Estate gay, prenota la tolleranza di Sergio Trombetta
Estate gay, prenota la tolleranza Un'idea che si sta affermando: albergatori specializzati con una clientela omosessuale Estate gay, prenota la tolleranza «Friendly Versilia», un successo in Toscana Sergio Trombetta Londra, un mese e mezzo fa. Nel salotto della loro casa a Notting Hill, Antonio, professore di storia all'università, e il suo amico Franco stanno decidendo come trascorrere una settimana di vacanza al mare. Sfogliano le offerte della sezione «Hotel and Holiday Accomodations» della rivista «Gay Times» e discutono se sia meglio il Glencree a Penzance o il Kennarda Bath. «Ma come - interviene Margherita, amica loro, italiana anche lei e inquilina del piano di sotto - in un posto tollerante come l'Inghilterra e il caso di ghettizzarsi ancora una volta e andarsi a infilare per forza in un hotel gay?» «Sicuro - risponde Antonio anche qui non c'è nulla di più sgradevole di prenotare per telefono una camera matrimoniale in un hotel qualsiasi, presentarsi in due ragazzi e sopportare la faccia arcigna dell'albergatore. Perche rischiare? Molto meglio un posto pensato per te. Ti senti più a tuo agio». Sentirsi a proprio agio. Comprarsi una fetta di tolleranza assicurata nel pacchetto-vacanze. E' partendo da questa considerazione, e dalla constatazione che la clientela gay è molto spesso più disposta a spendere di una famiglia tradizionale, che sono fiorite imprese turistiche indirizzate a questa nicchia facoltosa: crociere, villaggi vacanze, agenzie di viaggio. Almeno un quinto delle pagine delle riviste gay americane («Advocate», «Out», «Genre») è dedicato alla pubblicità di hotel e villaggi. E anche l'italiana «Babilonia» ha una rubrica di turismo da tempo. Così l'idea ha preso piede an- che in Italia. Punto di partenza alcuni numeri significativi: un sondaggio dello scorso anno affermava che il 40 per cento dei gay ha un reddito superiore ai 75 milioni l'anno, il 72 per cento fa due vacanze l'anno, il 90 per cento va al ristorante due volte alla settimana e il 70 per cento frequenta bar e discoteche con assiduità. E' la molla che ha fatto scattare «Friendly Versilia», cioè albergatori, bar, discoteche e ristoranti fra Torre del Lago e Viareggio disposti ad ospitare apertamente una clientela gay, iniziativa lanciata con clamore e grande discussione sui giornali l'estate scorsa. Lo stesso ragionamento è valso per le agenzie di viaggio specializzate come la Queer Nation Holidays di Firenze (sito www. queernationholidays.com, e-mail queernation.holidays@dada.it) o la Zipper di Roma (sito www.adv. it/zipper, e-mail zipper.travel® flashnet.it). Trentadue anni, un passato come coordinatore del circolo Arcigay di Firenze, molta esperienza nel settore viaggi, Francesco Gasperoni ha fondato la Queer Nation Holidays quattro mesi fa, e racconta soddisfatto di questa prima estate passata a organizzare l'outgoing e l'incoming. Che non hanno nulla a che vedere con cose come il coming out o l'outing, ma significano semplicemente organizzare viaggi all'estero per gli italiani e in Italia per gli stranieri. La considerazione pessimistica di Mario Anelli, direttore del mensile «Babilonia» («Molti italiani prendono ancora un volo Alitarla per Miami e poi si comprano una vacanza gay sul posto per non esporsi in casa propria») sembra smentita da Gasperoni: «Ho venduto viaggi su viaggi verso mete tipiche: Florida e Californa, Mykonos in Grecia e Sitges in Spagna, ma anche posti meno inflazionati, come la Gran Canaria, al villaggio Pasión Tropical». Mete classiche per l'incoming: «Oppure in Versilia. Alberghi gay friendly da Santa Margherita Ligure all' Isoco a Taormina». Taormina è da tre secoli