Albanesi in guerra con la forza di pace

Albanesi in guerra con la forza di pace Grande rimpasto nel governo di Belgrado, entrano gliultranazionalisti di Seselj Albanesi in guerra con la forza di pace Nel Kosovo scontri a raffica, G.l in soccorso dei russi PRISTINA Ormai è uno stillicidio di scontri, tafferugli, scaramucce che rischiano di compromettere definitivamente le buone relazioni anizialmente stabilite tra la popolazione albanese del Kosovo e i militari della Kfor, la forza multinazionale di pace. Ieri l'incidente più grave è avvenuto a Gornja Brnjica, un villaggio a 5 chilometri da Pristina. Alcuni armati albanesi avevano dato 20 ore di tempo alla locale popolazione serba per partire. Allo scadere dell'ultimatum i militari del contingente britannico hanno udito colpi d'arma da fuoco e sono subito intervenuti. Gli albanesi, a bordo di due auto, si sono dati alla fuga sparando, ed i britannici hanno così iniziato una vera e propria «caccia all'uomo». Risultato: due albanesi feriti, altri quattro arrestati e tensione alle stelle. A Dobrocane, nel settore americano, 500 albanesi hanno dato l'assalto a dei mezzi russi, cercando di lapidarne gli occupanti. I militari Usa sono riusciti a salvarli, ma solo dopo due ore, e dopo aver arrestato 11 persone, sono riusciti a disperdere la folla. A Kosovska Kamenica 2000 albanesi hanno dimostrato ieri contro i contingenti russo e francese, considerati filo-serbi. La manifestazione si è svolta pacificamente, ma l'ostilità cresce: il leader dell'Uck, ì l aslnni Thaqi, ha denunciato «l'arroganza» dei francesi, ed il ministro della Difesa francese Alain Richard è stato facile profeta: gli scontri tra i militari della Kfor e la popolazione locale continueranno, ha detto. Ieri, inoltre, un camion francese ha investito una bambina albanese di 10 anni, uccidendola. Il fatto è accaduto a Mitrovica, durante una distribuzione di cibo alla popolazione, ed i testimoni albanesi hanno riconosciuto che la bambina è stata spinta dalla folla: «Non è stata colpa del conducente», ha detto un ragazzo, ma la diffidenza aumenta. Il bollettino dell'odio riferisce poi di una donna uccisa a Kosovska Kamenica, di un'anziana pestata a sangue e di una ragazza di 17 anni sparita à Pristina, di una donna e delle sue due fighe di 7 e 3 anni scomparsa a Prizren. Le vittime sono tutte serbe. E i militari italiani hanno sequestrato un camion colmo di armi (tra cui un cannone da 105 min), arrestandone i due occupanti albanesi. Come se non bastasse, ieri è uscita un'intervista al portavoce del Dipartimento di Stato americano, James Rubiti, secondo cui tutti i politici albanesi sono favorevoli all'indipendenza del Kosovo, «senza per questo essere dei radicali. La Serbia ha perso il Kosovo - ha detto Rubin - La repressione ha delegittimato il potere serbo, che dal punto di vista pratico non ha più grande influenza sulla regione». Infine il capo della missione Onu in Kosovo, Bernard Kouchner, ha annunciato l'intenzione di costi¬ tuire un Consiglio provvisorio di governo a Pristina, con la partecipazione di Thaqi e del «presidente» Hibrahim Rugova. Da Belgrado Slobodan Milosevic ha quindi buon gioco nel presentare la Nato come alleata di fatto degli albanesi, e l'opposizione serba come «quinta colonna» dell'Occidente. Il suo partito, l'Sps, ha definito la dimostrazione convocata dall'opposizione per il 19 agosto a Belgrado come «una manifestazione a favore della Nato», e intanto il primo ministro jugoslavo, Momir Buìatovic, ha annunciato un rimpasto del governo federale: via il vice-premier Zoran Lilic, socialista ma favorevole al riavvicinamento alla comunità internazionale. E dentro i supernazionalisti di Vojislav Seselj, cui sono toccati i due posti di vice-premier e tre ministeri. L'opposizione mantiene la pressione, e ieri a Belgrado 300 riservisti hanno chiesto le dimissioni di Milosevic ed un governo di transizione affidato all'economista Avramovic. L'ex capo di Stato maggiore dell'esercito, generale Momcilo Periste, ha annunciato la nascita di un nuovo partito: il Movimento per una Serbia democratica. Ma la Eresa di Milosevic sul potere semra ancora salda, la portavoce del suo partito, Ivica Dacie, ha annunciato un rapido rimpasto anche per il governo serbo. E Seselj il falco sfida l'opposizione: «Sono pronto ad elezioni anticipate anche a breve scadenza». [f. sq.l Manifestazione anti-russa di albanesi a Kosovska Kamenica