Machiavelli: l'arte dello Stato e qualche pena d'amore

Machiavelli: l'arte dello Stato e qualche pena d'amore Machiavelli: l'arte dello Stato e qualche pena d'amore Per meglio conoscere il carattere del segretario fiorentino: un temperamento, che ispirava simpatia, un carattere gaio, portato alla familiarità e all'amicizia, un uomo piuttosto diverso dal ritratto di freddo indagatore della politica lettori e gli studiosi di Machiavelli hanno davvero di che rallegrarsi: a distanza di pochi mesi Einaudi ha pubblicato il secondo volume delle Opere che comprende le lettere private e le Legazioni e Commissarie e la Utet ha arricchito la sua collezione dei «Classici Italiani» con il volume delle Opere che raccogbe gb scritti politici maggiori, ovvero iìPrincipe (De Principatibus), i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, e Dell'arte della guerra). Si tratta di due libri che fanno onore ai curatori e alle case editrici, per rigore filologico e ricco apparato critico. Il volume Einaudi curato da Corrado Vivanti colma una lacuna grave, ovvero la mancanza di un'edizione accessibile e rigorosa delle Legazioni e Commissarie, che sono poi le relazioni che Machiavelli inviava alla Repubbbca Fiorentina, quando lo spedivano in missione presso duchi, principi, re, papi, imperatori (perso il posto di segretario si dovette accontentare di trattare con mercanti e frati). Si tratta di pagine che permettono al lettore di vedere e quasi toccare con mano Machiavelli intento allo «studio all'arte dello stato» che descrive la personalità dei principi, cerca di interpretare i loro gesti e le loro parole, vuole capire la natura dei popoli che visita, si sforza di presentare a chi governa Firenze un quadro completo delle possibilità e dei pericoli che la situazione politica comporta. Non è ancora il corpus completo degli scritti di governo. Mancano infatti le lettere ufficiali che Machiavelli scriveva quando sedeva in Palazzo Vecchio. Per queste dovremo aspettare l'annunciata Edizione Nazionale delle opere, e, data la mole del lavoro da fare (per il solo periodo che va dal 1498.2 al luglio del 1501 esistono quasi 2500 autografi machiaveUiani), l'attesa sarà lunga. La nuova edizione delle Legazioni e Commissarie ha tuttavia il pregio di rendere accessibile degli scritti che formano la cornice essenziale delle opere politiche maggiori. RECENMaV I lettore potrà poi passare alle lettere private'e gustarsi dopo il «Machiavelli "governante"», il Machiavelli uomo che ci rivela le sue passioni, le sue speranze, le sue delusioni politiche (molte), le sue soddisfazioni (poche), le gioie e le pene d'amore. Potrà scoprire, avverte Vivanti, un Machiavelli dal «temperamento aperto, che ispirava simpatia per il carattere gaio, portato alla familiarità, all'amicizia», un uomo dunque «piuttosto diverso dal freddo indagatore della verità effettuale delle cose che ci è noto attraverso le opere maggiori». A mio parere le lettere private ci mostrano sì un uomo gaio, faceto portato all'amicizia, ma rivelano anche un Machiavelli che vive intensamente l'amore. SIONE izio li ' è capace di affetti familiari profondi, si difende con il sorriso e l'ironia dalla volgarità e meschinità del mondo; e quando scrive le opere politiche lo fa con passione, sdegno, rabbia: è lucido perche appassionato, non freddo. Per aiutare il lettore a intendere bene il contenuto e lo stile delle grandi opere politiche di Machiavelli giunge a proposito la nuova edizione Utet del Principe e dei Discorsi, a cura di Rinaldo Rinaldi (due tomi, pp. 168.20). Per ogni frase, o meglio, per ogni riga di MacbiavelU, il lettore paziente troverà tutte le spiegazioni necessarie a capire non solo il significato letterale del testo, ma anche le sfumature espressive. Troverà poi importanti riferimenti a ciò che Machiavelli ha scritto in altri luoghi sul medesimo tema, nonché preziose informazioni sulle fonti che probabilmente aveva presenti e sulle opinioni dei contemporanei e infine una documentarissima rassegna delle interpretazioni che gli studiosi hanno proposto dei passi più importanti. A commento del notissimo passo del XVIII capitolo del Prin cipe in cui Machiavelli scrive che «nelle actione di tutti gli uomini e maxime de' principi, dove non è iudizio ad chi reclamare, si guarda al fine», per esempio, il curatore Rinaldo Rinaldi cita Ovidio Heroides, II, 8.25: «Gli eventi dimostreranno la bontà della sua azione» e Cicerone Ad Atticum, IX, 7 a: «I consigli sono generalmente giudicati in base ai risultati, non in base alle intenzioni» e permette così al lettore di capire come Machiavelli si serviva di fonti classiche. Cita inoltre un passo dello stesso Machiavelli dalle Legazioni e Commissarie che dimostra come l'idea che le azioni politiche sono giudicate più in base al fine che in base ai mezzi era convinzione diffusa fra i politici dell'epoca e non un'invenzione di Machiavelli; menziona infine un passo della Vita Civile di Matteo Palmieri che suggerisce al lettore che le idee di Machiavelli erano una critica diretta alle dottrine aegli umanisti. Poco convincente è' la tesi, che Rinaldi svolge nell'Introduzione, della «costante incrinatura fra un messaggio progettato e un fruitore assente» causata dal fatto che tanto i popolani, quanto gli ottimati e i Medici, non erano inclini a recepire il discorso di Machiavelli. La realtà è che le idee di Machiavelli furono a volte capite e accettate, a volte fraintese e respinte, ora dai popolani, ora dagli ottimati, ora dai Medici. Non esisteva né un unico «messaggio progettato», né un unico «fruitore assente». E soprattutto non bisogna dimenticare che i destinatari delle pagine di Machiavelli erano i grandi uomini del passato, e i possibili grandi politici del futuro: scriveva per essere lodato dai primi (e essere considerato uno di loro) e per essere la guida dei secondi. Per questa ragione le sue pagine hanno la forza di trascendere i suoi tempi. LE OPERE DA EINAUDI E UTET: UN'EDIZIONE RIGOROSA DELLE «LEGAZIONI E COMMISSARIE», LE LETTERE PRIVATE, GLI SCRITTI POLITICI MAGGIORI, SU TUTTI «IL PRINCIPE» Particolare della «Veduta di Firenze», opera di G. Vasari e aiuti, soffitto della Sala dei Cinquecento in Palazzo Vecchio lUr.tc .jii') ttUtlOb ijì.i. \ii::> . •>linrt <)•::■>!trciruih r*:.i-tvt. ..ino,i wtoolff* • ' ••" ' " Nicolò Machiavelli Opere, voi. 11 a cura di Corrado Vivanti Einaudi, pp. XXX-2006. L 130.000 CLASSICI RECENSIONE Maurizio Viroli '

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