Amato: sulla spesa sociale il governo troverà l'accordo

Amato: sulla spesa sociale il governo troverà l'accordo IL MINISTRO DEL TESORO É' OTTIMISTA «LA NOSTRA ECONOMIA COMINCIA A RIPRENDERSI» Amato: sulla spesa sociale il governo troverà l'accordo colloquio Augusto Minzoiini inviato a SINGAPORE PERFINO di Ferragosto lo stakanovista Giuliano Amato non si dà tregua. Così lo si incontra sul volo Roma-Sydney dove si sta recando per la solita serie estiva di lezioni accademiche e, tanto che c'è, anche per assolvere dei compiti che il suo ruolo governativo gli impone. «Appena il ministro degli Esteri», confida, «ha saputo che andavo in Australia, mi ha organizzato un ncontro con la comunità italiana». In aereo, in compagnia della moglie Diana, il titolare del Tesoro chiacchiera un po' su tutto, a partire naturalmente dalla sua condizione di viaggiatore. «Non capisco», dice ad esempio, «che cosa giovi all'Alitalia questa storia di far passare buona parte dei voli internazionali dallo scalo della Malpensa. Intanto, Roma è una grande capitale che non può essere trattata così. E poi, a quanto ho saputo, c'è stato anche un calo dei passeggeri. Del resto è ovvio: un conto è avere un volo diretto, altro conto è dover cambiare a Milano. Comunque mi hanno detto che è un problema di flotta aerea: a mano a mano che sarà potenziata, aumenteranno i voli che partiranno da Fiumicino». Ma a parte i discorsi da turista, il Dottor Sottile si mostra molto interessato a questo primo viaggio che fa dall'altra parte del globo. «Mi hanno detto che la baia di Sydney è bellissima. La loro economia va bene, non ha avuto ripercussioni negative dalla crisi asiatica. Comunque, dai dati che mi hanno inviato, noto che pure lì c'è un'alta percentuale di disoccupazione giovanile, arrivata ormai ai nostri liveiìi». E così, quasi naturalmente, il discorso scivola su casa nostra, sul fatidico mese di settembre quando il governo sarà chiamato alla prova della verità. Fatto nuovo, il successore di Ciampi al Tesoro si mostra ottimista sul negoziato coi sindacati in materia di spesa sociale. «La nostra economia, diciamo così, comincia a riprendersi. Io sto lavorando a una Finanziaria con i conti al netto dell'intervento su quelle materie. I numeri sono a posto, il problema è di prospettiva. Soprattutto», spiega Amato, «bisogna caratterizzare in un senso o nell'altro l'azione di governo. Io penso, anzi sono sicuro, che un intervento D'Alema voglia farlo, per modernizzare lo Stato sociale e renderlo più equo. Bisogna vedere i modi e i tempi...». Mentre conversa sull'argomento, il ministro del Tesoro indica il pacco di giornali che ha portato con sé da Roma. «Ha letto che cosa dice Franco Bassanini sul Sole 24 Ore? Lui e anche Visco usano un argomento valido, quando dicono che il nostro problema è il fatto di avere un debito pubblico molto più alto dei partner europei: cosa che ci impone - come dicono loro - un livello inferiore di spesa sociale». Certo, nel governo vi sono Bassanini e Visco a quanto pare sensibili agli argomenti di Amato. Però c'è anche un ministro del Lavoro, come Cesare Salvi, che la pensa in tutt'altro modo e sposa in pieno le ragioni della Cgil. Sarà il clima vacanziero, sarà che la discus¬ sione in quel momento si svolge a 8 mila metri sopra l'Iran, fatto sta che Amato si mostra ottimista anche sui rapporti con qualche ayatollah di casa nostra. «Ma io sono abituato a discutere con Salvi», scherza il ministro, «quando ero ministro per le Riforme istituzionali abbiamo sempre trovato un'intesa. Non credo che alla fine sorgeranno grossi proble¬ mi tra noi. Comunque va capito, lui è il ministro del Lavoro, lui un ruolo da svolgere. Semmai, i problemi sono altri, le forze sociali, il sindacato, Cofferati... Quelli sono i nodi del breve e medio periodo». A proposito di Cofferati, viene spontanea una domanda forse un po' provocatoria: ma il segretario generale della Cgil ha assunto questo posizioni rigide nel confronto con il governo perché vuol fare un investimento politico in prima persona? «Può darsi...», allarga le braccia con aria pensosa Amato, ma non aggiunge altro. Anzi, il Dottor Sottile è convinto di una cosa: «Sicuramente, Cofferati non lo si può tenere fuori. Anche perché lui è un riformista. Lo è sempre stato. Mi ricordo ancora quando mi confidava dei suoi rapporti con Botteghe Oscure, e da quella parte gli dicevano: "Ma tu che ci stai a fare qui? Tu non sei un comunista, sei un riformista"» Si parla della Quercia, e inevitabilmente si inciampa sulle difficoltà che ogni tanto lo stesso Amalo incontra nel dialogo con il maggior partito della coalizione. «Io non capisco come possano uscire certe voci. Ho letto questa storia che 10 non avrei voluto Giulio Burlando come mio sottosegretario per non dargli le deleghe sulle privatizzazioni, e che ora lui mi starebbe facendo la guerra su tutto. Non è così. Le dico la verità, lo affrontai la questione con Palazzo Chigi e con Veltroni solo all'inizio, quando circolavano i nomi di Solaroli e di Burlando. Gli feci notare che un sottosegretario doveva essere scelto tenendo conto che poi doveva andare in Parlamento a tenere testa a gente che questa materia la conosce. Gli ho spiegato che un personaggio come Burlando, bravissimo su altri versanti, rischiava di essere mandato allo sbaraglio, e non gli avrem ino fatto dunque un grande favore a nominarlo sottosegretario. Le dirò di più: a Veltroni chiesi perche non mi mandava un tipo come Morando, che conosce l'argomento. Lui mi rispose che Morando lo voleva al partilo, e la cosa finì lì. Visto che i sottosegretari, come si sa, 11 scelgono i leader di partito, io mi aspettavo che arrivasse Burlando, ma poi davvero non so cosa sia successo Ficco perché sarei davvero curioso di sapere come nascono certe voci». Al cronista, che gli fa notare come i diessini siano cambiati, non siano più il partito monolitico di una volta e che pure li spesso si combattano guerre intestine a colpi di boatos, il Dottor Sottile, che ha una lunga esperienza nelle cose politiche, risponde distaccato: «Forse. Qualcuno vuol far credere che Burlando non è andato lì per un determinato motivo. Qualcun alt ro vuole l'are inten dorè che non l'hanno voluto per altre ragioni... Cosi va il mondo». ittDicono che non avrei voluto Burlando come sottosegretario e che lui mi farebbe la guerra: è falso jj ip ERSI» I ministro del Tesoro Giuliano Amato

Luoghi citati: Australia, Iran, Milano, Roma, Singapore, Sydney