Nella spiaggetta si diverte l'altra Portofino di Fiorella Minervino
Nella spiaggetta si diverte l'altra Portofino Nella spiaggetta si diverte l'altra Portofino Colf e domestici filippini «in libera uscita» per un giorno Fiorella Minervino Portofino a Ferragosto esibisce yacht colossali in arrivo dalla Costa Azzurra o da ogni dove, per godersi la piazzetta e i suoi fasti. Le ville splendide, liberty o déco, talune create dai coppedi:, rifulgono di luci, fiaccole, candele per le serate di festa, le cene luculliane, i balli con orchestre. Il tutto anche per dimostrare che non esistono solo la Costa Smeralda e Capri. E' una gara di eleganza, una tenzone di cibi squisiti, abiti da sogno per le signore, con qualche azzardo e bizzarria, ma senza eccessi, perché Portofino ama il lusso ma misurato, sottotono, nascosto. Sulle spiagge è il trionfo dei telefonini, dei costumi a due pezzi sgargianti, delle paillettes distribuite sui corpi abbronzati delle ragazze e delle madri, mentre i mariti o compagni se non se ne stanno in barca, si muovono di continuo per verificare nuovi arrivi di straniere e si comunicano fra loro che quest'anno ci sono due russe da perdere la testa; altrimenti si attaccano con furia al cellulare per chiacchierare con gli amici dall'ali re parte del mondo. Lo sbow dell'eclisse ha moltiplicato le cene, gli inviti, specie nei giardini ancora fioriti, nelle magnifiche terrazze lungo il mare o meglio sul monte più in alto. Gare di cucina con premi per il piatto più appetitoso coronano questi giorni di spreco di denaro che corre a numi, perfino nella costa che appartiene a Genova e ai suoi parsimoniosi abitanti. I ristoranti, specie «Da Puny», sono gremiti all'inverosimile, insomma per la misurata Portofino è la vittoria dell'opulenza, o della riservatezza nelle splendide ville isolate dove se ne stanno appartati personaggi come il discreto ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio con la moglie Cecilia. C'è però un altro Ferragosto. Le spiagge con le arcate del liberty, sino a qualche anno fa di proprietà delle ville, con i passaggi sotterranei che conducevano al mare, ora sono per lo più pubbliche. I celesti proprietari delle fulgide ville hanno subito disertato questi scampo¬ li di rocce e sabbia rubata al mare, un tempo tenuta con ordinate cabine, ombrelloni, pontili, bagnini, marinai, insomma con la consueta sobria eleganza. La domenica questi lembi di sassi, travi, sporcizia galleggiante, alghe, rocce puntute, si popolano di trapunte, materassi, ombrelloni con le scritte «Coca Cola», tende e panni per nascondersi dietro gli archi, magari dormirci e riposare. Parecchie sono le donne incinte dalle pance enormi, i bimbi bellissimi con bracciali per nuotare nelle acque disgustose piene di massi e pericoli, bottiglie e lordure e alghe, mentre gh uomini allungati su materassi di fortuna a volte aiutano le mogli a cucinare il riso, dietro le coperte così da non farsi vedere; altri giocano a carte, alcuni cercano su tavole di fortuna di addentrarsi in quel mare grigio e ripugnante per fare il surf come a casa loro. C'è una certa eleganza nei bimbi, nelle donne, negli uomini. I colori, pur chiassosi, sono assortiti con vivacità, non si sente mai urlare, parlano con tono basso, magari in «tagalog», ogni tanto nell aria affiora un «ma- gandang umaga», il saluto di uongiorno. Pare un villaggio dagli abitanti un po' tristi, ma composti con qualche ragazzino che è vestito alla moda Usa, e tante stoffe a fiori dai colori rossi e dai gialli solari. Sono i filippini che lavorano nelle maestose ville a corona lungo la strada o su per la collina o i! monte che conduce a Portofino. Sono donne a servizio che per Ferragosto si ricongiungono a fidanzati, mariti e figli; sono intere famiglie che fanno i custodi nelle dimore sontuose e preparano gustosissime macedonie, piatti delicati e ornati di frutti esotici per le cene dei padroni. Vivono così le loro domeniche, e pure il Ferrago¬ sto, come in una colonia dove nessuno più s'avvicina, neppure i marinai, le donne di servizio, le lavoranti parrucchiere che prima si stendevano al sole in quelle spiagge immonde fra urla e schiamazzi. Parte dei filippini erano insegnanti al loro Paese e parlano parecchie lingue con proprietà. Questo popolo dignitoso e fiero se ne sta qui, ai piedi della ricchezza, mal guardato dai locali, odiato da coloro che si sentono derubati del lavoro dalla loro presenza e dall'attitudine a mestieri pesanti e uggiosi, allontanato con rabbia per un solo giorno dai padroni che restano senza servizio. Ciascuno mostra una certa calma orientale, sognando i parenti, i villaggi, le paradisiache spiagge dalle palme enormi di Pura cay Resort, o il fresco di Baguio City. Anche queste sono ferie, anche queste sono vacanze. E' il Ferragosto dei filippini. Una folla dignitosa e discreta su scampoli di sabbia e roccia rubati a un mare di sporcizie Grandi yacht e abiti da sogno: Portofino a Ferragosto è anche questo
Persone citate: Carlo Scognamiglio
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