Le disavventure di un insegnante nella Malesia-Babele di Burgess di Anthony Burgess

Le disavventure di un insegnante nella Malesia-Babele di Burgess Le disavventure di un insegnante nella Malesia-Babele di Burgess RECENMasd'ASAPEVATE che prima di diventare famoso Anthony Burgess passò sei anni (1954-60) in Malesia come funzionario britannico in quel grande territorio coloniale, ultimo a emanciparsi dall'Impero? E che proprio quella esperienza rivelò d suo talento di scrittore? Un suo personaggio dice che «la miglior cosa datare è mettere tutto nei libri e dimenticarsene», e anche lui a caldo si liberò mediante un ciclo di tre romanzi che la Einaudi fa benissimo a riproporre oggi. Infatti mentre da un lato la trilogia non ha perso niente quanto a umorismo, felicità descrittiva e portentoso brio lingui- IONE uio ico stico, dall'altro rispetto a quando uscì è immensamente cresciuta la nostra curiosità nei confronti del mondo esotico che vi è rappresentato, un umido, sudaticcio e pittoresco crogiolo di razze indecise su tutto. Sono luoghi che una volta, come osserva lo stesso Burgess nella prefazione alla prima edizione italiana (1980), evocavano al nostro immaginario al massimo Sandokau e i tigrotti di Mompracem; ma dopo le guerre in Vietnam e in Cambogia, il cinema, le agenzie turistiche e le ondate migratorie verso l'Europa, le cose sono cambiate assai. I tre libri seguono le disavventure di Victor Crabbe, insegnante di cultura inglese in scuole collocate in altrettante zone del vasto Paese. Nel primo l'ambiente prevale sull'azione. Mentre Crabbe tenta di venire a patti con i propri fantasmi, in particolare col rimorso dell'incidente automobilistico in cui morì la sua prima moglie, la sua seconda consorte cerca di accettare la vita coloniale così come gliela propone il coniuge, che non vuole frequentare gh altri bianchi. Nella strana comunità dove tutti parlano molte lingue, disprezzando chi sa solo il cinese, la più facile, Crabbe consuma un tiepido adulterio con una vedova malese, tollera le piccole malefatte del servitorello omosessuale Ibrahim, si lascia sfruttare un po' dal gigantesco poliziotto bianco Nabby Adams, un ex becchino alcolizzato e indebitato con tutti ma per nulla stupido, il quale si tira dietro un sergente sikh che a sua volta vagheggia ingenuamente la bionda «momsahib». La scuola dove Crabbe insegna a giovani orientali, indigeni ma anche indiani, pakistani, cinesi, tamil, desiderosi di occidentalizzarsi, è un formicaio di frustrazioni e di rivendicazioni mal controllate da un direttore idiota; intanto nella giungla alligna- no guerriglieri comunisti, che sbudellano qualche passante. Nel secondo romanzo Crabbe dirige un altro istituto, donde assiste ai tentativi con cui quell'arcipelago lacerato da tensioni interne e dalla guerriglia tenta di espellere i bianchi come corpi estranei di cui tuttavia il suo organismo ha bisogno per funzionare. Alla fine di questo libro Crabbe perde il posto e la moglie; nel terzo muore, in un'ultima apoteosi di inefficienza, dopo aver tentato di aiutare certi nativi che probabilmente non ne avevano bisogno. Forster aveva osservato a suo tempo che Est è Est e Ovest è Ovest, e i due non si incontreranno mai; Burgess arriva alla stessa conclusione, attraverso un'impagabile rassegna di tipi amem di ogni razza e colore, visti da vicino con una penetrazione che parte dallo stesso idioma di ciascuno. Ammirevole anche la traduzione, che ben conserva il senso di babele linguistica dell'originale. Anthony Burgess Trilogia malese, Einaudi, pp.680, L. 19.500 Traduzione di Liana Macellari Burgess e Frances Bandel Dragone RACCONTI RECENSIONE Masoluio d'Amico

Persone citate: Adams, Anthony Burgess, Burgess Recenmasd'asapevate, Einaudi, Forster, Frances Bandel Dragone, Liana Macellari Burgess, Victor Crabbe

Luoghi citati: Cambogia, Europa, Malesia, Vietnam