«L'Italia, la mia favola» di Alain Elkann

«L'Italia, la mia favola» «Le mie radici sono spagnole, ma il vostro è il Paese delle fi fi meraviglie» «L'Italia, la mia favola» Melba: qui ho trovato amore e lavoro Alain Elkann MELBA Ruffo è in costume da bagno su un piccolo gozzo in compagnia di amici. Preferisce stare all'ombra perché teme l'abbronzatura. Viene da un Paese dove fa molto caldo, il sole dei Caraibi è molto violento e quindi preferisce evitare scottature o malattie della pelle. Lei, Melba, lavora più in Italia o in Spagna? «In questo momento in Italia. Il 28 agosto comincio Miss Italia nel mondo come programma e poi a settembre farò un film in Calabria: Il conte di Melisa. E' una storia veridica sulla ius primae noctis, la protagonista è Claudia Pandolfi e ci sarà un attore americano nel cast». Ma lei si sente più attrice o donna di televisione? «Sono affascinata dal potere della parola. Da bambina intervistavo i miei-fratelli e le mie tate, sono la quinta figlia di una famiglia di sette bambini: mio padre era un uomo di lettere. Amava molto la poesia e la letteratura. Ho imparato i primi versi di Lorca seduta sulle sue ginocchia. Mi ricordo una poesia: "La lumaca avventuriera". Le parole per me hanno un enorme fascino». Che rapporto aveva con suo padre? «Mio padre lottava contro il consumismo. Diceva che ci stava cosumando l'anima. Noi eravamo in un Paese caraibico a forte influenza americana e quindi consumista. Perciò mio padre, il giorno del suo compleanno, esigeva che gli scrivessimo una lettera anziché fargli un regalo. Non voleva un regalo comprato con i soldi di mamma ma qualcosa che uscisse da noi stessi. Ognuno leggeva la sua lettera ad alta voce». Conserva anche adesso questa passione del leggere molto? ■> ■ i «In estate sì. Vede in Sudamerica iì tempo passa lentamente. Si vive in una dimensione un po' surreale e c'è molto più tempo per abbandonarsi alla fantasia. In Italia leggo d'estate. Quando lavoro, invece, mi limito a leggere il giornale con molta attenzione. Mi piacciono le grandi firme, i rondi dei giornali, poi seguo anche lo spettacolo, la cultura, la politica. Però ho sempre un libro di poesie con me: bisogna rivalorizzarla la poesia. Guardi, negli aeroporti, per esempio, quando devo aspettare e voglio un po' di ossigeno mi leggo due versi». Quali sono i suoi poeti preferiti? «Mi dica lei qual è il grande poeta sudamericano». No, mi dica lei qual è. «Pablo Neruda, ovviamente». Quello del postino...? «Proprio lui. Ma soprattutto quello delle Odi Elementari. E' un poeta straordinario e poi amo moltissimo anche Federico Garcia Lorca». Dunque sempre poeti di lingua spagnola? «Sì, ma mi piacciono anche le poesie di Witman. Non conosco bene la poesia italiana, solo qualche verso di Leopardi e di D'Annunzio e non conosco purtroppo per niente la poesia francese». Parliamo della sua professione: lei lavora molto anche in Spagna, non è vero? «Sì, quando passai da Tmc a Unomattina gli spagnoli hanno visto Unomattina e mi hanno detto: come, una spagnola che si alza così presto? e così mi hanno offerto di fare un programma il venerdì sera». Lei si trova meglio in Spagna o in Italia? «Nonostante le mie radici spagnole - pensi che ho quattro nonni spagnoli - l'Italia è sempre stata il mio Paese delle meraviglie. Mi affascina soprattutto il Sud dell'Italia che trovo straordinario. Lì ci si rende conto dell'importanza del Mediterraneo. Ma trovo l'Italia formidabile per la sua diversità. Mi dica lei cosa c'entra Venezia con Palermo o con Roma. Però sono bellissimi anche certi paesini dimenticati. Io sono diventata calabrese. L'Italia mi ha dato l'amore e il lavoro. Penso di conoscerla meglio degli stessi italiani che vanno in vacanza invece a Santo Domingo. Io la conosco dalle Eolie alla Sardegna, da Venezia a Capri... La Spagna, invece, sta vivendo la sua primavera e mi ci trovo molto bene». Come riesce a conciliare il lavoro a cavallo di due Paesi? «Guardi ad un certo punto è successo che al venerdì sera