Non fu la piccola Alice la meraviglia di Carroll

Non fu la piccola Alice la meraviglia di Carroll Non fu la piccola Alice la meraviglia di Carroll I L rinvenimento di un foglietto I nella scrittura di Violet, nipote I del reverendo Charles Lutwidge Dodgson, a suo tempo molto più famoso come Lewis Carroll, ha gettato un po' di luce su uno dei misteri nella vita del cantore di Alice. La prima biografia autorizzata di Dodgson, autore un altro nipote, Stuart ColUngwood, usci nel 1898, poco dopo la sua morte, dando il tono a tutte le successive, anche perché Collingwood aveva avuto accesso ai suoi diari e ad altri documenti dopo non più accessibili ad altri. Quando esaminarono quel materiale mezzo secolo dopo, gli studiosi trovarono che non solo quattro volumi dei diari mancavano (andati persi, dissero i familiari), ma che crucili rimasti presentavano lacune. Per esempio non c'era, staccata chissà da chi, la pagina relativa ai giorni 27, 28 e 29 giugno del 1863, in cui Dodgson probabilmente spiegava le ragioni del suo allontanamento dalla famiglia Liddell. Henry George Liddell, famoso grecista, era diventato Decano, ossia preside, del Christ Church College di Oxford dove Dodgson era Student, ossia docente residente, nel 1855, stabilendovisi con la giovane e bella moglie Lorina e con una nidiata di figlioletti in continuo aumento. Grazie alla passione per la fotografia, arte moderna di cui fu un pioniere, Dodgson (ventitreenne nel 1855) fece amicizia con le piccole Liddell che ritrasse spesso, e diventò un frequentatore abituale della casa; portò le bambine in barca lungo il fiume, e durante di una di quelle spedizioni raccontò a una di loro, Alice, la storia che poi avrebbe rielaborato nei due libri immortali. I diari superstiti danno conto di gite, di inviti a casa Liddell e di vari incontri con le bambine; ma dal giugno 1863 le femmine di casa Liddell spariscono, e bisogna arrivare al dicembre per trovare una breve nota in cui Dodgson dice che le ha riviste da lontano, in chiesa, dopo essersi astenuto dal ANTE. Masd'A frequentarle tutto il trimestre. Notato questo, i biografi post-Collingwood si sbizzarrirono nelle ipotesi. Infastidita dalla sua invadenza, la signora Lorina lo avrebbe messo alla porta; Dodgson avrebbe osato chiedere la mano dell'undicenne Alice, o magari della sua sorella maggiore, Lorina come la madre, ma detta Ina; ecc., ecc. Oggi l'appunto della nipote spiega qualcosa. Sotto l'intestazione «pagine tagliate dal Diario», dice infatti: «Voi.8 pag.92. L.C. apprende dalla signora liddell che si pensa che lui stia usando le bambine come mezzo per fare la corte alla governante - si pensa anche che faccia la corte a Ina». La signora Liddell avrebbe RIMA inoco dunque chiesto a Dodgson di girare al largo per far tacere le malelingue, e quando costui ricominciò a visitare il Decanato la sua amicizia con le bambine non fu più così intensa. Tutto risolto, dunque? Karoline Leach, l'autrice della scoperta, non la pensa così, e in un libro molto denso e molto informato («In the Shadow of the Dreamchild-A New Undestanding of Lewis), dove il foglietto scritto da Violet finisce per avere una parte minima, propone ora nientemeno che di reinterpretare radicalmente tutto il personaggio: al punto di sostenere che al reverendo in realtà le bambine interessassero tutto sommato pochino, forse meno delle donne fatte. In sintesi, l'argomento della Leach è che Stuart Collingwood censurò le tracce della vita poco convenzionale dello zio, amante del teatro, della buona tavola e della compagnia femminile in modo poco lecito a un accademico di allora, sottolineando fino al parossismo solo i suoi rapporti con le bambine, considerati lecitissimi e poetici dall'ipocrisia vittoriana, e quindi