L'assalto di Praga

L'assalto di Praga L'assalto di Praga Sulla via del Castello dove resìste la magia FRAGA. Quando, come ogni anno, verso la metà di agosto, a Praga arrivano in massa decine di migliaia di italiani, gli abitanti fuggono, anch'essi in massa, verso le chata e le chalupa che loro antesignani negli Anni Venti del week-end in campagna hanno costruito tutt'intomo alla capitale. Per un paio di giorni la città rimane spettralmente vuota, con scarsa circolazione, in mano ai nostri connazionali e ai tedeschi. Pochi sono gli svaghi a Ferragosto, teatri e sale di concerto sono chiusi, non rimane che bighellonare nello Stare Mesto, la città vecchia, o nella Mala Strana, nell'Oitremoldava, percorrendo magari la «via reale» che dal Castello, attraverso il ponte Carlo, porta fino alla Torre delle polveri. Merita, nella «magica Praga», una visita al vecchio ghetto, con sette sinagoghe e il fiabesco cimitero ebraico. Meglio muoversi a piedi che in taxi, che i conducenti praghesi hanno fama di taglieggiatori. Diffidare anche dei finti poliziotti che agli stranieri sequestrano la valuta, dicendo che è falsa.

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