In Costa Azzurra, a inseguire il fascino della Belle Epoque di Fiorella Minervino

In Costa Azzurra, a inseguire il fascino della Belle Epoque UN MITO TRA PASSATO E PRESENTE In Costa Azzurra, a inseguire il fascino della Belle Epoque VIAGGIO. Fiorella Minervino QUEL nome Costa Azzurra, scaturito dal blu del mare, dal nitore della luce, dai villaggetti abbarbicati, risale al 1888. La battezzò così Stephen Liérgeard, avvocato, palamentare, dopo un viaggio da Marsiglia a Genova, in un librò dove stilò la formula magica «Còte d'Azur». Amata, vagheggiata, abitata da monarchi, imperatori, celebrità, a seconda delle mode viene denigrata per il lusso, la magnificenza degli alberghi e delle splendide ville di fantasmi, i palazzi fiabeschi dai giardini e parchi iiraggiungibili. I Nostalgici della Belle Epoque apprezzano i mille incanti, le leggiadrie, le seduzioni sottili d'un mondo scomparso di cui i Casinò restano i testimoni. La Costa Azzurra ammaliò i più diversi personaggi della cultura: da Checov, Gide, Lawrence, Huxley, Maugham, Dos Passos, fino a Hitchcock, passando per Nietzsche che nel 1883 scriveva alla sorella «Qui i giorni si susseguono con una bellezza che qualificherei insolente». Oggi offre di tutto, per ogni età e portafoglio, un mare piacevole, con insenature, spiagge, angoli di paradiso. Basta ricordarne due o tre, come la Plage de Passable a Saint-JeanCap Ferrai, accanto alla maestosa villa che fu di Alberto I del Belgio. Esiste una Costa Azzurra un po' più segreta che sa regalare ricordi ed emozioni intensi: quella dei musei meno appariscenti, delle case di personaggi singolari o di artisti. Un itinerario ideale, in auto, prende l'avvio da Roquebrune, dejj^iosoborgspined^evaie, res.tau- rato, con tanto di Castello. Il grande architetto Le Corbusier volle costruirvi un «castello», le Cabali on, un modello d'abitazione minima, quasi un testamento dei suoi giorni estremi; riposa nel cimitero vicino. Meglio scartare Montecarlo, per i patiti merita una visita a sé. Beauheu possiede un tesoro tipico dell'000 al declino: la Villa Kerylos (Alcioni, Fondazione Tehodor Reinach, è questo il nome di un archeologo, musicologo, invaghito della Grecia antica tanto da volere riprodurre, fra il 1902 e il 1908, una dimora del tempo di Pericle, con opere d'arte, affreschi, mosaici, colonne nel peristilio, a strapiombo sul mare. Da un sogno antico all'altro, pur di secoli più vicini, è la Villa «Ephrussi de Rothschild», un palazzo in cima alla collina sopra Saint-Jean- Cap-Ferrat,( qui anche un architetto moderno come Oscar Niemeyer, padre di Brasilia, si è cimentato in un'interessante costruzione). Beatrice Rotschild, moglie del banchiere Eprhussi, volle un vero palazzo «rinascimentale», costruito fra il 1905 e il ' 12, pensando a Firenze, a Venezia. Comandò un giardino a forma di nave, diviso in sette zone a tema, lo spagnolo, fiorentino, giapponese.... Arredò la villa con 500 pezzi fra mobili, dipinti dal '500 al '700, disegni di Fragonard, porcellane, sculture* arazzi. Alla morte nel 1934 lasciò tutto all'Institut de France, a condizione di conservare l'aspetto di casa vissuta. Poco più in là, a Villefranche Jean Cocteau, lo scrittore-artista, che vanta un bel museo a Montone, e soggiornò a lungo sulla Costa, dipinse la Cappella romanica dedicata a San Pietro, patrono dei pescatori. A Nizza c'è solo l'imbarazzo della scelta: dal Museo Chagall a quello di Dufy, al nuovo centro Arte Contemporanea, teatro e buone mostre. La novità è il bel Museo di arti orientali costruito in autunno da Kenzo Tange. Il suggerimento però è di spingersi un poco fuori, al 164 avenue des Arones. alla villa genovese seicentesca, ingrandita e restaurata, che accoglie opere memorabili del pittore mediterraneo per eccellenza, che amò con passione i colori e la luce della Costa: Henri Matisse. Nelle tracce di Matisse vale la pena volgersi all'interno verso Vence, dove la splendida vecchiaia di Matisse rifulge in un capolavoro