Cortina, un mito appannato

Cortina, un mito appannato k. CARENZE E DISAGI IN UNA DELLE CAPITALI DEL TURISMO Cortina, un mito appannato Agosto nero tra ingorghi e vigili sulpiede di guerra la storia AWoRlao CORTINA D'AMPEZZO Martedì 10 agosto è un giorno che forse resterà nella storia di Cortina. Così almeno sostengono i cronisti locali. Un martedì nero. Per la prima volta, infatti, il traffico ha completamente paralizzato il centro cittadino (con l'eccezione, s'intende del celebre Corso Italia, la via del passeggio, e di qualche altro spicchio di area pedonale). E' accaduto nella tarda mattinata, con lunghe colonne di auto che, prima, hanno intasato l'accesso da Sud e poi, defluendo a passo d'uomo, hanno bloccato l'incrocio del ponte sul torrente Bigontina, da dove prende l'avvio la circonvallazione. Che poi tale non è, perchè è fatta di affollate strade cittadine, prima di consentire l'uscita verso le statali 51 di Al e m agri a e 48 delle Dolomiti. Il Municipio ha addotto varie scusanti: il cattivo tempo, il numero insufficiente di vigili urbani, perché quest'anno sono mancati i rinforzi stagionali da Roma e dalla riviera adriatica. Ma i cronisti cortinesi non hanno accettato spiegazioni, denunciando l'inefficienza del «servizio di controllo della viabilità», non senza una qualche ammissione del sindaco, Paolo Franceschi. Ma, a proposito di vigili, anzi, pardon, di agenti di polizia, m'imbatto in un'altra storia curiosa, in questo mezzo agosto a Cortina. Apprendo che essi, essendo circa una trentina, sono divisi tra almeno due (o forse tre?) sindacati. Il più combattivo fra questi, il «Lisipo», o Libero sindacato di polizia, ha programmato per il 16 settembre uno sciopero della fame e della sete, se non saranno accolte certe sue richieste, che vanno dalla possibilità per alcuni agenti di essere trasferiti a Belluno, la loro città, all'arrivo di altri colleghi, per non indebolire, anzi rafforzare il Commissariato. C'è poi un problema di alloggi, che non sarebbero adeguati a norme decenti di abitabilità. Sono giunte assicurazioni dal ministero degli Interni per quanto riguarda arrivi e partenze, mentre resta aperta la questione degli alloggi, perché la costruzione di un nuovo edificio è legata a un nuovo piano regolatore, che è di là da venire (come è di là da venire, sebbene progettata da anni, una tangenziale esterna, che eviti a macchine e a camion di attraversare Cortina, causando ingorghi e inquii lame i ilo). Ma come, non siamo nella Perla delle Dolomiti, in uno dei luoghi mitici del turismo italiano, a cui forse solo Capri può contendere il primato? Con la differenza che poi Capri è pur sempre il Sud, mentre Cortina è il Nord, è il Veneto del boom, il «Nord-Est» della prosperi¬ tà e dell'efficienza. In realtà, c'è un problema oggettivo, che forse nessun altro luogo, più o meno famoso, o parimenti famoso, affronta negli stessi termini, a Nord o a Sud che sia. Cortina ha 6400 abitanti e a questi, in due periodi dell'anno, soprattutto in due mesi, febbraio e agosto, si aggiungono 40-50 mila turisti, per non parlare di altre varie migliaia di campeggiatori e pendolari (dai paesi vicini), che premono anch'essi, sia pure in un modo meno costante, ma imprevedibile, sulle strutture cittadine. Sono evidenti le carenze amministrative, ma anche le difficoltà da superare. Il risultato, in termini di umori popolari, anche politici, è un certo senso di protesta. Protestano i vigili, protestano i poliziotti, ma protestano anche e molto i cittadini cortinesi. Essi sono sufficientemente gentili con i turisti, sanno perfettamente che quello è il loro «business», ma non dimenticano mai la propria identità sociale e individuale, la propria «qualità della vita», e la difendono nei due-quattro mesi dell'«invasione», anche pensando al resto