consegnando ai posteri il ritratto di una specie di angelo dell'infanzia, magari senza sospetta¬ re le malignità di noi postfreudiani. Invece Dodgson coltivò arrucizie e corrispondenza anche con innumerevoli signorine e signore, che continuò a ricevere a quattr'occhi e addirittura a ospitare nelle case che affittava al mare. Non solo. Non ci sono prove, continua la Leach, nemmeno di un particolare affetto di Dodgson per Alice Liddell, i pochi accenni alla quale rimasti nei diari sono talvolta addirittura acidi, e che dal canto suo da adulta non parlò mai di lui con affetto e nemmeno con nostalgia. Ci sono invece, ed ecco la bomba, indizi - si badi bene, indizi e non prove - in favore di una liaison di Dodgson nientemeno che con Lorina, la madre delle bambine. Questi indizi sono: accenni nei diari dell'epoca della frequentazione a un angoscioso senso di colpa, di situazione senza uscita, spesso con citazioni di salmi di Davide, noto adultero; poesie d'amore scritte da Dodgson, con la presenza di una donna rapinosa che seduce il narratore, lasciandogli la bocca amara; la presenza, nel romanzo fallito «Sylvie'and Bruno» (scritto dopo, ma iniziato in quegli anni), di una donna sposata, vagheggiata dal narratore, che si trasforma in una specie di mostruosa erinni tipo la regina di «Alice»; il fatto che il Decano Liddell consentisse a Dodgson di restare nel college come Student benché egli non avesse preso i voti come prescritto dal regolamento, e benché nella politica universitaria gli fosse avversario (Liddell lo avrebbe fatto per evitare uno scandalo); il fatto che Lorina Liddell oltre a distruggere tutta la corrispondenza di Dodgson a sé e alle figlie, proibisse di nominarlo al biografo del marito (Liddell e Dodgson morirono a pochi giorni di distanza), ma che conservasse la sua fotografia; il tenore di un biglietto non datato e di cui le discendenti di lorina vietano a tutt'oggi l'esame, nel quale qualcuno che sembra proprio Dodgson parla di un oggetto, una spilla o altro, che una donna che sembra Lorina avrebbe dimenticato nelle sue stanze; la reticenza con cui le figlie di Lorina Liddell scoraggiarono per decenni chi chiedeva loro notizie e ricordi del celebre autore di «Alice». Contro questa tesi stanno, oltre all'assoluta mancanza di testimonianze circa un rapporto erotico con un'altra donna adulta qualsiasi, gli indiscutibili rapporti con centinaia di bambine che Dodgson intrattenne esibendo un entusiasmo che la Leach tenta di far passare per un dovere impostogli dal suo superego, allo scopo di espiare e di fare del bene. Qui non convince. Oltre ai libri di Alice, che sono magici anche per la capacità dell'autore di penetrare nell'ottica di un bambino, restano centinaia e centinaia di incantevoli lettere, giochi, poesie e insomma evidenze cu un affetto per le creature impuberi (oltretutto confermato da un impressionante numero di reminiscenze di costoro, diventate adulte). Il che non toglie che riaprendo il discorso sul reverendo, anche cercando di muminarne i lati oscuri, e ricostruendo come ha fatto l'atmosfera che costui respirò, la Oxford accademica coi suoi pettegolezzi e le sue lotte di potere, la Leach abbia sganciato un libro stimolante col quale i carrolliani dovranno pur fare i conti. Una tesi debole: in realtà sono indiscutibili i rapporti che il reverendo intrattenne con centinaia di bambine UN LIBRO-SCANDALO USCITO IN INGHILTERRA: DOGSON AVREBBE AVUTO UNA LIAISON CON LORIN, LA MADRE DELLE IMPUBERI ALICE E INA Alice, Ina, Harry e Edith Liddell. Sotta, a sinistra, l'autoritratto di Lewis Carroll a sessantatré anni (1895) Karoline Leach In the Shadow of the Dreamchild Peter Owen, pp. 294 BIOGRAFIA ANTEPRIMA . Masolinod'Amico

Luoghi citati: Inghilterra, Oxford