Borse, fuochi d'artificio in attesa della Fed di Zeni

Borse, fuochi d'artificio in attesa della Fed Bene le piazze europee con Milano in crescita dell' 1,41 per cento. Oggi la decisione di Greenspan Borse, fuochi d'artificio in attesa della Fed Recorda Wall Street, che hagià scontato l'aumento dei tassi Armando Zeni MILANO Si vedrà oggi se il signore del dollaro, il presidente della Fed Alan Greenspan, ritoccherà verso l'alto (di uno 0,25%) i tassi americani come ormai un po' tutti prevedono. Questione di ore, primo pomeriggio in Europa, mattina a New York, quando si riunirà il Fomb, l'organismo monetario statunitense, prima riunione di mezza estate da settimane indicata come il momento delle decisioni: dare un segnale della volontà della Federai Reserve di tener sotto controllo le pressioni inflazionistiche pur senza compromettere la crescita di un'economia come quella americana che continua a macinare record. Rialzo praticamente scontato, insomma, ben riassunto nelle parole di uno dei maggiori analisti della banca d'affari Salomon Brothers: «Ormai i mercati hanno metabolizzato un ritocco dòlio 0,25% dei tassi: in fondo si tratta di un onorevole compromesso tra chi, come la Fed, ha tra i suoi obbiettivi quello di tener sotto controllo la crescita dei prezzi e chi, come la Borsa, non ha mai visto di buon occhio un rincaro del denaro». Esatte o meno che siano queste previsioni, ieri, vigilia di possibile rialzo, i mercati hanno chiuso tutti in positivo (Londra +2,29%, Milano ) 1,41%, Zurigo + 1,36%, Francoforte +0,91%, Parigi l 0.34%) spinti anche da uno Wall Street in gran spolvero. A New York è stato infatti sfondato il massimo storico del Dow Jones, a quota 1 1.299,76 punti (+1,8%), quasi 90 in più rispetto al precedente primato, del 16 luglio scorso. Occhi puntoti sulla Foderai Reserve, che sulla carta potrebbe decidere un rinvio del ritocco alla prossima riunione d'ottobre del Fomb. Decisione, quest'ultima, che a giudicare dagli umori e dallo reazioni di Wall Street, è vista come fumo negli occhi, come elemento di incertezza da qui a ottobre: meglio insomma un rialzo subito dello 0,25% (già ampiamente scontato) che altre settimane sulla graticola del «rialzo sì, rialzo no». E cosi, aspettando la Fed, ieri i mercati, e soprattutto il grande mercato americano, hanno emesso in qualche modo la loro preferenza archiviando il possibile ritocco dei tassi Usa con un praticamente generale rialzo delle quotazioni. Wall Street fin dai primi minuti di contrattazioni ha chiarito ogni dubbio punendo in netto rialzo ( + 0,44%) consolidandosi col passare dei minuti: +0.99% e poi +1,3%. Poche incertezze. Tanto più che, nelle stesse ore, anche re dollaro ha dato segnali di ripresa nei confronti, se non dello yen, quanto meno dell'Euro che in serata (dopo le quotazioni ufficiali di metà giornata: 1,0667) era trattalo attorno all'1,05 in attesa, forse, di un'altra riunione: quella di giovedì della Bce, anche questo primo rendez vous dei banchieri europei dopo la pausa estiva in uno scenario che, a differenza di qualche mese fa, sembra decisamente più ottimistico. Ma se l'Europa è pronta a ingranare una marcia più alta, è dal Giappone che continuano ad arrivare le notizie più ottimistiche. Il ministro delle Finanze Kiichi Miyazawa ha ieri di nuovo ammesso che il governo punta a una ripresa a breve dell'economia nipponica e tanto è bastato a tener alti i corsi del Kabutocho (la Borsa di Tokyo ha chiuso a + 0,75%) e soprattutto i cambi di uno yen sempre più superyen che ha toccato i massimi sul dollaro negli ultimi sette mesi a quota 110,75 (contro i 111,78 di venerdì). Una corsa che, almeno a giudicare dalle parole di Miyazawa, potrebbe non essere ancora arrivata al termine visto che il ministro si è detto non contrario a un rialzo dello yen. Ma intanto, ovvio che sia il futuro dei tassi americani a tener alta l'attenzione perchè è chiaro che attorno alle decisioni della Fed, scontate o meno che siano, si ' giocheranno le prossime mosse dei mercati. L'incognita di Wall Street con il suo boom che regge da quasi nove anni e che è parsa finora impermeabile a tutte le messe in guardia di chi, primo tra tutti Greenspan, ha cercato di smorzare l'ottimismo da facili guadagni. E le speranze degli altri mercati, europei e giapponese, che ovviamente sperano di poter attingere in quell'enorme serbatoio di liquidità che potrebbe essere dirottata da Wall Street direzione Europa e Japan. Ieri, dopo il Kabuto-cho di Tokyo, le Borse europee hanno tutte a loro modo iniziato la settimana del possibile ritocco dei tassi americani con uno sprint beneaugurante. Vero è che, a spingere in alto molti titoli e molti listini, è stata la febbre da aggregazioni bancarie che ha praticamente contagiato ogni mercato dopo l'annunciata superfusione giapponese tra Dai-Ichi"Kangyo, Fuji e Industriai Bank of Japan. Così mentre alla City fanno sintille la Standars Chartered, la Bank of Scotland, la Tbs e la Barclays, a Parigi le duellanti Bnp e Société Generale si arroccano in attesa di eventi, a Francoforte piace il matrimonio tra Dresdner e Deutsche, entrambe su tra il 4% e il 5%, e in Piazza Affari si torna a parlare di grandi manovre nella galassia che va dalle Assicurazioni Generali alla Mediobanca di via Filodrammatici. min 26.000 25.000 24.000 Alan Greenspan

Persone citate: Alan Greenspan, Fuji, Greenspan, Kiichi Miyazawa, Miyazawa, Salomon Brothers