Bossi-Berlusconi, dialogo segreto di Fabio Martini

Bossi-Berlusconi, dialogo segreto Prima di partire per le vacanze i due leader si sono parlati per un'intesa che vada oltre il difficile rapporto personale Bossi-Berlusconi, dialogo segreto Liti in pubblico ma in privato riprendono i colloqui Fabio Martini HOMA Passano gli anni, ma tra Bossi < Berlusconi le intemperanze po lemicho si ripetono con la pun tualità di un tic indomabile. L'ultima di Bossi è che «bisognerebbe istituire una commissione parlamentare d'inchiesta sui beni di Berlusconi». E domani, nel comizio ferragostano da Pontedilegno, l'Umberto - c'è da scommetterlo - rincarerà la dose. Ma dietro il rumore di tante parole, c'è una novità: Umberto Bossi e Silvio Berlusconi hanno ricominciato a parlarsi. Sia pure con riservatezza e con la massima cautela. Prima di partire per le vacanze i due si sono visti, si sono parlati, hanno cercato di capire se nei prossimi anni sia possibile, alla fin fine, trovare un modus vivendi. Era la fine di luglio e si era appena concluso il congresso straordinario della Lega con la defezione di Gnutti e l'espulsione di Cornino. Erano i giorni in cui Bossi tuonava contro i traditori «che cercavano uno che mi potesse sostituire per portare la Lega da Berlusconi». Ma la rabbia non ha impedito a Bossi di incontrarsi con il suo eterno nemico. Dai racconti che i due ne hanno fatto, il vis-à-vis di fine luglio non si ò svolto in un clima idilliaco. Berlusconi e Bossi continuano a detestarsi, dal punto di vista personale il rapporto è irrecuperabile e anche "antropologicamente" è difficile trovare due personaggi così diversi. Ma entrambi sanno che nel futuro i loro destini potrebbero incrociarsi di nuovo. Certo, il più interessato a recuperare un rapporto è Berlusconi. E infatti subito dopo il congresso della Lega, mentre Bossi lo attaccava, il Cavaliere si è affrettato a dichiarare: «Non ho mai, dico mai, intrattenuto rapporti né fatto ammic¬ camenti a Gnutti o Cornino». E poi le parole-chiave: «Ho avuto rapporti sempre e soltanto con Bossi, in una normale dialettica parlamentare, per unire l'opposizione nei confronti della maggioranza.,.». Negli ultimi due mesi il Cavaliere si sente rigenerato dagli ultimi successi, ma sa perfettamente che lui, alle elezioni del 2001, si gioca tutto: se il Polo dovesse perdere ancora, il Cavaliere dovrà passare la mano. Ma per vincere, un'intesa elettorale con la Lega può essere determinante. Nell'incontro di due settima¬ ne fa Berlusconi e Bossi, oltre a rinfacciarsi le tantissime incomprensioni del passato, hanno cercato di arare un po' di terreno in vista di una possibile, futura, difficile intesa: una desistenza elettorale che consenta al Polo di spuntarla sull'Ulivo e a Bossi di riportare una congrua, autonoma pattuglia in Parlamento. Per il momento l'accordo non è stato trovato, i due si sono lasciati con la tacita intesa che nei prossimi mesi la polemica tra Lega e Forza Italia potrà continuare con l'ardore di sempre. E infatti in questi ultimi giorni si è assistito ad una recrudescenza polemica. E' stato Bossi ad attaccare con argomentazioni aspre e proposte operative originali: «Siamo in una situazione di Sud America: in Italia un uomo ha ottenuto le concessioni televisive per orientare la gente al voto: ma da dove provengono i soldi di Berlusconi? Come ha costruito il suo impero televisivo? Bisogna mettere fine a questa vergogna con una commissione di inchiesta parlamentare!». Dice Beppe Pisanu, presidente dei deputati di Forza Italia: «Ma queste sono le mattane ferragostane di Bossi: basta rileggersi i giornali di agosto degli ultimi anni per trovare sparate analoghe concepite allo scopo di guadagnare un po' di attenzione. Ma quest'anno c'è una novità: dopo le sconfitte elettorali, l'uomo è politicamente in affanno, vede nemici dappertutto, sa che si sposta a sinistra il suo elettorato finisce quasi tutto a Forza Italia. E teme che noi si possa premere sulla dissidenza interna...». Ma almeno da questo punto di vista la storia sembra dare ragione a Bossi: tutte le scissioni dalla Lega, nessuna esclusa, sono finite male. «Ma questa volta - racconta Pisanu - i leghisti usciti non stanno commettendo l'errore dei loro predecessori di limitarsi ad operazioni di vertice. Sul territorio ma anche in Parlamento...». E anche Berlusconi sembra sia meno «vorace» del solito. A dispetto dei giuramenti del Cavaliere, i contatti con gli espulsi dalla Lega ci sono stati eccome e il consiglio di Berlusconi è stato quello di «organizzarsi autonomamente». Al Cavaliere continua interessare moltissimo Bossi e l'elettorato che resta fedele alla Lega. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi A destra: il segretario della Lega Nord Umberto Bossi

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