dell'anno, quando sono più o meno soli con se stessi. Alla fine, questo li porta anche, non so quanto comprensibilmente, ad avercela «con Roma», in sintonia col sentimento veneto in generale. Confesso di non conoscere quello che, sociologicamente, sarebbe il flus¬ so elettorale cortinese, da una consultazione all'altra, ma mi ha colpito scoprire quali sono stati qui i risultati delle elezioni europee del 13 giugno. Ebbene, Forza Italia ha ottenuto il 38,8 per cento, al quale va aggiunto il 7,7 di Alleanza Nazionale, il 7,3 della Lega Nord, il 15,2 addirittura della Lista Bonino. Tutti voti di opposizione al governo. I Democratici di sinistra hanno ottenuto uno sconcertante 4 per cento, molto meglio i Democratici di Prodi (8,7 per cento), che però sappiamo non essere la stessa cosa. Naturalmente, D'Alema non c'entra niente con i problemi cortinesi, nè essi sono in cima ai pensieri di Berlusconi; d'altra parte, nelle elezioni comunali si fronteggiano liste civiche; e tuttavia l'indicazione complessiva, «politica», è significativa. Detto tutto questo (forse ho esagerato in queste minianalisi sociopolitiche, ma le mie abitudini professionali sono ormai invin¬ cibili, anche in vacanza, e chissà se è un bene), devo subito aggiungere che Cortina resta bellissima, per molti aspetti insuperabile, con ingorghi o senza ingorghi, con gli scioperi dei poliziotti che forse rientreranno e forse no. Del resto, è la sua forza, basta compiere pochi passi per uscire dal traffico e dalle ansie locali e trovarsi, ritrovarsi, nella valle più bella del mondo. Ricordo la prima volta che ci venni, da ragazzo, tantissimi anni fa. Andavo a Vienna, ed era il mio primo viaggio all'estero, facemmo tappa a Cortina di sera e la mattina dopo, dalla finestra dell'albergo, vidi un panorama che pensavo fosse stato inventato dal cinema: non solo bellissimo, ma nitido, con uno spicco, uno stacco, unico dei particolari sullo sfondo. Un'immagine insieme di bellezza e di pulizia, totalmente diversa dal fascino schiacciante ma uniforme del Sud profondo dal quale provenivo. Da allora Cortina è stata una delle mie mete abituali, d'estate e d'inverno: non dovrei dirlo, ma mi ci fidanzai persino (mia moglie tut tavia è roma na, era turista anche lei). Tornandoci dopo qualche stagione salta ta, ho ritrovato i vecchi amici Antonio, il barman dell'Hotel de la Poste, cuore della mondanità cortinese, mi dice che non si vedono più uomini politici, dopo la fine della Prima Repubblica, non ci viene più nemmeno Andreotti (non che fosse tipo da frequentare i bar, ma il suo arrivo dalle Orsoline era uno dei segnali della «stagione»). Renata e Gianni, gestori di talento del «Country Club» negli Anni Ottanta, ora conducono con successo un altro esercizio. Al «Country» si svolge il consueto torneo, con ragazzi di 16-18 anni che picchiano la palla neanche fossero Sampras, su uno sfondo che va dalle Tofane al Pomagagnon. E poi il consueto viavai di Corso Italia, gli affollatissimi «incontri letterari» al Savoia, gestiti dal libraio Ilario Sovilla (Bettiza e Montanelli per il nuovo libro di Gawronski). Tuttavia, è una Cortina leggermente appannata, rispetto al passato. Sarà per i vigili e i poliziotti, per il traffico e i guai del Comune, per i problemi oggettivi che oggettivamente crescono e pesano, pur fra tanta bellezza. O sarà per gli anni che passano e appannano anche i miti, o li trasformano. Forse, semplicemente, Cortina sta cambiando, come il resto d'Italia, ma non sa ancora come. Nel mirino l'efficienza del servizio di controllo della viabilità dopo le code all'ingresso Sud Progettata da anni, la tangenziale che dovrebbe evitare a camion e auto di attraversare il paese resta sulla carta A Accanto: turisti a passeggio invia Roma. Sono almeno 50 mila gli ospiti di Cortina in questo mese