Con Del Piero alla conquista di Tokyo
Con Del Piero alla conquista di Tokyo Con Del Piero alla conquista di Tokyo Ultimi ritocchi per l'offensiva del mode inttaly MILANO Ci sarà la Scala, ma anche la Nazionale di calcio e, da Alami, una speciale passerella del Festival di Sanremo. Su e giù per l'arcipelago del Sol Levante verranno rappresentate tutte le opere verdiane, sfileranno le bandiere del Made in Italy mentre gli «azzurri» offriranno ai tifosi di Nakata e Miura un anticipo delle emozioni del Mondiale del 2002. Per ora lo sbarco dell'Italia in Giappone si misura in queste cifre: 36 manifestazioni Sia programmate, tra il marzo el 20001 e i dodici mesi successivi; nel progetto sono coinvolte, al momento, 21 città gemelate più varie regioni; forse per la prima volta, le strutture pubbliche (Ice, vari istituti di cultura, il ministero degli Esteri) operano in stretta simbiosi con i privati. Il tutto per surclassare, una volta tanto, lo sfoggio di «grandeur» della Francia e l'organizzazione dei cugini tedeschi che, nel passato recente, sono sbarcati alla conquista del mercato giapponese con dovizia di mezzi e di personalità. E' stato lo stesso presidente Jacques Chirac, un anno fa, a inaugurare la statua della libertà offerta in omaggio all'impero del Sol Levante. Il punto più alto di una manifestazione molto gradita dai giapponesi, immersi, tra l'altro) nella fase più buia della crisi economica. Ma, forse, più gradita al grande pubblico, e stata la grande fiera dove, con 2.500 yen (meno di 30 mila lire) si poteva gustare un tris di formaggi più un bicchiere di Beaujolais. L'Italia, secondo i programmi, replicherà con una copia della Fontana di Trevi da esporre in un parco della capitale giapponese. Per il cibo ci sarà l'imbarazzo della scelta: il «made in Italy» ha da tempo spodestato i cugini transalpini in cima alle preferenze dei giapponesi. Lungo le strade del Paese che ospita una delle più importanti industrie automobilistiche del pianeta, intanto, dovrebbero sfrecciare i modelli d'epoca in una riedizione, a 8 mila chilometri di distanza, della «Mille miglia». Questi sono alcuni dei tanti progetti in cantiere per la più importante operazione del «made in Italy» della nostra storia: «Italia in Giappone 2001», banco di prova della collaborazione tra pubblici e privati a sostegno dell'export del nostro Paese in uno dei mercati più importanti (il saldo commerciale, a nostro favore, viaggia poco sotto i 10 mila miliardi di lire). La manifestazione, infatti, sarà coordinata da una fondazione di partecipazione «no-profit» posta sotto il patrocinio di un comitato {iresieduto da Umberto Agneli, da 18 anni l'interlocutore più assiduo in Italia del Giappone, e dal vice presidente Gianfranco Imperatori, presidente del Mediocredito. I «motori operativi» dell'iniziativa, invece, sono Uberto Pestalozza, ministro plenipotenziario del ministero degli Esteri, Umberto Donati, direttore generale del comitato «Italy-Japan» e da Antonio Bernardini, attivissimo consigliere dell'ambasciata italiana a Tokyo, [u. b.)
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