Bimba muore per difendere un cane

Bimba muore per difendere un cane Tragedia nelle campagne del Brindisino, l'animale aveva azzannato una gallina Bimba muore per difendere un cane Un colpo alpetto sparato dal fratello di 12 anni Sandro Tarantino BRINDISI Per salvare un cane randagio che il fratellino voleva uccidere con il fucile del papà, una bambina di sei anni è morta, colpita al torace da una fucilata. «Non sparare, non sparare, non ucciderlo», aveva detto al fratellino di undici anni. Nel tentativo di difenderlo si è messa davanti al cane poco prima che il colpo partisse- La piccola Anna se n'è andata così, sotto gli occhi del fratello rimasto di sasso con il fucile tra le braccia e sotto lo sguardo terrorizzato dell'altra sorellina di nove anni. E' accaduto ieri mattina, poco dopo le 9, a Ceglie Messapica, tra le province di Brindisi e Taranto. I tre bambini erano soli nella casa di campagna in cui vivono circondati da galline, mucche e pecore. Il papà, camionista trentaseienne, era al lavoro. La mamma, casalinga, in ospedale per accertamenti medici. Il fratellino si sentiva, in assenza del padre, il capofamiglia. E proprio come faceva papà ha pensato di imbracciare il fucile calibro 12 quando ha sentito abbaiare il cane che, dopo aver sbranato alcune galline nei giorni precedenti, seguitava ad avvicinarsi agli animali. Così il ragazzino è entrato in camera da Ietto, ha preso una sedia e, avvicinandola a un armadio sul quale era nascosto il fucile, l'ha imbracciato. Doveva aver padronanza con l'arma. Perché ha preso le munizioni, l'ha caricata e poi è uscito all'aperto puntando la canna verso il cane. La piccola Anna però gli ha gridato di stare fermo: «Non sparare, non ucci¬ derlo». Ma il fratellino non è riuscito a fermarsi: un colpo ha centrato la bambina. Anna, non più lontana di due metri, è caduta e il piccolo sparatore, rimasto per qualche istante sbigottito, è poi corso con la sorella dallo zio paterno che abita poco distante. Accorsi, i parenti hanno capito che non c'era più nulla da fare, hanno preso in braccio la piccola, l'hanno portata in casa adagiandola sul letto. Poco dopo è arrivato anche il nonno che era in giro con il gregge. Poi la famiglia ha contattato un'agenzia di pompe funebri per organizzare i funerali, i carabinieri sono intervenuti molto più tardi, avvertiti appunto dall'agenzia. Di origini contadine la famiglia di Anna vive umilmente in una casa tra le campagne di Ceglie Messapica e Martina Franca coltivando la terra e allevando gli animali. Una famiglia tranquilla, senza nessun precedente di violenza. L'inchiesta, coordinata dal so¬ stituto procuratore del tribunala di Brìndisi Pasquale Sansone tti, ha previsto la prova dello stub (esame che ha sostituito il vecchio guanto di paraffina) sullo zio oltreché sul fratellino, per stabilire chi abbia sparato. Ma si tratta di una semplice formalità. E' stato un incidente. La vicenda è stata ricostruita, prima che i due bambini piombassero in uno stato di choc: è stato il ragazzino a sparare alla sorellina che gli si è parata davanti. Hanno raccontato che la piccola Anna non voleva che il fratello sparasse al cane. Gli investigatori non escludono che il colpo abbia centrato Anna perché, quando ha premuto il grilletto, il fratellino non sia riuscito a tenere ben fermo il fucile. Entrambi, dopo aver trascorso qualche ora con un assistente sociale, sono stati affidati alla famiglia. Il fratellino di Anna, che aveva lucidamente ricostruito la vicenda, ora non riesce più a parlare. Lui voleva solo difendere le galline come faceva papà.

Persone citate: Ietto, Pasquale Sansone, Sandro Tarantino

Luoghi citati: Brindisi, Ceglie Messapica, Martina Franca, Taranto