Bologna, «numero chiuso» per gli immigrati

Bologna, «numero chiuso» per gli immigrati Il primo provvedimento della giunta Guazzaloca: un piano per ridurre gli ingressi in citta Bologna, «numero chiuso» per gli immigrati «Avrà casa solo chi lavora» Marisa Ostolani corrispondente da BOLOGNA Beati gli ultimi, perché saranno i primi. A Bologna questa massima evangelica sta diventando realtà. La nuova giunta di centro destra guidata da Giorgio Guazzaloca sta riservando le sue prime attenzioni a barboni e immigrati. La solidarietà non c'entra. Si preannuncia un giro di vite. L'assessore alle Politiche sociali Franco Pennuti, oncologo, ex presidente dell'Ant, ha attirato le prime polemiche annunciando la chiusura di un dormitorio pubblico in via Ranzani. «Ragioni igieniche», è la motivazione ufficiale. Ma i senza tetto e i volontari temono che la chiusura di strutture prima di averne create altre possa aumentare anziché ridurre il numero delle persone che dormono sui marciapiedi. La preoccupazione è palpabile a Piazza Grande, che associa decine di clochard che si mantengono con la diffusione di un mensile. Un appello ò già stato consegnato all'assessore Pennuti che si è limitato a garantire questa soluzione. Trenta posti letto, ma solo per senza tetto bolognesi doc. «Vorrei proprio saliere qual è il senza fissa dimora che ha la residenza», polemizza Massimo Zaccarelli di Piazza Grande, preannunciando proteste. Non meno caldo il fronte degli immigrati. Enzo Raisi, esponente di An, neo assessore alle attività produttive, vuole; programmategli ingressi, stabilendo un rapporto tra il numero dei posti di lavoro disponibili e il numero degli alloggi messi a disposizione per extracomunitari. Raisi giura che l'ideologia non c'entra. Non vuole sentire; parlare di numero chiuso e nicchia pure di fronte al numero programmato. Spiega: «Vogliamo gestire; il problema dell'immigrazione, anziché subirlo. (Ionie Comune reperiremo alloggi solo per chi avrà il posto di lavoro». Entro la settimana il piano sarà presentato in Giunta. Entro settembre, invece, l'assessore incontrerà tutte le associa■ zioni di categoria, obiettivo: «stimare; quanta disponibilità di posti di lavoro ha Bologna, al di fuori di una soglia di ricettività cosi stabilita* il Comune non può avere n;sponsabilità e; procurare alloggio agli immigrati». E' un'accoglienza flessibile quella a eaii Raisi sembra pensare: «Se; l'immigralo in arrivo rientra nel numero dei lavoratori di cui ha bisogna Bologna, avrà una certa accoglienza, Se uno non entra ik;1 circuito, non è un problema del Comune trovargli alloggio». Un intento che si coniuga perfettamente con il Guazzaloca-pensiero, che ha sconfitto la sinistra a Bologna facendo della sicurezza il suo cavallo di battaglia. «Gli immigrati sono attratti dalla fama di questa città, tollerante, disposta a sopportare. Quando non sarà più così, saranno attratti di meno», spiegava amabile giorni fa il «indaco che stasera inaugurerà a Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, il primo «Guazza fan club». La proposta di Raisi fa già discutere. Attacca l'assessore regionale alle Politiche sociali Gianluca Borghi: «Non riesco a immaginare una regione in cui ogni comune fissa dei tetti violando le libertà individuali. I flussi programmati sono già previsti dalla legge nazionale». Non appare sorpreso, invece, l'ex assessore diessino alla Sanità, con delega all'immigrazione, Mauro Moruzzi che invi- ta a mantenere i nervi saldi: «Non aprirei una guerra di religione. Al di là della propaganda non mi sembra poi che ci sia una grande distanza su questo tema tra la destra e la sinistra. La casa, il lavoro, la sicurezza sono problemi di tutti». Le maggiori perplessità, a sorpresa, arrivano da esponenti del Polo di Modena, una delle città, insieme a quelle dell'area del Nord-Est, dove, secondo l'assessore bolognese, si potrebbero fare affluire gli immigrati «in esubero» a Bologna. «Raisi non è aggiornato sulla nostra situazione, altrimenti non indicherebbe certo la nostra provincia come una di quelle dove smistare gli immigrati in eccesso», si arrabbia il consigliere di An Paolo Casolari. Rincara la dose la coordinatrice provinciale di Forza Italia Isabella Bertolini: «Raisi non può pensare di ripulire Bologna mandando a Modena degli immigrati. Qui ne abbiamo già a sufficienza». L'assessore Raisi (An) «Vogliamo solo gestire il problema . anziché subirlo» La sinistra per ora evita lo scontro: la questione va risolta Il sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca