Hezbollah si vendica Tre israeliani uccisi di Aldo Baquis

Hezbollah si vendica Tre israeliani uccisi Dopo l'attentato a un suo leader in Libano Hezbollah si vendica Tre israeliani uccisi Aldo Baquis TEL AVIV All'indomani dell'uccisione di un responsabile militare sciita, Ali Hassan Salameli, i guerriglieri Hezbollah hanno scatenato ieri una vasta offensiva nel Libano del Sud provocando la morte - secondo un comunicato diffuso a Beirut dalla Resistenza islamica - di tre militari israeliani e il ferimento di altri sei. I combattimenti sono infuriati per dodici ore. «Il suo martirio sarà una catastrofe per Israele - ha previsto minacciosamente durante i funerali del comandante militare degli Hezbollah nella zona di Sidone un dirigente dei guerriglieri, secondo il quale sono stati appunto agenti israeliani a deporre ai bordi di una strada i due ordigni che hanno fatto saltare in aria la Bmw di Salameh. Un artificiere degli Hezbollah che ha esaminato il relitto ha poi scoperto notevoli somiglianze con la tecnica usata da Israele a Kfour, nel Libano meridionale, nel 1997, quando cinque guerriglieri furono uccisi dall'esplosione di tre ordigni deposti sul ciglio di una strada mediante impulsi lanciati da un aereo senza pilota che sorvolava la zona. In Libano la caccia agli agenti di Israele ha subito, in seguito all'attentato, un nuovo immediato impulso. In serata si è appreso che anche una guardia del corpo del leader sciita Nabih Beni è stata arrestata perché sospettata di essere al soldo dello Stato ebraico. Israele si è guardata bene dall'assumersi la responsabilità della uccisione di Salameh. Il capo di Stato Maggiore, generale Shaul Mofaz, ha insinuato il dubbio che egli sia stato piuttosto «vittima di faide fra organizzazioni terroristiche di vario genere». Nato con l'identità di Ali Dib, il guerrigliero aveva aggiunto al suo nome quello di Hassan Salameh, in ricordo del terrorista palestinese di Settembre Nero responsabile della strage degli atleti israeliani a Monaco e ucciso a Beirut da un'autobomba israeliana. Nel 1982 - si legge in una sua succinta biografia pubblicata dalla «Resistenza Islamica» Dib-Saiameh aveva lasciato Al Fatali per entrare fra gli Hezbollah «allo scopo di dedicarsi alla Jihad (guerra santa) e al martirio». E' questo il periodo più turbolen to della sua vita. Secondo fonti israeliane, nel 1983 fu coinvolto nell'esplosione dell'ambasciata statunitense a Beirut, e due anni dopo il suo nome tornò a galla durante il rapimento, nella capitale libanese di alcuni diplomatici russi. NegL ultimi anni coordinava le attività militari della guerriglia sciita nel Libano meridionale. «Chiunque lo abbia ucciso, i probabile che gli Hezbollah cerche ranno di vendicarsi contro di noi non solo in Libano o in Galilea, ma anche all'estero», ha previsto il viceministro israeliano della difesa Efraim Sneh. «Gli Hezbollah sono un' impresa terroristica con filiali in tutto il mondo». Secondo Sneh guerriglieri filo-iraniani sono ani mati non solo «da un'ideologia fol le», ma anche dalla «preoccupazio ne» che i negoziati di pace israelo-si riani riprendano quota «E' chiaro che in un clima di trattative la guerriglia in Libano deve cessare» E che quindi, è il corollario, perso naggi come Salameh diventano sco modi e ingombranti. Il responsabile militare sciita. Ali Hassan Salameh, ucciso nell'attentato di lunedi

Persone citate: Ali Hassan Salameh, Ali Hassan Salameli, Efraim Sneh, Hassan Salameh, Salameh, Shaul Mofaz, Sneh