Morta la gemella nata dopo 18 giorni

Morta la gemella nata dopo 18 giorni Era stata partorita in ritardo rispetto alla sorellina, ma non è bastato Morta la gemella nata dopo 18 giorni Perugia: il cuore della piccola Alessia non ce l'ha fatta PERUGIA Delle due sembrava la più forte e non aveva attraversato, prima, momenti particolarmente critici: Alessia, la bimba di Città di Castello nata 18 giorni dopo la gemellina al Policlinico di Perugia, ha però ceduto in seguito all'insorgenza del primo problema legato alla sua forte prematurità ed è morta al centro immaturi dell'ospedale perugino che, come la sorella, non aveva mai lasciato. I suoi funerali sono stati celebrati ieri. Era stata, al contrario, la prima gemellina, Katia, nata lo scorso 19 luglio, ad avere attraversato un periodo piuttosto critico, ma le sue condizioni vengono ora definite «soddisfacenti» dai medici che la seguono. Katia era nata, con un parto naturale, lo scorso 5 agosto, dopo 23 settimane di gestazione e pesava 550 grammi. La seconda gemella, Alessia, era stata invece «trattenuta» nell'utero della madre per altre tre settimane, per aumentare le sue probabilità di sopravvivenza. Per lei si era reso necessario un parto cesareo. Al momento della nascita Alessia pesava 770 grammi. Il «trattenimento» in utero, reso possibile ricorrendo ad una forte terapia con farmaci innovativi, è stato sperimentato, in questa occasione, per la prima volta in Italia nel centro di medicina perinatale del Policlinico di Perugia, diretto da Gian Carlo Di Renzo. Il professore Di Renzo aveva spiegato che «se le due gemelle fossero nata entrambe a 23 settimane e del peso di poco più di mezzo chilo, le possibilità di sopravvivenza sarebbero state limitatissime». Si trattava, in ogni caso, di due neonate «ad altissimo rischio», che hanno dovuto lottare contro gli inevitabili problemi cardiocircolatori, infettivi e respiratori che normalmente si verificano nei cosiddetti «grandi prematuri». «Era un fiore appena sbocciato, di quelli che nascono e appassisco¬ no in un solo giorno, ma la sua vita non è stata inutile». Così don Achille Rossi, parroco del piccolo centro di Vallurbana, nella campagna di Città di Castello, ha ricordato ieri pomeriggio - celebrando il funerale - la piccola Alessia. Alla cerimonia funebre ha partecipato tutto il paese, che si è stretto intorno ai genitori della piccola, Natalia e Roberto, nell'affollatissima chiesa. Tanti anche i bambini. Sotto l'altare, la piccola bara bianca, coperta da un tappeto di fiori dello stesso colore. Ai familiari il sacerdote ha parlato di speranza («Non tutto è perduto», ha detto, citando l'apostolo Paolo). Ha poi ricordato i difficili giorni trascorsi in ospedale, ed ha sottolineato che «i due genitori si sono comportati bene, hanno fatto tutto il possibile». In seguito, ha pronunciato nuove parole di apprezzamento per il lavoro dei medici, che già Natalia e Roberto avevano più volte pubblicamente ringraziato in passato. [Ansa]

Persone citate: Achille Rossi, Di Renzo, Gian Carlo Di Renzo

Luoghi citati: Città Di Castello, Italia, Perugia