Bnp vince la guerra delle banche e conquista la Paribas
Bnp vince la guerra delle banche e conquista la Paribas Un successo a metà per Michel Perebeau che ha infatti fallito la scalata alla Société Generale della quale ha solo il 36,8% Bnp vince la guerra delle banche e conquista la Paribas Il matrimonio è fatto ma i giochi non sono chiusi. Il nodo sarà il controllo di Sg PARIGI Nella «guerra di Francia» successo a metà per Bnp che è riuscita a conquistare la maggioranza di Paribas, ma ha fallito la scalata alla Société Generale. La notizia era nell'aria e ieri è stata confermata dal Consiglio dei mercati finanziari francese (Cmf): la banca guidata da Michel Perebeau ha acquisito il 65,1% del capitale di Paribas, pari al 65,2% dei diritti di voto, mentre la quota in Société Generale si ferma al 36,8% del capitale complessivo (il 31,5% dei diritti di voto). Questi risultati delle Ops chiuse il 6 agosto scorso, per ora provvisori, sono stati anticipati a causa della fuga di notizie che già da venerdì davano il controllo di Paribas alla Bnp e valutavano ad oltre il 30% la sua quota di minoranza nella SG. I risultati definitivi delle tre Ops f le due lancia¬ te da Bnp su Paribas e Sg e quella della Sg su Paribas saranno ufficializzati dopo la verifica e le deliberazioni del Comitato di controllo del sistema bancario francese (Cecei). La vicenda ha inizio a febbraio con il progetto di fusione Société Generale e Paribas, che avrebbe portato alla creazione del quarto colosso bancario mondiale e il terzo europeo per attività patrimoniali (21 miliardi di euro) e capitalizzazione di Borsa (30 miliardi di euro). La Bnp, che aveva nego¬ ziato invano per mesi con la SG un accordo di riavvicinamento e non era riuscita ad ottenere dal governo il Crédit Lyonnais di prossima privatizzazione, rispondeva lanciando a sorpresa il 9 marzo due Ops sulle due «promesse spose» in vista-di un matrimonio a tre. Con la creazione del «numero 1» al mondo per gli attivi di bilancio (mille miliardi di euro e una capitalizzazione di 54 miliardi di euro), Bnp voleva mettersi al riparo dal rischio di isolamento. Dava così il via alla più formidabile battaglia borsistica della storia di Francia. SG e Paribas hanno cercato infatti in tutti i modi di portare avanti il loro progetto, resistendo anche agli inviti del governo e della Banca di Francia che li spingeva a trovare un'intesa con la Bnp. E questa «guerra di Francia» è stata combattuta non solo a colpi di Ops ma anche di ricorsi in tribunale e di pubblicità «no stop» sulle pagine dei giornali con spese valutate attorno ai 150 miliardi di lire. Nel corso dello scontro il governo ha cercato di dare un'immagine di neutralità, limitandosi ufficialmente a scoraggiare la SG e Paribas a fare appello ad un «cavaliere bianco» e ad indicare nel 5% la soglia massima da non superare per un gruppo straniero nel capitale delle tre banche in lizza. Secondo analisti e stampa francsse, il governo però sarebbe sempre stato più favorevole al progetto della Bnp, ritenendolo il migliore per gli interessi nazionali. Ora una conclusione c'è, ma i giochi non sono ancora del tutto chiusi. Infatti se il matrimonio Bnp-Paribas è cosa ormai sicura, l'istituto di Perebeau avrà però bisogno, ora, dell'autorizzazione dell'autorità bancaria di Parigi, per con¬ servare la quota di minoranza conquistata in Société Generale e utilizzarla per controllare l'istituto. L'obiettivo sarà convincere il governatore della Banca di Francia, Jean-Claude Trichet, che il 35,1% dei diritti di voto rappresenta una quota di «controllo effettivo» e che dunque Bnp può presentare un piano industriale «chiaro e concertato». Secondo alcuni analisti l'autorizzazione a Perebeau potrebbe però aprire una lunga fase di scontro all'interno della Société Generale, rendendola così ingovernabile. E alla finestra, sussurrano, potrebbe esserci un «cavaliere bianco», capace di rastrellare i titoli una volta dimostrata impossibile la convivenza tra i due rivali. Per il momento, comunque, il progetto di creare la prima banca mondiale in termini di attivo sembra quantomeno rinviato, [fra. bui.] li ministro delle Finanze francese Dominique Strauss-Kahn, arbitro delle grandi concentrazioni bancarie francesi
Persone citate: Borsa, Dominique Strauss-kahn, Jean-claude Trichet, Michel Perebeau
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