«Caro giudice, mi arrendo ma non spii più mia figlia»

«Caro giudice, mi arrendo ma non spii più mia figlia» «Avete messo delle cimici nella sua auto: è solo l'ultimo di una serie di abusi contro di me e la mia famiglia» «Caro giudice, mi arrendo ma non spii più mia figlia» Crotone, ilboss latitante manda una lettera appello al giornale Rocco Valenti CROTONE «Cara giudicessa, io fra non molto mi costituirò, ma la gente deve sapere degli abusi che avete fatto contro di me e la mia famiglia...». E se la gente deve sapere - si sarà detto Guirino Iona, classe 1940, considerato dagli investigatori un esponente di primo piano della criminalità organizzata, latitante da più di tre anni - quale modo migliore di scrivere una lettera ad un giornale? La lettera, Iona, che la procura distrettuale di Catanzaro indica come a capo di una cosca del Crotonese, l'ha scritta pure bella lunga e l'ha fatta avere (facendola imbucare nella cassetta della posta) alla redazione del bisettimanale «Il Crotonese», che ieri l'ha pubblicata integralmente, dedicandogli una pagina intera con titolo in prima pagina. L'aveva già fatto, Iona: nei mesi scorsi per altre due volte aveva fatto avere al giornale le sue «corrispondenze dalla latitanza». Lettere in cui, in buona sostanza, sosteneva di essere un perseguitato. Ieri, però, anche l'annuncio importante («fra non molto mi costituirò»), integrato da aneddoti legati ai tentativi fatti dalle forze di polizia (in modo non sempre regolare, dice Iona) per acciuffarlo. «A tempo debito chiariremo... anche delle microspie che avete messo in casa senza autorizzazione e poi ancora di quelle che avete installato nella macchina di mia figlia, prelevandola dalla porta dell'istituto bancario m cui lavora e portandola a Crotone», scrive il latitante nel suo pubblico sfogo. Guirino Iona, secondo l'ipotesi investigativa dei magistrati Antimafia di Catanzaro, è stato a capo di un clan che per anni si sarebbe scontrato, con morti ammazzati dall'una e dall'altra parte, con una sorta di «federazione di cosche», che avrebbe raggruppato gli altri clan della ndrangheta del Crotonese. Nel '96 scattò una maxioperazione («Eclisse», con un centinaio di arresti), quella alla quale sfuggì lo stesso Iona, poi dopo varie vicissitudini procedurali, l'inchiesta si è divisa in due filoni: uno, relativo a otto degli omicidi, è naufragato in dibattimento nelle scorse settimane (in primo grado su 22 imputati 21 sono stati assolti ed è stato condannato solo uno dei pentiti); l'altro, quello relativo alle presunte associazioni ma¬ fiose che si sarebbero date battaglia, è tornato al gup distrettuale di Catanzaro (la preliminare si terrà in autunno), dopo che, accogliendo un'eccezione preliminare di un avvocato di Crotone, Francesco Laratta, il tribunale del capoluogo sulla costa ionica si è dichiarato incompetente a decidere. Come ha fatto Iona a sfuggire alla cattura quel 19 luglio del 1996? Lo spiega lui stesso nella lettera pubblicata dal bisettimanale di Crotone: «... Hanno lasciato l'uscita posteriore incustodita. Allora ho colto l'occasione e sono sceso dal terzo piano e così sono rimasti con la telecamera in mano». I pentiti che lo accusano, sostiene Iona, sono tutti fasulli: «Risultano e ci sono delle voci in giro che tutti questi pentiti sono drogati, piccoli spacciatori e ladri di pecore e galline». Una persecuzione bell'e buona, lamenta Iona dalla sua latitanza, che ne dice di cotte e di crude soprattutto contro quello che definisce «il corpo Antimafia»: «Se non avessimo dei giudici superiori - afferma Iona - per il Corpo antimafia nel giro di tre o quattro anni il 40% del Sud sarebbe tutto in carcere». «Quanto prima manderò un promemoria di tutto quello che a me sembra illegale al Presidente della Repubblica, alla Corte Costituzionale, ai ministro di Grazia e giustizia e al signor procuratore Antimafia Pier Luigi Vigna, e così poi direte a questi signori del potere dove avete questa fabbrica per costruire i vostri pentiti». Conclude Iona nella lettera (manoscritta) pubblicata dal «Crotonese»: «Il venticello di tramontana porta qualche notizia secondo cui i vostri tutori dell'ordine vanno in giro ad offrire a dei cittadini anche fino a 100 milioni per il mio arresto, siccome mi devo costituire tanto vale mandarli a casa mia così anticipiamo i tempi». «So che offrite cento milioni perla mia cattura: speditemeli così anticipiamo i tempi della resa»

Luoghi citati: Catanzaro, Crotone