lavoravo in Spagna e il martedì sera in Italia. Questo più di ogni altra cosa mi ha dato l'idea del Paese, del lavoro globale». Tra tanti impegni trova ancora il tempo per occuparsi di suo marito? «Come una buona donna del Sud: lui è la priorità. Quando si ama una persona, si trova sempre il tempo». Suo marito la segue nella sua attività? «Sì. Mi prende molto in giro, ma mi consiglia. Ha un gran senso dell'umorismo e io da questo sono affascinata. In un matrimonio sdrammatizzare è importantissimo. Mi affascinano gli uomini che ini fanno ridere perché li trovo irresistibili». Dicono però che lei sia una donna molto gelosa? «Non sono gelosa, ma neanche scema. Sono attenta. Certo non arno le scene di gelosia o la gelosia come servizio di spionaggio, perché questo mi toglierebbe la serenità». E che rapporti ha con sua zia, la regina del Belgio? «E' la zia di mio marito, io non l'ho ancora conosciuta. Un personaggio importante in famiglia. Conosco i suoi figli ed ho un ottimo rapporto con mia suocera». Come si concilia una principessa con la televisione? «Io non mi sento la principessa. Mi sento felice di fare il lavoro che amo. All'inizio, certo la famiglia di mio marito era un po' ostile. Ma lui e stato solidale ed incoraggiante». Il suo scopritore televisivo è stato Luciano Rispoli? «Sì, però la prima volta in televisione, la mia prima apparizione fu con Catherine Spaak che mi invitò ad Harem e l'uomo misterioso era Bruno Vespa». E cosa pensa di Luciano Rispoli? «Il suo salotto è stato il miglior inizio tv possibile per me. Ho fatto tre anni con lui. La cosa importante del suo salotto è il buon gusto e poi lui è un gran professionista con il senso della misura. Non cade mai in eccessi troppo spinti, cosa che succede sovente in televisione. E poi mi sentivo molto a casa con Rita Forte». E Vespa, Costanzo? «Sono due persone importanti per me. Bruno Vespa è stato da subito entusiasta e del resto mi invita sempre a "Porta a Porta" e devo dire che è molto caro con me. Al Maurizio Costanzo Show è uscita invece la mia vera personalità. Ho potuto dire per la prima volta le mie opinioni, non ui a successo neanche quando cuuducevo Unomattina». Perchè? «Ricordo che quando la mattina seguente al Costanzo Show dovetti partire per la Spagna dal bar sotto casa al giornalaio all'equipaggio dell'aereo, insomma, tutti mi hanno detto: l'abbiamo vista ieri da Costanzo, come se io non avessi mai fatto la tv prima. Allora dato che amo scrivere, in aereo ho scritto a Costanzo quanto mi è successo». Dove lavorerà Melba in futuro? «Dove mi daranno l'opportunità di crescere, di imparare. Non mi importa se in Italia o in Spagna, se la Rai, la Fininvest o Telemontecarlo. Io voglio ancora imparare e non metto limiti». Ma ha un sogno nel cassetto? «Sì. Ho un programma in mente che ho scritto. Vorrei lavorare partendo del nostro patrimonio artistico e culturale. Bisognerebbe raccontare di più in televisione le cose che abbiamo qui in Italia, lo mi sento una viaggiatrice incantata e mi piacerebbe raccontare le bellezze di questo Paese dato che vengo da molto lontano. Il programma si chiama: "La sindrome di Stendhal". Non voglio sembrare esagerata ma devo dire in tutta sincerità che sono veramente entusiasta di questa mia seconda patria». pfi fi Mi sento calabrese e come una buona donna del Sud mio marito viene prima di tutto, anche della professione j ij fifiifo un sogno nel cassetto: fare un programma sulle bellezze della mia seconda patria gjip fi (è Mio marito mi ha difesa contro la famiglia che non voleva che apparissi in tvyy fi fi Quando voglio rilassarmi, apro un libro di poesie: niente mi dà più ossigeno del leggere due versi. Un'abitudine che mi ha inculcato da piccola papà bj ■ DOMENICA CON JÉWfO :; Cognome* Nome.M** um.imnm. j^JfjÉ».;.;'..,.. tmndimmzo mldennj.l!PS*. storo civile professione JSfiWSW: hobby.ìliTrMftWP^a, I Firma del titolare: ■.-X . r- . .-. Accanto Melba Ruffo. A sinistra: la showgirl con il marito, il principe Fulco Ruffo delle mera