«E' nostro dovere fare qualcosa»

«E' nostro dovere fare qualcosa» LA STRATEGIA DI WASHINGTON PER LA PACE IN SUD «E' nostro dovere fare qualcosa» Albright: il narcotraffico è anche colpa nostra analisi Madcieine K. Albright WASHINGTON LA inulto, in un incidente aereo in Colombia il mese scorso, di cinque snidati americani e due colombiani, nel corso di una missione antinarco, motto quel Paese al centro della nostra attenzione. 1 trafficanti di droga colombiani producono più dell'80 per cento della cocaina mondiale e una quota crescente dell'eroina che raggiungo le nostre coste. Duo organizzazioni di guerriglieri - le Forze annate rivoluzionare di Colombia (FARO e l'Esercito di liberazione nazionale (ELN) - sono in guerra con il governo e controllano una porzione significativa del territorio. La guerriglia è contrastata da gruppi paramilitari di destra che, come i guerriglieri, violano regolarmente i diritti umani. Sia i guorriglieri che i paramilitari utilizzano il traffico di droga per finanziare le loro operazioni. Tutti gli sforzi del presidente colombiano, Andrés Pastrana, por negoziare la paco vengono avversati. Il crimine imperverso. E l'economia del Paese langue nella peggiore recessione dagli Anni 30. I problemi della Colombia vanno ben al di là dei suoi confini e hanno implicazioni nella sicurezza e nella stabilità dell'intera regione. Per invertire la corrente, il presidente Pastrana deve fare uno sforzo globale. Gli serve - e si merita - un appoggio internazionale, concentrato sul divieto e l'estirpazione della droga. Come capisce benissimo anche lui, gli obiettivi di pace, legge, prosperità e rispetto dei diritti civili non sono disgiunti l'uno dall'altro. Avanzare in un ambito faciliterà l'avanzata anche negli altri. Ci sono, ad esempio, molti modi per cercare la pace. Dopo 38 anni di guerra, dovrebbe essere ormai chiaro che un risultato militare decisivo è improbabile. Pastrana ha avuto ragione ad avviare i colloqui, il punto è so riuscirà a padroneggiare una combinazione di pressioni e incentivi tale da indurre nella guerriglia una risposta. Gli sforzi per la pace, però, devono essere guidati dagli stessi colombiani. Pastrana si è assunto rischi coraggiosi in questa ricerca e tocca a lui decidere quali bastoni e quali carote servano. Ma gli Stati Uniti e altri amici della Colombia devono essere pronti a dare una mano. Il presidente Clinton ha già promesso il nostro appoggio, in una lettera che ha scritto a Pastrana la scorso 20 luglio. Gli sforzi per fermare il traffico di droga sono legati alla ricerca della pace, perché ribelli e paramilitari so¬ no coinvolti nel commercio illegale. E, come abbiamo visto in Bolivia e in Perù, per avere successo in questo ambito, occorre una combinazione di strategie diverse, tra le quali il divieto, la sostituzione delle culture, lo sviluppo economico e la riforma della giustizia. Anche qui, è il governo colombiano a dover essere in prima fila, ma anche altri devono fare la loro parte. Gli Stati Uniti hanno fortemente appoggiato gli sforzi antinarco della Colombia, un atto dovuto perché la nostra domanda di stupefacenti è una delle maggiori cause del problema. La polizia nazionale colombiana ha sequestrato enormi quantità di cocaina e di eroina. Ma la produzione di coca s'impenna, le organizzazioni criminali sono ben armate e ben finanziate e il sistema giudiziario colombiano è afflitto da corruzione, risorse inadeguate e un arretrato di tre milioni e mezzo di casi. Il successo non arriverà rapidamente, ma è possibile un progresso, se il governo otterrà l'appoggio internazionale. Anche la protezione dei diritti umani s'intreccia con gli altri obiettivi. La maggior parte delle vittime, nel conflitto interno, sono civili. Nella sua offensiva più recente, il Fare ha attaccato i contadini e schierato soldatibambini di nove anni. Gli Stati Uniti hanno procedure molto rigorose, in Colombia come altro- ve, per verificare che chi riceve i suoi aiuti non sia stato coinvolto in violazioni dei diritti umani e chi ne è responsabile sia processato. I problemi economici della Colombia sono legati ai bassi prezzi delle merci e agli alti deficit, ma sono anche il risultato del crimine e della guerra. Lo sviluppo economico e la creazioni di posti di lavoro legali sono il modo migliore sono il modo migliore per evitare che i cittadini sprofondino nella illegalità. Così qualunque nazione interessata ad aiutare la Colombia nella sua lotta contro la droga o nella sua ricerca di pace sarà Interessata ad aiutarla a riprendersi economicamente. Gli Stati Uniti hanno lavorato con il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e altri partner per garantire che l'assistenza di cui la Colombia ha bisogno arrivi. In questi giorni il sottosegretario di Stato Thomas Pickering sarà a Bogotà per incontrare u presidente Pastrana e informarlo dell'appoggio degli Stati Uniti su tutti questi fronti. Andrà anche a Caracas, in Venezuela, come parte del nostro aiuto per assicurare un forte appoggio a tutta la regione nella sua ncerca di pace, legalità, prosperità. Gli abitanti della Colombia sono impegnati in un test vitale di democrazia, un test che devono passare da soli. Ma devono sapere che noi comprendiamo le molti dimensioni e la natura a lungo termine dei loro problemi e che faremo tutto il possibile per aiutarli. Madeleine Albright è il segretario di Stato americano Copyright: New York Times «Dopo 38 anni di guerriglia tra ribelli e paramilitari è chiaro che nessuno otterrà una netta vittoria militare» «La lotta alla droga va di pari passo con la ricerca della pace, il rispetto dei diritti civili e il benessere»