Sbarco con il trucco per oltre mille Rom

Sbarco con il trucco per oltre mille Rom Bari: per accelerare i soccorsi avevano raccontato che a bordo c'era una bambina morta Sbarco con il trucco per oltre mille Rom II Viminale: sono clandestini, li rimpatrieremo tutti BARI Pescherecci che galleggiano per miracolo, banditi che incassano e abbandonano in mare donne e bambini. E" la storia che non cambia. Seimilasettecento profughi da giugno a oggi e 1120 in un solo sbarco - l'ultimo - danno l'idea di quanto, dopo quelle albanesi, curde e kosovare con miranze di pakistani, iraniani, cinesi, russi e slavi, l'ondata dei Rom rinnovi un'emergenza senza fine. Ieri all'alba, dopo un viaggio disperatamente difficile e faticoso, l'ultimo peschereccio ha toccato il porto di Bari seguendo di qualche ora un'altra imbarcazione con 350 persone (e due scafisti, arrestati) approdata nel porto di Bari. A Bari si aspettavano che a bordo vi fosse una bimba morta. I profughi, lanciando l'allarme via radio e poi accogliendo i soccorritori agitandosi e ripetendo «bambina morta», tra le poche; parole italiane che erano in grado di dire, avevano raccontato che c'era, sul peschereccio, il corpo senza vita di una bimba, Era sfinita, non ce l'aveva fatta. Per fortuna, tutto falso. La Capitaneria di porto ha accertato che quell'allarme era stato lanciato per accelerare i soccorsi. Ma i bambini sono pur sempre la stragrande parte di questo esodo e hanno - albanesi, curdi, kosovari o Rom - lo stesso volto sofferto di chi non sa perché. Perché l'Italia? Accanto al racconto di una fuga giustificata dalle violenze dell'Uck che vuole far pagare ai Rom la loro contiguità con i serbi, ci sono i dati del ministero (6700 da giugno è un numero di sbarchi minimo se raffrontato alla marea di profughi degli ultimi 10 anni) è la certezza con cui il governo sottolinea questo esodo è diverso: i Rom torneranno a casa. Non sono profughi. In Kosovo non c'è guerra. I Rom potranno tutt'al più come semplici clandestini, ottenere un soggiornolampo nei centri di accoglienza pugliesi prima di essere rimessi in mare e rispediti a casa. Il tempo di identificarli, di mettere la loro foto in archivio e poi via, di nuovo sull'Adriatico. E' al contrario la rotta percorsa dopo avere sborsato ai clan dei trafficanti di uomini un milione a testa. Per questo continuo andare e venire, su 10 mila posti disponibili i centri di accoglienza ne hanno occupati circa 2000. In pochi chiedono asilo politico. Eppure, arrivano, sottoponendosi a viaggi atroci come quello concluso ieri mattina dopo ventiquattr'ore: 1120 persone concentrate soprattutto a prua di un peschereccio malmesso che rischiava di capovolgersi nonostante il mare calmo. Poi il tentativo dei Rom di saltare sulle motovedette della Capitaneria, una zuffa dalla quale è uscita malconcia una donna incinta e un neonato è caduto dalle braccia della madre. Partita da Ulcinj, in Montenegro, il peschereccio è stato abbandonato. Fuggiti in gommone gli scafi¬ sti. «Ma l'emergenza non è soltanto quella dei Rom» ricorda don Cesare Lodeserto, direttore del centro di accoglienza della Curia di Lecce. «Perché il 50 per cento degli immigrati che arrivano in Puglia, seguendo una rotta diversa, cioè la classica ValonaOtranto in gommone, è formato da iracheni, turchi, egiziani». Ieri anche a Otranto due scafisti sono stati arrestati. E sempre ieri Clarice, bimba dello Zaire di 4 anni, ha raggiunto «al volo» la Spagna. È stata scaraventata oltre la doppia rete metallica alta due metri che segna il confine tra il Marocco e l'enclave spagnola di Ceuta, senza riportare ferite . L'hanno scoperta, rannicchiata e infreddolita, le guardie di confine. In tasca un bigliettino: «Clarisse, fille de Moubiala Kipupa, du Zaire, Asturias». La Croce rossa ha contattato il padre che lavora come cuoco nella regione delle Asturie, entro sabato la bimba potrà raggiungere i genitori dai quali era separata da due anni. Is.t.l crntspfuidddcVacgl

Persone citate: Cesare Lodeserto