenze sindacali sono imprevedibili, quelle degli azionisti (Allianz compresa) dovrebbero essere favorevoli. Poco problematico è l'ostacolo antitrust, vista la bassa quota di mercato (15%) in un settore dominato dalle Sparkasse (50%). Quanto al ruolo di controllo del sistema industriale tede¬ sco, grazie alle quote di capitale d'impresa nei loro portafogli, è noto che le banche attendono la defiscalizzazione (al 35%) dei capital gains, prevista per il 2001, per liberarsi delle partecipazioni. Nei tre anni che gli restano al timone di Deutsche, Breuer vuole dare vita a «un nuovo stile di banca universale». La banca ha una posizione forte sui mercati dei capitali tedeschi, ma non nella finanza aziendale, dove è surclassata dalle investment banks americane. La fusione di Daimler (controllata al 24% da Deutsche) e Chrysler è stata curata da Goldman Sachs, consulente perfino nella fusione tra Deutsche e Banker's Trust. Deutsche è solo l'ottava banca europea per capitalizzazione e i suoi costi sono pari al 76% dei ricavi (contro il 56% di Citigroup). Recentemente la banca ha colto il boom della quotazione delle piccole aziende tedesche, ma prima di poter competere nell'investment banking deve migliorare l'efficienza dell'attività tradizionale. Per l'intera economia tedesca il guadagno di efficienza delle due banche maggiori potrebbe essere una potente sferzata che, combinata con l'addio al modello della «banca di casa» renderebbe più dinamico il capitalismo tedesco. Negli ultimi sei mesi il ricorso delle imprese ai mercati, anziché alle banche, per ottenere capitale è aumentato dell'80%: questi fondi andranno remunerati con rendimenti più alti di quelli chiesti dalle banche. TEDESCHI TERZI NEL MONDO (La classifica dei maggiori gruppi bancari al mondo, per attività iscritte a bilancio a luglio scorso, in miliardi di dollari) 1) Ibj-Dkb-Fuji bank (progetto) 2) BNP-Paribas-SG (progetto) 3) Deutsche Baiik-Dresdncr bank (Germania) 4) UBS-SBS (Svizzera) 5) Bank of Tòkyo Mitsubishi (Giappone) 6) Industriai and Commercial Bank of China 7) Credit Sulsse , 8) Hong Kong Shanghai Bank (GB) 9) Sumitomo Bank (Giappone) 10) Crédit Agricole (Francia) I i) Sanwa Bank (Giappone) 12) ABN Ambio (Olanda) 13) Norìnchukin Bank (Giappone) 14) BarclaysBank(GB) 1260 942,857 722,111 698,498 653,408 489,012 473,832 473,608 468,962 419,980 415,887 414,654 390,361 388,065 X