IL PECCATO ORIGINALE DEL SECOLO di Leonardo Zega
IL PECCATO ORIGINALE DEL SECOLO Hnm,EmmpEgmso IL PECCATO ORIGINALE DEL SECOLO Leonardo Zega PROPRIO nelle ore dell'eclissi, delle profezie fasulle e delle paure senza senso, qualcosa di terribilmente vero è successo in America, nei dintorni di Los Angeles. La tentata strage di innocenti da parte di un uomo, convinto che è tempo di «suonare la sveglia all'America e corninciare ad ammazzare gli ebrei», partendo addirittura da un gruppo di inermi scolaretti, non è solo un fatto di cronaca, non è un caso isolato, non ha nulla a che vedere con i prevedmilissimi fenomeni astrali, ma è il sintomo del grave malessere di questo secolo al tramonto e dei suoi protagonisti, che siamo tutti noi. Questo ennesimo episodio di feroce intolleranza ripropone con crudezza alla coscienza dell'Occidente una questione non del tutto risolta: il ritorno di un razzismo di marca nazista a livello mondiale e in forme sempre più feroci. L'antisemitismo, come sempre, ne è la spia più preoccupante. E' giusto dunque cercarne le ragioni, anche a costo di scoprire verità che fanno male, per opporvi rimedi tempestivi ed efficaci. Come mai dopo oltre mezzo secolo dalla fine della guerra, l'ideologia nazi sta non cessa di produrre frutti avvelenati? Come mai singoli e gruppi organizzati vi trovano ancora alimento per le loro perver sioni? Qua! è il segreto del suo fa scino immarcescibile se dopo aver «stregato» un'intera nazione con ducendola alla rovina, continua a generare mostri di diabolica fero eia? Tanti piccoli «Hitler», come lui gentili e garbati, pieni di pre mure per arumali e bimbetti, im peccabilmente abbigliati, eppure capaci, come Erode, di far strage di bambini sol perché figli di «sporchi ebrei». Ebrei, beninteso, e dunque «altri», diversi da loro, come i negri e i gialli. Il gruppo nazista, di cui l'assassino di Los Angeles fa parte, non va per il sot tile: chi non è dei nostri va stermi nato. Hans Kùng sostiene che tutte le guerre sono querre di religione. Tesi azzardata, soprattutto se non si prerisa che cosa si intenda per religione. Ma la religione della razza è sicuramente una di que ste. E comunque in tutte le reli gioni, anche le più radicate e pra ticate, esiste la tentazione del fondamentalismo. Scoperto e violento come in certe frange islamiche, più subdolo in altre, il fondamentalismo «dei puri e degli eletti» è per sua natura conservatore_e_i razzista. E' anche insidioso e può nascondersi persino nell'innocente nostalgia della tonaca, degli in censi, dei canti e dei bei riti di un tempo... Il fondamentalismo razzista trova nel nazismo e nei suoi simboli un'incarnazione quasi perfetta perché unisce in sé i due estremi: la difesa della razza e quindi dell'esistente (noi soli qui, con i nostri diritti da difendere e i nostri beni da conservare) e la pretesa superiorità degli uni su tutti gli altri. Questa concezione, che con Hitler ha creato i lager e giustificato l'Olocausto, oggi si riaffaccia nel nostro mondo con il volto della «paura del nuovo», usando ancora una volta lo strumento del terrore. Incutere spavento per fiaccare le resistenze e convincere i deboli, gh sfiduciati, gli insicuri sempre più numerosi a schierarsi dalla loro parte. Hitler diceva a chi gli chiedeva ragione della sua popolarità: «Io ho calcolato tutto». La paura del nuovo o del futuro, che è più o meno la stessa cosa, significa piegarsi a quelli che già Giovanni XXIII chiamava «profeti di sventura»: paura di un mondo diverso, globalizzato, di una società sempre più aperta, pluralista, multirazziale, multietnica, quale sarà inevitabilmente quella che conoscerà il secolo prossime/ venturo. Per questo, invece di trastullarci con ì fantasmi dell'apocalisse e le quartine di Nostradamus, faremmo bene a guardare in faccia questo nazismo risorgente, che è la forma che ha assunto, sotto il profilo collettivo, il peccato originale nel nostro secolo.
Persone citate: Erode, Giovanni Xxiii, Hans Kùng, Hitler
Luoghi citati: America, Los Angeles
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