Piccole storie nella Milano d'agosto

Piccole storie nella Milano d'agosto Piccole storie nella Milano d'agosto Dal graffitaro eroe alla coppia che scoppia MILANO Storie di persone comuni, comunissime, fra le non molte che restano in città. Milano d'agosto è nuda, vuota, priva della sua droga, il movimento, i rumori, la folla. Storie di quattro persone in questo vuoto sincero. LA VITTIMA. Ha chiuso anche lei in questo periodo, perché non ci sono abbastanza clienti e perché così ha voluto la sua socia. Roberta ha un istituto di estetica dalle parti di via Forze Armate. Ma quest'anno il mare di Sicilia q di Calabria per Roberta resta un sogno: «Non ho i soldi per tirare avanti. Non vado neanche all'Aquatica, la piscina qui vicino, perché costa troppo, almeno 25 mila lire». Usura. Roberta è rimasta vittima dell'usura: «Non io direttamente, ma mio fratello, un leggerone, un incosciente, che lavorava per me. E' caduto nelle mani di un falso amico, un barista, un usuraio-truffatore, che spillava assegni e non li versava alle banche. Per fortuna mi aiutano quelli di Sos Usura, che ottengono dai fornitori, dall'Enel, dalla Telecom, di dilazionare i pagamenti». Roberta, 35 anni, sposata con un impiegato in un'impresa di pulizie, un figlio, ha dovuto troncare i rapporti con il fratello. «Ma a sorpresa mio padre mi ha lasciato, non mi considera più sua figlia. Aiuta mio fratello, non me. Io ho sgobbato, mio fratello s'è arreso, e mio papà aiuta lui. Ma non è mio fratello in difficoltà, sono io. Sono io che ho 200 milioni di debiti... Ho avuto paura, ma il peggio mi sa che è passato. Ci diamo da fare. Uso questo plurale perché mi dà più forza, sembra che siamo in tanti e magari sarò io sola, ma non si sa mai». ILGRAFFITARO. «Hanno messo una taglia su chi sporca i muri, e così io mi sento due volte eroe». Mauro per la verità si considera quasi un artista, non un imbrattamuri, uno di quei ragazzini che spruzzano soltanto una firmetta, la cosiddetta «tag», e basta. Lui no. Lui progetta l'opera, la disegna, infine l'esegue: di notte prende allora lo speciale zainetto Eastpack, ci infila una ventina di bombolette da seimila lire l'una, e salta in macchina. «Vado nelle periferie sotto i ponti e nei piccoli parchi in zona Fiera. Oppure cerco un treno, un treno merci abbandonato, non un treno passeggeri: sarebbe troppo esibizionistico, io sono orgoglioso non arrogante. Entro attraverso una rete bucata, cammino lungo i binari e alla fine trovo un treno su un binario morto. Muri, treni... La città, la materia, con i colori dei graffiti vive di più, ha una specie di riscatto estetico». A Mauro piace da morire l'odore di vernice, spruzzare è un'estasi. La sua arte consiste nel far lievitare poche lettere dell'alfabeto: «Le mie lettere hanno forme aguzze, tormentate. Scrivo la parola "Shun", schivare». Mauro ammira il pit tore Basquiat; anche Warhol, si capisce. Predilige i surrealisti, e Klee è un suo dio. «Sto per lasciare i muri, vado sulla tela. Dipingerò». Mauro ha 25 anni e passa l'agosto a finire la tesi sulle subculture giovanili. IL CINESE. L'altro giorno un giovane cinese è salito in cima a un platano in un cortile di via Montello, accanto a Chinatowm, e s'è messo a cantare, poi è stato a lungo zitto e poi lanciava un urlo di tanto in tanto. Forse era ubriaco. L'hanno tirato giù i pompieri. Un altro giovane cinese è morto accoltellato in via Padova. I cinesi a Milano non se ne stanno più tranquilli. Neanche loro. «Non so, non conosco, non chiedo»: il più vecchio cinese che cammina nelle vie di Chinatown si chiama Chen, ha 84 anni, in molti gli chiedono consiglio e aiuto e in molti gli danno notizie stilla sua comunità. Chen arrivo nel '38 dopo un massa¬ crante viaggio di 40 giorni su un cargo tedesco. All'inizio vendeva stringhe e bretelle, «ambulante senza licenza, come i marocchini o i senegalesi oggi, che in agosto tornano a casa o seguono i turisti in spiaggia. Noi cinesi non ci muoviamo da Milano, lavoriamo sempre. Voi ci chiamate formichine». Chen era un contadino del Sud, sulle montagne di Kikian, ed era sposato senza figli. In seguito sua moglie ha avuto un figlio da un altro: Chen è andato a prendere questo figlio e l'ha portato qui. «Mia moglie mi aspetta ancora, ma io mi sono sposato con una vedova valtellinese con tre figli grandi. Ora è malata, lo le curo il diabete, le faccio il caffé alle sette di mattina, esco, faccio la spesa, cucino un po' italiano un po' cinese, vengo al bar per giocare a dama e vinco, vinco sempre». Chen dice che gli dispiace di queste violenze che accadono fra i suoi «compatrioti». «Sono vecchio. Ho aiutato. Qualche; volta aiuto ancora. Due settimane fa vedo una sera un cinese con lo zaino: "Sai una pensione che costa poco?" mi chiede. "Non c'è", rispondo. "Allora stasera non dormo", fa lui. E' venuto a casa da me, gli ho dato del cibo e un letto, e mia moglie mi ha rimproverato: "Tu ti porti a casa chi non conosci". "Se mi mazza, amen", le ho risposto». LO STRAPPO. La signora Patrizia, sulla cinquantina, sposata con figli già grandi, aveva un amante. Per lui era pronta a lasciare il marito. Questo fino a giugno, quando il marito viene a sapere della relazione: «Mi ha chiesto di ricreare la famiglia, ha lavorato sui miei sensi di colpa _ racconta Patrizia . Mi sono fatta convincere e ho lasciato l'uomo di cui ero innamorata». E così Patrizia, il marito e i figli vanno al mare tutti insieme, sennonché «i miei figli mi aggredivano ancora per un nonnulla e mio marito era disperatamente sempre uguale, telefonino e giornali, giornali e telefonino. Per lui non esisto più». Patrizia è tornata a Milano. Da sola. «Non ho più nessuno». Dall'associazione «Lasciamoci con amore» le danno conforto e consigli. Pare che quest'estate sia piuttosto nefasta per gli amori incrinati: «Prima la vacanza insieme era un tranquillante, un analgesico per le coppie in crisi dice la psicologa Nicoletta Olivieri, dell'associazione _. Quest'anno, non sappiamo ancora perché, la vacanza e invece un detonatore, fa scoppiare angosce e separazioni». le. a.| VACANZE ITALIANE Ultime immagini di Milano deserta: da domani la città tornerà a rianimarsi con il rientro di un buon numero dei vacanzieri

Persone citate: Klee, Nicoletta Olivieri, Warhol

Luoghi citati: Calabria, Milano, Sicilia