«Guerra strumentale»

«Guerra strumentale» PARLA ÌL COLONNELLO STRELIZKIJ EX GUARDIA DEL CORPO DEL PRESIDENTE «Guerra strumentale» farnvuole evitare le elezioni» a' few**-—;, •ìh.m, ì intervista "411 ■ N tutto il mondo schiere di Ipolitologi stanno cercando di ■ capire cosa stia accadendo in Russia. Il colonnello Valerij Strelezkij è un esperto di una specie diversa: sa tutto sul funzionamento della macchina del potere, e non per sentito dire. Ne ha fatto parte lui stesso: era il vicecomandante delle guardie del corpo di Eltsin, uno dei componenti di quel che viene chiamato «il Rasputin collettivo» del Cremlino. Una vita nel Kgb, anni a fianco di Eltsin, prima di venire cacciato dalla nuova «famiglia» del Presidente. Nel Caucaso scoppia la guerra, a Mosca circolano blindati e voci di golpe. Cosa succede? Per quanto riguarda i blindati li ho visti anc.h io: mercoledì sera allo stadio Luzbniki, alla partita Spartak-Partizan Belgrado. Ottantamila tifosi ultra dello Spartak sono infatti un potenziale pericolo. Tutto qui? Ci sono altri fatti. Qualche giorno prima dell'attacco dei ceceni, dalla frontiera del Daghestan, all'improvviso, vengono ritirate le truppe russe. Quasi contemporaneamente il capo dell'amministrazione presidenziale, Alexandr Voloshin, incontra all'estero il capo dei guerriglieri ceceni Shamil Bassaev. E la polizia stradale di Mosca riceve istruzioni su come comportarsi quando verrà dichiarato lo stato d'emergenza. Ecco tre fatti, nemmeno tanto segreti. E come li interpreta? Conoscendo il funzionamento delle teste di quella gente è evidente: il Cremlino sta manovrando nel Daghestan per dichiarare laggiù uno stato d'emergenza da estendere poi a tutto il Paese. Perché? La «famiglia» di Eltsin ha paura. Hanno devastato il Paese e commesse crimini che sono rimasti agli atti. Oggi nessuno procede penalmente contro di loro, ma i documenti vengono raccolti nelle casseforti dei magistrati. Dopo le elezioni - ormai è inevitabile - arriveranno uomini nuovi, e li tireranno fuori. Dunque la logica soluzione... E' quella di evitare le elezioni. Ma come ci riusciranno se tutti ne parlano da mesi? Non si fanno così i colpi di Stato. Certo. Ma non si aspetti da quella gente nessuna raffinatezza, nessun calcolo lungimirante. Non ne sono capaci, mi creda. Chi compone la «famiglia»? La figlia di Eltsin, Tatiana, Vladimir Putin, Alexandr Voloshin e il suo predecessore Valentin Jumashev. E poi tutta una serie di persone - Berezovskij, Chubais e altri - che fa capo a questi quattro, con interessi diversi e un desiderio in comune: rimanere al potere a qualsiasi prezzo. Dunque passeranno inevitabilmente all'azione? Non è detto. So di altri casi in cui Eltsin era ormai pronto al peggio, ma all'ultimo momento fu dissuaso. Chi può farlo? Di solito il più moderato del gruppo è Chubais. E il «falco» più agguerrito? In questo momento è Berezovskij, perché è nei guai con la giustizia, e pur di uscirne è capace di tutto. E il Presidente cosa fa? Ormai è un fantoccio che non capisce più nulla. Qual è la diagnosi che ne danno i medici? Non c'è una diagnosi, ce ne sono tante: il fegato e il pancreas a pezzi, il cuore, e soprattutto gravi disturbi circolatori al cervello. Gli fanno costosissime iniezioni ormonali che lo intontiscono. E tuttavia Eltsin continua a cambiare i primi ministri... Stepashin non gli è mai stato simpatico. Lo chiamava «chiacchierone» o peggio, e non lo ha mai invitato alle sue festicciole. Perché? Gli amici di Eltsin erano tipi che potevano scolarsi tre bottiglie di vodka di fila per poi incidersi i polsi, mischiare il loro sangue con quello del residente e dichiararsi fratelli. A Stepashin tremavano le mani, non riusciva a far uscire nemmeno una goccia di sangue. Secondo i criteri di quel gruppo, un debole. E Putin è uno forte? Salta anche lui tra due mesi. Nonostante sia l'«erede designato»? E' solo un pretesto: la «famiglia» doveva pur spiegare in qualche modo perché ha licenziato Stepashin. E ha pensato che quella dell'«erede» sia una buona trovata. «Chi è vicino al Cremlino ha paura La "famiglia" ha devastato il Paese e commesso crimini documentati In caso di sconfìtta elettorale è inevitabile che qualcuno prima o poi chieda loro il conto» Gli anziani del villaggio di Trincio, nella regione daghestana di Botlich, occupato dai ribelli, osservano le manovre dei militari russi

Luoghi citati: Belgrado, Caucaso, Daghestan, Mosca, Russia