anche mistico: la Cappella del Rosario che lui, il pittore dei colori solari, della gioia di vivere, creò nel bianco assoluto fra il 1948 e il '51. A pochi chilometri, Saint-Paulde-Vence vanta la Fondation Macchi, creata nel 1964 come esempio allora eccezionale di museo privato. L'architettura, le forme Je fontane, ] VISTA DA KLAUS MANN a Un "reportage" di Erika e Klaus Mann: «Riviera» ( La Biblioteca del Vascello). Un levigato viaggio nella Costa Azzurra, "leggenda di lussi, splendori, palle che rotolano, pellicce di ermellino", con escursioni nella Riviera italiana. Una sorta (anche) di educazione alla morte: Mann sì suiciderà a Cannes nel '49. tutto è sorto in funzione dei dipinti e delle sculture, parecchi artisti hanno collaborato con l'architetto spagnolo Josep-Luis Sert per creare il prezioso ambiente: Giacometti, Braque, Chagall, Bury, l'infaticabile Mirò che negli Anni 70, ospite del gallerista Aimè Maeght trascorreva le giornate curvo sopra enormi fogli a ncoprirli di colori e forme sfrenate. Notevole la collezione: Arp, Bonnard, Calder, Kandinski, Lèger, Matisse, su fino ai più giovni Viallat e Velitckovic. A Cagnes, Renoir di salute malferma comprò nel 1907 les Colettes, una proprietà con ulivi, aranci e limoni, fiori, costruì casa per gli ultimi 12 anni di vita. Con vera emozione si passeggia fra le stanze, lo studio, si ammira qualche opera sua. Sopra ogni cosa domina l'ombra di Picasso, colui che il secolo XX in qualche modo ha dominato, il catalano che predilesse la Costa. Ad Antibes è sorto il primo Museo Picasso, nel Castello Grimaldi, con opere memorabili. Picasso vi trascorse 6 mesi a dipingere, poi nel '46 regalò ad Antibes ben 181 quadri e disegni sul tema della gioia di vivere. ILMusejj Ita ospitato mostre importanti, parecchi artisti hanno regalato dipinti: Léger, Magnelli, Calder, Max Ernst, Cesar, 23 opere di Picasso dalla collezione della moglie Jacqueline. Nello studio sono raccolti i quadri di Nicolas de Staél, compreso «Il grande concerto», dipinto prima del suicidio. A Vaulloris Picasso decorò nella Cappella del Castello un'opera memorabile, «La Pace e la Guerra», lungo 125 metri quadri del soffitto diede libero sfogo alla sua vorticosa immaginazione. Inaugurata nel 1959, è l'ultima delle composizioni allegoriche a fondo politico di Picasso. A Biot un altro artista legato al Cubismo, vanta una collezione mirabile: Fernand Lèger. La moglie Nadia nel 1960 contribuì a creare questo «santurario». A Le Cannet le colline degradano dolcemente, il paesaggio conserva la quiete e i colori incantevoli che entrarono nelle tele di Bonnard, il quale visse nella villa Le Bosquet: si può ammirare il suo studio e catturare con lo sguardo ciò che vide in quei magnifici pendii. Una gita a Grasse è d'obbligo perché fra quegli aromi Fragonard nacque. Nella Villa Museo Fragonard, in realtà, di sua mano c'è poco. Esistono le repliche dei 4 momenti della conquista amorosa che egli promise alla Contessa du Barry, favorita di Luigi XIV. Il Museo dell'Annonciade a SaintTropez conclude questo itinerario. Svela forse più degli altri ciò che gli artisti intravidero in queste acque e villaggi. Signac scoprì ammaliato il paese nel 1892, veleggiò con lo yacht Olympia, comprò una casa, la Hune, invitò amici, come Cross, Matisse, Derain, Marquet. Nabis e Fauves celebrarono a loro modo questo mare e questa incredibile . 't£L , I nostalgici del tempo andato apprezzano i mille incanti, le leggiadrie, le seduzioni sottili d'un mondo scomparso: estremi testimoni restano i Casinò Un paesaggio amato, abitato, vagheggiato da monarchi, imperatori, celebrità: splendide ville di fantasmi, giardini fiabeschi TRA I FOLGORATI DAL PARADISO BLU, NIETZSCHE: «QUI - SCRISSE ALLA SORELLA -1 GIORNI SI SUSSEGUONO CON UNA BELLEZZA CHE QUAUFICHEREI INSOLENTE» i mercato a Nizza; il museo della «Parf umerie» a Grasse, tra le capitali della mimosa; uno scorcio del porto di Saint-Tropez, tradizionale ritrovo di vip