tappa obbligata nel Grand Tour dei Grandi Gay. Come in tutto il meridione italiano prevale la mentalità mediterranea, cioè omosessualità diffusa ma sotterranea. E' entrata anche nella storia della fotografia per gli scatti impudichi del barone von Gloeden che all'inizio del secolo riprendeva garzoni locali in pose ellenizzanti e preferibilmente svestiti. Ha una spiaggia gay, ma dalla ferrovia che passa appena sopra volano insulti sanguinosi dai finestrini ad ogni transitar di treno. E 11 Michele, un giovane siciliano, ha aperto il 20 giugno il primo albergo gay, risono. Con esiti contrastanti: «Può succedere che arrivi una coppia etera, capisca l'antifona e giri i tacchi». Qualche discussione, anche animata, c'è stata dopo il primo anno di «Friendly Versilia». Qualche problema di convivenza con la clientela familiare deve essere nato se nel dépliant che propaganda l'iniziativa, il sindaco di Viareggio, Marco Marcucci, ribadisce per il secondo anno la sua benedizione, facendo tuttavia appello affinché «il senso del pudore, che è un dovere, anzitutto verso i bambini, sia la regola di ciascuno». Dé Giorgi tira comunque un bilancio positivo dell'esperienza basata su un certo realismo toscano: «L'idea è partita da una realtà storica, cioè la spiaggia gay della Lecciona. I turisti omosessuali che vengono in Toscana per le città d'arte fanno spesso un salto alla Lecciona. Tanto vale predisporre servizi e accoglienza. Cosa che non sarebbe stata possibile senza l'appoggio degli albergatori locali. Quest anno prevediamo un tura over settimanale di 2000 presenze, un 30 per cento di stranieri, molte donne». Un entusiasta del posto è Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, che vi passerà alcuni giorni prima di emigrare per una settimana a Budapest, dove ama immergersi negli ambienti umidi e accoglienti dei bagni turchi, pregevole eredità della dominazione ottomana. Ma alla vacanza tutto compreso dell'agenzia c'è chi si ribella, opponendo il «fai da te». Magari in branco, in tribù. Come sostiene Giovanni, professionista ligure di mezza età: «Da anni affittiamo una casa in quattro o cinque amici in un posto che garantisca libertà a tranquillità. Poi molti altri amici passano a trovarci. C'è un senso di famiglia ritrovata. Forse nostalgia di quando bambini si andava al mare con nonni, genitori e zìi». E' lo stesso clima che si respira a Voze, sopra a Noli, in Liguria, a casa del pittore Marco Silombria, sempre aperta agli ospiti. Per esempio lo scrittore Gianni Farinetti che proprio in un suo romanzo, «L'isola che brucia» ha raccontato lo struggimento crepuscolare di una vacanza di gruppo a Stromboli. Il quale Farinetti preferisce viaggiare in coppia con il proprio amico d'estate e la tribù di Stromboli a Natale; e detesta i luoghi «specializzati». Londra a tema gay è invece la scelta di Matteo Bianchi, altro scrittore che nel suo primo libro di successo, «Generations of love» ha descritto un viaggio iniziatico, molto autoironico e divertente, ad Amsterdam, fra bar, pub e saune. «A Londra sarò ospite di un amico e visiterò tutti i luoghi storici, come la discoteca "Heaven" o il pub l'Admiral Duncan in Old Compton Street a Soho, quello dove c'è stato l'attentato la primavera scorsa. Poi andrò nel negozio di dischi di Boy George Ser portargli una copia del mio oro che ha lo stesso titolo di una sua canzone famosa». I luoghi per ferie diverse Diminuiscono gli italiani che volano lontano per non esporsi Taormina è da 3 secoli una tappa obbligata VACANZE ITALIANE I gay non vogliono più ghettizzarsi A destra: un'immagine della Versilia che ha aperto all'iniziativa di ospitalità-tolleranza
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